Dopo anni caratterizzati da una programmazione estiva ricca di concerti gratuiti, manifestazioni pubbliche, eventi culturali e iniziative di intrattenimento diffuse su tutto il territorio cittadino, l’estate 2025 segna una brusca battuta d’arresto. Il nuovo cartellone estivo presentato dall’amministrazione Basile si distingue infatti per la sua estrema sobrietà, con un’offerta decisamente ridotta, priva di nomi di spicco e in evidente controtendenza rispetto alle precedenti stagioni.
A denunciare tale situazione, Rete Civica Partecipazione con Marcello Scurria: “Un’inversione di marcia che solleva interrogativi legittimi e preoccupazioni diffuse tra i cittadini. Che fine hanno fatto le risorse impiegate negli anni passati per sostenere i cosiddetti “grandi eventi”? Esistono criticità nei fondi pubblici spesi per concerti e spettacoli? L’amministrazione teme, come già avvenuto in altri contesti urbani (il caso di Napoli è emblematico), che un utilizzo eccessivamente disinvolto delle risorse europee possa determinare gravi ripercussioni sul bilancio comunale?
A fronte della riduzione degli eventi gratuiti nelle piazze, emerge un nuovo approccio alla gestione dell’offerta culturale cittadina: l’attenzione si sposta infatti su iniziative private e a pagamento, prevalentemente ospitate all’interno dello stadio “Franco Scoglio”. Questi appuntamenti, spesso presentati come “risultati ottenuti dall’amministrazione”, risultano in realtà accessibili solo previo acquisto di biglietti, salvo rare eccezioni promozionali. Una scelta che riduce fortemente la partecipazione popolare e compromette l’universalità dell’accesso alla cultura e all’intrattenimento.
Quanto sta avvenendo non può essere definito né marketing territoriale, né promozione turistica, né valorizzazione culturale. Piuttosto, rappresenta una nuova occasione mancata per consolidare l’identità culturale e la vocazione attrattiva della città. Un passo indietro rispetto a un percorso che, seppur tra contraddizioni, aveva portato Messina a emergere nel panorama regionale per la qualità e la quantità delle sue iniziative pubbliche.
La sensazione diffusa è che l’amministrazione si stia muovendo in maniera incerta, dettata più da esigenze contingenti che da una visione strategica. Il timore è che si stia rinunciando a investire sulla crescita culturale e identitaria della città in vista di un futuro incerto, nell’attesa delle prossime tornate elettorali, quando – forse – si tornerà a vedere una Messina illuminata da luci natalizie, artisti di richiamo e slogan celebrativi.
Alla luce di questo scenario, sono inevitabili alcune domande rivolte al sindaco Basile: si tratta di una scelta dettata da un senso di prudenza finanziaria o da una presa di coscienza tardiva rispetto alle criticità di gestione del passato? O piuttosto, come temono in molti, le casse comunali non sono più in grado di sostenere i costi di manifestazioni che, seppur apprezzate, comportano importanti impegni di spesa?
In un momento storico in cui le città competono sul piano della reputazione, dell’attrattività turistica e della coesione sociale, rinunciare alla programmazione culturale pubblica rischia di compromettere anni di investimenti e di allontanare ulteriormente i cittadini dalla vita collettiva.
La cittadinanza ha diritto a trasparenza, visione e responsabilità. E ha il diritto di sapere se si tratta solo di una pausa temporanea o dell’inizio di una nuova stagione di rinunce”.