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Con riferimento alle notizie apparse su qualche organo di stampa relativo alla sentenza del Tar che riconosce le ragioni di un imprenditore di Milazzo che aveva avviato un’attività di ristorazione di 400 metri quadrati nella riviera di Ponente, l’Amministrazione comunale precisa che “il provvedimento non ha nulla a che vedere, contrariamente a quanto si afferma, al Pudm. Il ricorso infatti contestava il silenzio dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente sull’istanza presentata il 17 dicembre 2020. In quella data infatti la revisione del Piano di utilizzo delle aree demaniali non era stata redatta. A tutt’oggi, non è stato presentato alcun ricorso al Tar avverso l’iter di redazione e approvazione del Pudm contrariamente a quanto si asserisce nella notizia stampa. Anzi si ritiene che le affermazioni contenute nella stessa, in contrasto con la realtà dei fatti sono certamente denigratorie del lavoro svolto fino ad oggi dal comune di Milazzo. L’iter di approvazione del Pudm infatti procede regolarmente e in questi giorni i professionisti incaricati della GeoloGis s.r.l. hanno rassegnato la VAS (relazione preliminare ambientale del Pudm) che verrà sottoposta alle approvazioni di rito”.

Mentre la Presidente della terza commissione consiliare Maria Magliarditi ha proposto l’istituzione della Consulta delle donne e in tal senso ha sottoposto al vaglio delle forze politiche il relativo regolamento. La Consulta è un organo propositivo di natura partecipativa che opera nell’ambito della non discriminazione, per promuovere azioni volte alla valorizzazione della popolazione femminile e alla partecipazione delle cittadine all’attività amministrativa dell’Ente Comunale di Milazzo.
Gli obiettivi principali della Consulta delle donne sono: valorizzare la presenza, la cultura e l’attività delle donne nella società e nelle istituzioni; sostenere le opportunità nel lavoro, nella politica e nella società; promuovere interventi contro tutte le forme di esclusione e violenza verso le donne nonché azioni volte alla salvaguardia della salute delle donne.
“Tutto – spiega Magliarditi – nasce dalla riflessione che tutte noi siamo state educate e socializzate in famiglie che prevedevano una rigida separazione dei ruoli in un contesto di patriarcato più o meno robusto. Ciò non significa che nella famiglie mancasse il rispetto reciproco, ma sussisteva un generalizzato controllo sociale che a lungo, e ancora oggi, vede la donne come uniche depositarie dell’onere del lavoro di cura, subordinate nella vita pubblica e più controllate degli uomini in ogni abitudine di vita.
Gli stereotipi di genere sono stati supportate dalle normative fino a pochi anni fa.
La violenza sulle donne è indice di un senso di possesso che non accenna a finire.
Assistiamo alla recrudescenza di atti di prevaricazione, prepotenza e violenza per i quali non basta solo indignarsi. Nei nostri contesti, per fortuna, la problematica è più sfumata, più legata a consuetudini che marginalizzano la donna sulla scena delle decisioni pubbliche. Il grande merito dei movimenti femministi e del pensiero sulla questione femminile sta nell’aver liberato dalle gabbie dei ruoli di genere e nel valorizzare le differenze. Il cambiamento auspicabile non è l’occupazione di posti di lavoro precedentemente occupati da uomini, ma il progresso complessivo della società, perché sia aperta a tutte le sue componenti, più libera, diversificata e plurale. Ecco quindi che la Consulta della donne vuole essere istituita in occasione della Festa della donna e coinvolge tutte le donne consigliere comunali e presenti in giunta.
Ci rivolgiamo – conclude la Presidente – a tutte le donne residenti, domiciliate o che svolgono la loro attività lavorativa nel Comune di Milazzo indipendentemente dall’appartenenza sociale, etnica, politica e religiosa”.

Intanto, il consigliere comunale Pippo Doddo che da oltre un anno chiede all’Autorità di sistema portuale di riconsegnare alla pubblica fruizione l’area pedonale di molo Marulla per consentire ai cittadini di poter osservare le bellezze del water front, visto il mancato riscontro, ha deciso di inviare una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consigli, Mario Draghi, al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, al presidente della Regione, Nello Musumeci, al sindaco Pippo Midili e al presidente del consiglio comunale, Alessandro Oliva, per chiedere un intervento finalizzato a sbloccare la situazione.
Un gesto eclatante – come sottolinea lo stesso consigliere – per porre fine a quella che rappresenta una vera e propria una ingiustizia- «Non si intende in alcun modo violare le leggi – scrive Doddo – ma non si comprende la ragione per la quale dove non esistono ragioni legate alla portualità, debba essere proibita la fruibilità delle zone che costituiscono il porto storico della città di Milazzo. Tra l’altro lo stesso presidente Mega ha dichiarato che dove non c’è portualità la fruibilità è possibile. Perché dunque non dà seguito concretamente a questo impegno verbale?».
Il consigliere chiede anche non solo che sia assicurato l’accesso a molo Marullo, ma anche che si provveda alla rimozione della ringhiera che funge da barriera di sicurezza per l’area portuale, “ricollocandola nella zona più interna per consentire la sistemazione di panchine che permettano di poter “rivedere” il mare oscurato da scelte discutibili legate a problematiche di sicurezza”.