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Nella serata di ieri la nave umanitaria Handala, del gruppo della Freedom Flottilla, è stata assaltata in acque internazionali dall’esercito israeliano, con a bordo, oltre a centinaia di chili di aiuti umanitari, anche 20 attivisti, fra cui gli italiani Antonio La Piccirella e Antonio Mazzeo, quest’ultimo insegnante messinese noto principalmente per il suo lavoro antimilitarista: tutti e 20 sono stati arrestati da Israele e gli aiuti sono stati sequestrati.

Tutto ciò viola il diritto internazionale: Israele non può bloccare aiuti umanitari, non può farlo in acque internazionali e non potrebbe neanche nel territorio palestinese da esso occupato. Purtroppo, non dovremmo più sorprenderci: era già accaduto con la nave Madleen (quella con a bordo anche Greta Thunberg), accade da quasi due anni con il blocco da parte degli israeliani degli aiuti via terra e, soprattutto, continua ad accadere da troppi decenni sul territorio palestinese.

L’amministrazione e consiglio comunale di Milazzo, appresa la notizia dell’azione dei soldati israeliani nei confronti della nave Freedom Flotilla Coalition, diretta a Gaza per portare aiuti umanitari e sulla quale viaggiavano diversi attivisti, tra i quali il milazzese Antonio Mazzeo (l’altro italiano è il pugliese Antonio La Piccirella) con il sindaco Pippo Midili e il presidente del consiglio comunale Alessandro Oliva, sentite le forze politiche e in raccordo col deputato del Collegio, on. Tommaso Calderone, hanno stilato un documento che sarà consegnato al Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, nel quale ribadiscono la posizione della città di Milazzo “a fianco di chi opera per la pace” ed esprimono un deciso indirizzo al Governo nazionale affinché sia attivato qualsiasi canale diplomatico possibile per ottenere l’immediata liberazione del professore Antonio Mazzeo e degli altri attivisti arrestati dalle forze di difesa israeliane mentre si trovavano in missione umanitaria.

Ecco il testo del documento: “Onorevole Ministro, è con il senso di preoccupazione di una intera comunità che inviamo a Lei questa nota. Gli accadimenti di questa notte non possono certo lasciare indifferenti, oltre ogni logica di appartenenza. Siamo certi che le azioni da Lei ritenute opportune non potranno che trovare il pieno sostegno della nostra comunità perché finalizzate all’unico obiettivo che è quello di far tornare liberi in Italia tutti i nostri connazionali arrestati nell’ esercizio del diritto di protesta. Non riteniamo che ci possa essere altra strada che quella del dialogo e della pace per raggiungere obiettivi importanti come quello primario di salvaguardare la vita di bambini innocenti. Confidiamo quindi nel suo lavoro che continua ad essere indirizzato proprio al dialogo nel più alto senso di responsabilità. La preghiamo di poterci tenere informati sull’evolversi della situazione per poter tranquillizzare quanti in queste ore stanno vivendo un dramma nell’ enorme dramma di una guerra che deve finire”.

“Siamo in rotta per Gaza, tra 4-5 ore raggiungeremo il punto dove due mesi fa è stata intercettata l’altra nave, la Madleen”, aveva dichiarato proprio Tony La Piccirella, uno dei due skipper della nave Handala di Freedom Flotilla, salpata da Gallipoli dopo la partenza da Siracusa, che si sta dirigendo verso Gaza, in un audio inviato all’ANSA.

Riferendosi al precedente sequestro della nave di Freedom Flotilla afferma che “se non arriveremo ad Ashdod sulle nostre gambe, vuol dire che Idf ci ha intercettato, è salito sulla nostra barca e ne ha preso possesso, ci ha sequestrato illegalmente in acque internazionali e ci ha portato ad Ashdod con un rapimento di persona”.

“Noi quello che possiamo fare- aggiunge sarà entrare in sciopero della fame e rifiutare il rimpatrio.Se ci fermeranno sarà perché i governi non hanno protetto la missione e hanno consentito un’azione illegale in acque internazionali in violazione di tutti i diritti e delle leggi internazionali”.

La Piccirella esprime “solidarietà del popolo palestinese perché se anche arriverà nei prossimi giorni un quantitativo esiguo di aiuti umanitari autorizzati da Israele saranno utilizzati come forma di controllo e sterminio come nell’ultimo mese”. “Noi – spiega lo skipper italiano di Handala – vogliamo la fine immediata del blocco navale, la libertà del popolo palestinese di autodeterminarsi, il riconoscimento dello stato della Palestina e la fine dei bombardamenti e della complicità di tutti i governi a cui apparteniamo. Io parlo per quello italiano”.