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Una missiva alla Regione dall’On. Tommaso Calderone per chiedere chiarimenti in merito intervento finanziato nell’ambito dell’Area Interna Nebrodi, programmazione 2014-2020, c.d. “Potenziamento ed ottimizzazione
dei servizi della rete sanitaria. 

“Si pone l’attenzione su un intervento finanziato nell’ambito dell’Area Interna Nebrodi,
programmazione 2014-2020, chiamato “Potenziamento ed ottimizzazione dei servizi
della rete sanitaria” il quale ha previsto un finanziamento per € 995.000,00 di cui alla
legge di stabilità – del. CIPE n. 43/2016 – con responsabile il Dipartimento Regionale
della Salute.
Il programma prevedeva il coinvolgimento di ben 21 Comuni dell’area dei Nebrodi e si
poneva, a titolo di strategia, fra le altre cose, il raggiungimento di obiettivi legati alla
salute ed all’intervento sanitario.
Specialmente, l’intervento poggiava su svariati obiettivi fra i quali si rammentano: un
sistema sanitario accessibile a tutti per meglio garantire livelli essenziali di assistenza e
la riduzione dei tempi di risposta alle situazioni di emergenza-urgenza ricorrenti
specialmente nei comuni collinari e montani siti in aree distanti dai presidi ospedalieri
di base.
Per ovviare a questi problemi, e per meglio garantire gli auspicati potenziamenti, veniva
programmato un intervento che potesse migliorare i servizi di immediato soccorso sul
territorio montano e collinare dei Monti Nebrodi, garantendo, così, a tutti i cittadini
dell’area interna le medesime condizioni in termini di cure e assistenza sanitaria.
L’iniziativa, oggetto del fruibile finanziamento, prevede l’acquisto di 7 ambulanze di
soccorso, modello 4×4, con caratteristiche di un Mezzo di Soccorso Avanzato (MSA)
previste dal DA n. 143 del 24/01/2010, utilizzabili per garantire l’assistenza di base per
le popolazioni presenti nel territorio dell’Area Interna e volte a raggiungere le zone
impervie dei Nebrodi in ogni periodo dell’anno (specialmente in inverno).
Infatti, il semplice utilizzo del mezzo di soccorso non potrebbe garantire un intervento
pronto ed efficiente laddove si presentassero stati di allerta ed emergenza
metereologiche. In tal modo, infatti, come accade allo stato attuale, si andrebbe incontro
ad un rallentamento dei soccorsi con aggravio delle situazioni di salute dei pazienti da
assistere.
Per di più, grazie a questo intervento, in casi eccezionali, si potrà prevedere anche un
sistema di supporto ed ottimizzazione già utilizzato dal servizio di emergenza-urgenza
in occasione di soccorso in mare tramite l’utilizzo di mezzi marini della capitaneria di
porto, utilizzando i mezzi di soccorso 4×4, acquistati dal Comune capofila dell’Area
Interna “Nebrodi” ed al servizio di tutta l’area.
Per questi motivi, si decideva di stilare un’apposita Convenzione fra il Comune di
Sant’Agata di Militello, ente capofila dell’Area Interna Nebrodi, e l’ASP n.5 al fine di
condividere il percorso per l’attuazione e la gestione dell’uso dei mezzi di soccorso.
Veniva accordato, pertanto, che l’Area Interna Nebrodi avrebbe ceduto le ambulanze
alla SEUS SCpA a patto che la stessa, a seguito di questa ulteriore dotazione, mettesse a
disposizione dei propri mezzi, su richiesta dei Comuni dell’Area Interna Nebrodi, per il
compimento dei requisiti di cui alla Circolare Gabrielli del 07.06.2017.
Purtuttavia, ancorché vi fosse stata l’attivazione dell’Area Interna Nebrodi al fine di
evitare il definanziamento ed arrivare all’obiettivo prefissato, improvvisamente, il
Dipartimento della Salute, con nota n. 20882 del 02.05.2024, comunicava la non
procedibilità in merito all’intervento AINEB 22.
A seguito di detta comunicazione di improcedibilità, nessuna comunicazione è più
pervenuta da parte dell’Assessorato della Salute.
È quantomai necessario che vengano forniti chiarimenti sulla vicenda che ci occupa,
ritenuto che ove si incorresse in ulteriori ritardi – così superando il termine fissato per
l’anno 2026, giusta delibera CIPE n. 43 del 2016 – si rischierebbe di perdere, non
soltanto, l’opportunità di utilizzare delle preziose risorse ma si rischierebbe, ancor più
gravemente, di non garantire il diritto alla salute ai cittadini che abitano le zone
dell’area dei Nebrodi”.