Condividi:

Condanne definitive per i 6 imputati dell’operazione antimafia ‘Pozzo’ avviata il 30 gennaio 2009 nel comprensorio barcellonese, così ieri pomeriggio ha deciso la Cassazione. 

La Corte ha rigettato i ricorsi redatti dagli avvocati degli imputati, ed ha quindi confermato la condanna a 18 anni ciascuno di reclusione Carmelo D’Amico 43 anni, considerato il capo del braccio armato della famiglia dei “Barcellonesi” e Tindaro Calabrese, 40 anni, di Mazzarrà Sant’Andrea, capo dell’ala secessionista della cosca dei “Mazzarroti”. La condanna a complessivi 12 anni di reclusione (3 anni per mafia in continuazione con la condanna definitiva di “Mare nostrum”e 9 anni e una multa per i reati di estorsione e danneggiamento) è stata inflitta al barcellonese Antonino Bellinvia, 59 anni inteso “Django”. Altra pena a 12 anni di reclusione, solo come partecipe dell’organizzazione mafiosa esclusa l’aggravante di capo promotore, per Antonino Calderone, 38 anni. Condanna a 6 anni e mezzo di reclusione e al pagamento di una multa di 2 mila euro, per Mariano Foti, 43 anni di Barcellona e 7 anni per Gaetano Chiofalo, 40 anni, abitante nella frazione Gala, entrambi riconosciuti colpevoli della sola estorsione.

Infine, solo per Foti e Chiofalo il Tribunale ha infatti escluso, assolvendo entrambi, il reato associazione mafiosa.
Gli stessi Foti e Chiofalo, assieme ad Antonino Bellinvia, sono stati assolti anche dai reati di furto, detenzione e porto illegale di armi.