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Sono in 1.741, perlopiù giovani inoccupati e disoccupati, ma anche disabili e soggetti svantaggiati, che hanno svolto il tirocinio di 6 mesi presso le imprese ed enti siciliani, finalizzato ad ampliare le possibilità di inserimento lavorativo; molti di loro aspettano ancora, dalla Regione, i 3.000 Euro lordi (500 mensili) di indennità di partecipazione, dopo 30 mesi dalla conclusione del percorso formativo.

È la denuncia di uno di loro, Oreste Lauria, secondo cui circa 500 tirocinanti aspettano ancora il primo pagamento, dalla Regione Siciliana, da oltre 2 anni e mezzo dal tirocinio concluso, corresponsione che sarebbe invece dovuta avvenire bimestralmente durante il periodo formativo.

Si tratta di quei tirocini extracurriculari finanziati dal Fondo Speciale Europeo (FSE), cioè  il principale strumento utilizzato dall’Unione Europea per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti, utilizzato dalla Regione Siciliana col suo Programma Operativo FSE Sicilia 1420 – Avviso 22/2018, con una dotazione finanziaria programmata di 30 milioni.

Hanno partecipato inoccupati e disoccupati appartenenti a 3 diverse categorie, giovani (16-35), adulti (36-66), disabili e soggetti svantaggiati. La maggior parte di loro, al termine del tirocinio, non ha ricevuto la sperata stabilizzazione lavorativa presso il soggetto ospitante, mentre in 500, come dicevamo, neanche l’indennità di partecipazione, che avrebbero anche ristorato le spese sostenute. Ed è un vero peccato che non sia avvenuta la stabilizzazione lavorativa, perché questo avrebbe comportato sicuri vantaggi per il lavoratore, rendendo davvero efficace la misura pubblica, ma anche per le imprese e gli enti, i quali avrebbero ricevuto dalla Regione un bonus di 6.000 Euro per il primo anno ed 8.000 per il secondo (3.000 e 5.000, se a tempo determinato), per ogni tirocinante assunto.

Secondo Lauria, che si dichiara portavoce dei tirocinanti, “il Parlamento regionale della Sicilia avrebbe dovuto essere il garante dei diritti costituzionali dei lavoratori ed avrebbe dovuto risolvere con un suo intervento l’annosa vicenda. Al contrario invece le istituzioni della politica regionale siciliana non fanno altro che nascondersi per non risolvere il reale motivo dei ritardi su pagamenti dovuti. Molti tirocinanti sono in attesa di essere pagati dalla Regione Siciliana da oltre 2 anni e mezzo e non si vede la luce in fondo al tunnel. Ad oggi non ci sarebbe una via d’uscita da questo labirinto burocratico. Ne rimangono da pagare circa 500 tirocinanti è non ci sono tempi previsti per concludere tutti i pagamenti. Ogni giorno che passa – continua il portavoce – si affievolisce la fiducia nelle istituzioni della politica regionale siciliana e sono arrivato a tal punto di essere indignato. I tirocinanti sono lavoratori che hanno il diritto di essere tutelati. Sono persone che hanno lavorato presso enti pubblici e privati e molti non hanno ancora ricevuto quanto gli spetta per il lavoro svolto. Se da una parte la speranza è l’ultima a morire, dall’altra la politica regionale non si pronuncia e non da rassicurazioni in merito. Tra intoppi burocratici ed amministrativi i tirocinanti rischiano di non essere più pagati e questo ha un peso maggiore in questo periodo storico nel quale siamo costretti ad affrontare una crisi economica senza precedenti”.

Lauria aggiunge un’amara riflessione sull’efficacia della politiche attive del lavoro regionali “I tirocinanti, alla fine del loro percorso formativo, sono rimasti in buona parte disoccupati e questo la dice lunga sulla inutilità delle misure delle politiche attive del lavoro adottate dalla Regione Sicilia che non garantiscono l’occupazione, se non nello sfruttamento a tempo dei poveri disoccupati siciliani”.

E conclude caustico “La vicenda dei tirocinanti è un quadro molto triste e l’emblema di una Sicilia allo sbando, che ancora oggi non trova soluzioni alternative per venire incontro ai bisogni dei siciliani. Ad un passo dalle nuove elezioni regionali nessuna delle forze politiche che governano la Sicilia starebbe pensando ad un progetto lavorativo efficace inserendolo nel loro programma. Come sempre in questi casi, si pensa sempre più ad un modo per garantirsi la poltrona, senza pensare minimamente ai nostri giovani costretti a cercare lavoro lontano dagli affetti e dalla loro terra nativa”.