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Gli ottimi riscontri della prima fase di attuazione della “Rete dei servizi di facilitazione digitale” attivata dalla Regione Siciliana con la Misura 1.7.2 del PNRR di cui il Gal Nebrodi Plus è soggetto sub-attuatore, e la proposta innovativa per la creazione di una Associazione Nazionale dei Facilitatori Digitali, sono stati i temi al centro dell’incontro promosso dal Gal Nebrodi Plus, svoltosi nella meravigliosa cornice di Villa Piccolo a Capo d’Orlando.

A portare un autorevole e prezioso contributo, l’avvocato Sebastiano Faramo, esperto nei settori del diritto informativo e della transizione tecnologica, che ha parlato della Transizione Digitale nella pubblica amministrazione, ed il professore Antonio Matasso, che si è invece soffermato sulle implicazioni tra l’utilizzo di nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, e garanzia della privacy.
La Dott.ssa Giusi Maniaci, responsabile del progetto della Rete dei Facilitatori Digitali del Gal Nebrodi Plus ed il coordinatore della Rete dei facilitatori, Dott. Calogero Sardo Viscuglia, hanno quindi illustrato il bilancio dell’attività sin qui condotta dai 34 facilitatori digitali che da novembre scorso sono operativi nei 17 centri di facilitazione dislocati sul territorio dei Nebrodi. Un impegno costante e qualificato da parte di tutti i professionisti, certificato dal raggiungimento del 92% del target complessivo previsto dal progetto in scadenza a fine anno, con circa 11.200 persone che hanno avuto accesso ai servizi di facilitazione.

Un risultato particolarmente lusinghiero che colloca il Gal Nebrodi Plus tra i primi nella graduatoria regionale dei Gal sub-attuatori della misura 1.7.2.
Nel corso dell’incontro, il presidente Francesco Calanna ha quindi lanciato la proposta innovativa della costituzione di una vera e propria “Associazione Nazionale dei Facilitatori Digitali”, ai sensi della legge 4/2013, che possa diventare soggetto interlocutore accreditato per i servizi di facilitazione, con professionisti adeguatamente formati e qualificati. «L’idea nasce dal confronto con gli altri Gal che hanno attivato i centri di facilitazione in Sicilia e con altre realtà che hanno operato sul territorio nazionale, e dalla consapevolezza che nel panorama delle professioni si impone quella del facilitatore digitale, in grado di accompagnare questa transizione digitale di cui c’è necessità e che è alla base dello sviluppo economico e sociale del Paese – sottolinea Calanna –. Un tema che interessa dunque non solo la pubblica amministrazione ma anche le imprese ed il mondo delle professioni».