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Passeggeri in calo del 76 per cento nelle prime tre settimane di marzo. L’aeroporto di Palermo è aperto (come è previsto dal decreto del ministero dei Trasporti) e opera al momento con tre movimenti al giorno (due voli da e per Roma Fiumicino e uno da e per Lampedusa). 

Il drastico taglio dei voli effettuato dalle compagnie aeree – a causa dell’emergenza sanitaria Covid19 – ha fatto segnare, nella terza settimana di marzo, il calo dei passeggeri del 98 per cento – in media 250 passeggeri al giorno – e -94 per cento sui movimenti rispetto allo stesso periodo del 2019. 
Il raffronto dei dati 2020/2019 sulle prime tre settimane di marzo è impietoso: -76 per cento (-53 per cento sui movimenti). Le statistiche sull’anno consegnano un -21 per cento sui passeggeri e un -14 per cento sui movimenti), dati destinati a peggiorare.
Inoltre, la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali all’interno dell’aerostazione ha causato l’inevitabile crollo dei ricavi.
Già agli inizi di marzo, la Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Palermo Falcone Borsellino, ha messo in campo un piano straordinario per ridurre i costi di gestione, per tentare di mitigare in parte i danni economici causati dal crollo del traffico aereo e salvaguardare i livelli occupazionali: razionalizzazione dell’efficienza energetica, rimodulazione delle operazione nel terminal, a partire dalla concentrazione e dall’accorpamento dei banchi check-in e dei gate partenze e arrivi, smaltimento delle ferie residue dei dipendenti, blocco delle prestazioni straordinarie e lavoro a distanza (smart working).
Oggi, infine, è stato siglato con i sindacati di categoria l’accordo per la cassa integrazione straordinaria (cigs) di dodici mesi, per tutti i dipendenti, con il mantenimento dei servizi minimi, richiesta da Gesap per crisi aziendale dovuta a eventi improvvisi e imprevisti.
“Per attivare concretamente la cigs, l’ultimo passaggio formale è la convocazione da parte dell’ufficio provinciale del lavoro, che si attende con urgenza – afferma Giovanni Scalia, amministratore delegato di Gesap – in questa situazione surreale la società si è trovata a dover affrontare una crisi improvvisa e inaspettata che, con grande senso di responsabilità di tutti i lavoratori, si sta fronteggiando, garantendo i servizi essenziali e l’operatività stessa dell’aeroporto. L’accordo di avvio della cigs con i sindacati garantisce una concreta salvaguardia dei livelli occupazionali e farà si che questa crisi non metta a repentaglio nessun posto di lavoro”.

“L’accordo per la Cassa integrazione
straordinaria dei lavoratori della Gesap, società che gestisce lo
scalo aeroportuale Falcone-Borsellino di Palermo, è un atto dovuto e
di responsabilità nei confronti di tutto il personale che, nonostante
le evidenti difficoltà del momento, ha finora assicurato la piena
operatività della struttura con grande spirito di sacrificio”. Lo dice
Gianluca Colombino, segretario nazionale Legea Cisal.

“La Gesap è una società sana e con bilanci in attivo – continua
Colombino – ma abbiamo dovuto prendere atto del tracollo del traffico,
dei passeggeri e dei ricavi e quindi della necessità di ricorrere agli
ammortizzatori sociali. Spiace constatare che la decurtazione degli
stipendi riguarderà anche il personale impegnato in prima linea nei
servizi essenziali, a cui non verrà garantita alcuna forma di
compensazione: per questo abbiamo chiesto a Gesap di integrare i
salari con una quota pari a quella dell’integrazione del Fondo
trasporto aereo, anche sotto forma di prestito. All’esame congiunto
presso l’Ufficio del Lavoro non faremo mancare la nostra firma, ma
chiediamo al governo e alla commissione del Fondo sul trasporto aereo
di intervenire per colmare le lacune legislative che penalizzano i
redditi dei lavoratori”.

Coronavirus, aeroporti italiani in crisi A rischio i redditi dei lavoratori dell’Handling Cisal: “In gioco il futuro di oltre 10 mila dipendenti”

“Il Coronavirus ha messo in ginocchio anche il traffico aereo, in
particolar modo in Italia, con danni incalcolabili sulle società e
preoccupanti riflessi sui lavoratori di tutti gli scali della
Penisola: specie nel settore dell’Handling, i servizi a terra per
passeggeri e compagnie aeree, servono interventi immediati per oltre
10 mila addetti. Chiediamo al Governo nazionale un Decreto Legge che
consenta di integrare gli ammortizzatori sociali previsti dal Cura
Italia, non penalizzando i lavoratori”. Lo dicono il segretario
generale della Cisal Francesco Cavallaro e il segretario nazionale
della Legea Cisal Gianluca Colombino, intervenendo sulle difficoltà
delle società Handlers che in gran parte avevano già in atto degli
ammortizzatori sociali. Si tratta delle società che si occupano dei
servizi di assistenza a terra, carico e scarico bagagli, check-in,
imbarco passeggeri e biglietteria.

“E’ necessario che il Governo si attivi subito per estendere
l’integrazione del Fondo del Trasporto Aereo a tutte le forme di Cassa
integrazione dovute al Covid-19 – continuano Cavallaro e Colombino –
evitando così di far perdere a oltre 10 mila lavoratori una quota
consistente della retribuzione, per una cifra che in alcuni casi può
andare da 400 a 800 euro al mese. Una situazione inaccettabile e a cui
bisogna porre immediatamente rimedio, visto che si tratta di un
settore nevralgico ed essenziale per il Paese. L’attuale statuto del
Fondo del Trasporto Aereo, infatti, non consente di agire in modo
chiaro, generando incertezze: siamo di fronte a un pericoloso vuoto
normativo che va subito colmato con un Decreto e la modifica dello
statuto, estendendo l’integrazione del Fondo del Trasporto Aereo a
tutti gli ammortizzatori sociali attivati per il Coronavirus e quindi
anche alle aziende non incluse nei Fondi Fis e bilaterali”.