La calcolosi urinaria rappresenta un importante problema di salute pubblica che colpisce in Italia circa il 10% della popolazione. Negli ultimi anni, molteplici innovazioni tecnologiche sono state applicate al trattamento dei calcoli renali.
Durante gli interventi viene utilizzato il laser e tra questi il laser ad Olmio di nuova generazione con fibre laser anti retropulsione, che insieme ai miglioramenti nelle tecniche chirurgiche endoscopiche, consente, in mani esperte come quelle del Dr. Francesco Mastroeni Direttore dell’ U.O.C. di Urologia ed alla sua equipe costituita dal Dr. Alessandro Gali’, Dr. Pietro Pappa, Dr Giuseppe Ciccarello, Dr. Alberto Domici e dalla Dr.ssa Alessia Militello, la completa polverizzazione del calcolo renale di grandi dimensioni. L’evoluzione negli strumenti utilizzati che li ha resi, al contrario, di calibro progressivamente più piccolo, permette di eseguire interventi sempre meno invasivi e più rispettosi delle caratteristiche anatomiche di tutti i pazienti.
Per il trattamento dei calcoli di grandi dimensioni, superiori ai 2,5 cm, la litotrissia percutanea (PCNL per gli autori anglosassoni) rappresenta a tutt’oggi il trattamento di prima scelta. L’intervento è stato eseguito in anestesia generale attraverso un accesso percutaneo nel fianco del diametro di circa 1 cm che ha consentito l’accesso al rene. Attraverso un piccolo tubicino denominato “camicia”, del diametro di circa 1 cm, che permette di mantenere una via stabile di accesso al rene durante tutto l’intervento, è stato utilizzato uno strumento ottico (nefroscopio) all’interno del quale è stata introdotta una sonda ad ultrasuoni. La sonda è stata utilizzata dal Dr. Mastroeni per frantumare il calcolo in frammenti. Si tratta di un procedimento che offre il vantaggio di ottenere una completa bonifica del calcolo per lo più con una singola procedura, in una percentuale di casi che si avvicina al 100%.
La riduzione nelle dimensioni degli strumenti e dei dispositivi endoscopici ha reso inoltre possibile collocare l’estremità di questi ultimi nelle immediate vicinanze del calcolo, in modo che, attraverso l’applicazione di un meccanismo di aspirazione interna, siano capaci di asportare completamente tutta la polvere creata, non lasciando alla fine alcuna traccia del calcolo trattato. La qualità della visione digitale in alta definizione consente di eseguire tutte le manovre endoscopiche con la massima precisione e sicurezza, nonché di evidenziare già durante l’intervento i minimi dettagli dei calcoli, distinguendone non solo la natura, e quindi potenzialmente l’origine, ma addirittura la suddivisione nei singoli strati di sedimentazione che li hanno formati nel tempo, in modo analogo a quanto accade con le rocce.
Nella maggior parte dei casi, dopo un intervento endoscopico per calcoli renali, i pazienti possono tornare a casa il giorno successivo senza aver avvertito alcun dolore. Di massima importanza è la sinergia con gli anestesisti in quanto con le nuove tecniche di anestesia loco regionale è possibile eseguire tali interventi senza una anestesia generale che potrebbe essere controindicata in pazienti con comorbidita’ elevate.
La componente infermieristica specializzata, diretta dal Coordinatore Adolfo Calogero,è un fiore all’occhiello della S.C. di Urologia del Papardo che collabora quotidianamente con tutta l’equipe medica. Anche il periodo post-operatorio è meglio tollerato, grazie alle innovazioni nei materiali e nel design dei dispositivi medici utilizzati a protezione del rene dopo l’intervento, che possono essere mantenuti per un tempo più limitato e dei quali a volte si può addirittura fare a meno, grazie alla minore invasività dell’intervento.