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E’ ancora in corso il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria di Milazzo, in questa sede si deciderà in pratica quanto la Raffineria sarà autorizzata ad inquinare nei prossimi anni.

L’ADASC “Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini” ed il “Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela” sono intervenuti per la seconda volta all’interno della procedura. Le due Associazioni hanno infatti inviato una corposa relazione contenente osservazioni critiche alla documentazione presentata dall’industria, nonché alcune precise richieste volte ad una significativa riduzione dell’inquinamento e del rischio sanitario.
“Oggi esistono le tecnologie per ridurre drasticamente le emissioni di agenti inquinanti da parte della Raffineria, – si legge nella nota congiunta appena diffusa – ma quest’ultima appare restia ad applicarle perché ciò richiederebbe corposi investimenti. Evidentemente l’azienda preferisce continuare ad investire in sponsorizzazioni, nel tentativo non tanto velato di zittire le coscienze, piuttosto che investire per ridurre l’inquinamento ed i rischi per la salute.
Nella proposta della Raffineria infatti non è affatto contemplata l’implementazione di tutte le tecnologie applicabili capaci di abbattere in modo sostanziale l’inquinamento delle matrici ambientali. Inoltre l’azienda ha controdedotto rispondendo negativamente sia alle prime osservazioni inviate dalle associazioni, sia al parere del Ministero della Salute che, con il supporto tecnico-scientifico dell’istituto Superiore di Sanità, ha raccomandato parametri restrittivi per diverse tipologie di inquinanti dannosi.
E’ bene precisare che una riduzione delle emissioni della Raffineria dovrebbe essere imposta innanzitutto per esigenze di salute pubblica, specie dopo una mole di studi scientifici, sanitari ed epidemiologi e le raccomandazioni dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Valle del Mela.
Ad esempio uno studio condotto dall’Università di Messina ha rilevato un’incidenza di acromegalia (una patologia endocrina di origine tumorale) piu’ che doppia nel comprensorio del Mela rispetto al resto della Provincia, ipotizzando il probabile ruolo degli idrocarburi aromatici.
Le campagne di monitoraggio ARPA in effetti hanno spesso riscontrato elevate concentrazioni di idrocarburi non metanici nell’aria del comprensorio a seguito delle segnalazioni di odori molesti che spesso si sentono provenire dalla zona industriale; negli anni l’ARPA ha chiarito come tali composti provengano verosimilmente proprio dai cicli produttivi della Raffineria.
L’applicazione del principio di precauzione, sancito a livello europeo, richiederebbe dunque l’adozione di tutte le misure possibili per ridurre al minimo le emissioni della Raffineria. Misure che oggi esistono e sono perfettamente applicabili, eppure la loro prescrizione da parte del Ministero dell’Ambiente non è affatto scontata.
Per ottenere questo importante risultato è fondamentale che le amministrazioni coinvolte nella procedura (Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, Città Metropolitana, Regione) richiedano con forza e determinazione l’applicazione di ben precise BAT (migliori tecnologie disponibili) evidenziate nelle osservazioni delle due Associazioni. Peraltro l’applicazione di tali tecnologie creerebbe economia ed occupazione, in quanto richiederebbe considerevoli investimenti da parte dell’industria.
Nella corposa relazione delle due associazioni sono state richieste anche una notevole restrizione dei limiti emissivi, compatibilmente con la prescrizione delle BAT anzi dette, misure capaci di abbattere le emissioni odorigene, un sistema efficiente di monitoraggio ambientale, l’applicazione del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 da poco approvato in merito alla progressiva eliminazione degli impianti, la progressiva riduzione della capacità di petrolio da trattare: insomma una vera e propria rivoluzione, ma soprattutto una rivoluzione possibile e fattibile.
Chiediamo ai Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, alla Città Metropolitana di Messina ed alla Regione Siciliana – concludono – di assumere al più presto una posizione ufficiale in merito a tali osservazioni, sia di fronte ai cittadini che in seno alla procedura in corso, a tutela dei cittadini e del territorio in tutte le sue componenti”.