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Si è svolta nel pomeriggio di domenica 23 aprile, presso l’Auditorium San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto la presentazione del saggio “Il riscatto di Serse” di Carmelo Eduardo Maimone che della filosofia ha fatto la sua ragione di vita e che con merito ha riempito, come poche altre volte è accaduto ad altri, l’Auditorium di amici ed estimatori.

L’incontro è stato moderato da Giulia Carmen Fasolo, Direttrice Editoriale della Smasher, la Casa Editrice di Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo i ringraziamenti rivolti all’illustre Prof. Giuseppe Rando dell’Università degli Studi di Messina, allo stesso autore Maimone, all’Assessore Gianluca Sidoti, al conte Molino e ai diversi rappresentanti delle Associazioni del territorio che hanno deciso di presenziare all’evento, la Fasolo ha dato immediatamente spazio ai saluti istituzionali, oltre a manifestare le condoglianze pubbliche al Sindaco Roberto Materia per la perdita della madre. Quindi l’Assessore Gianluca Sidoti ha portato i saluti di tutta l’Amministrazione comunale ringraziando gli organizzatori di questo evento, complimentandosi con la Casa Editrice per la scelta e ribadendo l’apprezzamento per l’impegno culturale di Carmelo Eduardo Maimone.

L’editrice ha ripreso la parola, ringraziando l’Autore per aver scelto per la quarta volta di pubblicare con la Smasher e di dare a essa delle Opere di così grande valore culturale (ricordiamo, infatti, che Maimone ha già pubblicato, per i tipi Smasher, la silloge “Autunnali rifrangenze”, il romanzo “Fiori in dicembre” e il percorso autobiografico sul Cammino di Santiago “La via della luce”, tutti di grandissimo successo in termini di vendite e di apprezzamento da parte della critica, ndr). La Fasolo ha suggerito al numeroso e attento pubblico di concentrarsi su due temi, tra tutti quelli possibili. Prima ha precisato che “Il riscatto di Serse” è il tentativo, da parte dell’autore, non di trovare alibi storici alla storia di Serse e alla sconfitta a Salamina, ma di guardare la storia anche da un’altra prospettiva.

Carmelo Maimone ha deciso di adoperare la tecnica dei dialoghi per far parlare con Serse personaggi anche non contemporanei a lui (basti pensare a Leopardi, a Dostoevskij, a Junger, al contemporaneo Salvatore Natoli, ecc.). Lo scopo è quello di attraversare i temi più importanti che riguardano l’umanità (il senso della vita, il dolore, etc.) partendo però dalla storia di Serse e dalle sue scelte. Ed è qui che la Fasolo ha proposto al pubblico presente di partire innanzitutto dal concetto greco di hybris. Termine che, pur avendo come la stessa editrice ha sottolineato un significato polisemico, è pacifico venga tradotto con l’italiano “tracotanza”. Serse, dagli storici, spesso è stato considerato vittima della sua superbia, alterigia, tracotanza, arroganza… tanto da spingere un popolo alla guerra e a scelte che si sarebbero rivelate disastrose per sé e per la propria terra.

La Fasolo accompagna in modo magistrale il pubblico nella ricerca delle motivazioni su così tanta tracotanza. Perché Serse perde? Perché Serse compie determinate scelte? Tra le varie argomentazioni avanzate, la Fasolo si è anche servita dei concetti più importanti che stanno alla base delle tragedie greche, anche a dimostrare che spesso gli dei puniscono non solo per la propria condotta tracotante, ma anche per la colpa commessa dagli avi, poiché la tisis degli dei si ripercuote su qualcuno non se qualcuno è colpevole in modo diretto, ma anche se non lo è subendo magari la colpa dei suoi avi. Serse potrebbe essere stato spinto dalla propria hybris o da essa in quanto tale, afferma la Fasolo. Ma chi può negare che non vi siano colpe anche in Dario, in Ciro?

Ma un secondo aspetto, nella trattazione molto accurata dell’editrice, è stato un altro pilastro delle tragedie greche, quella che viene definita “l’invidia degli dei”. Secondo alcune visioni, infatti, gli dei non vengono considerati esempi di giustizia, ma divinità capricciose, invidiose, litigiose. La Fasolo, a tal proposito, ed anche con qualche sfumatura di ironia, ha fatto riferimento al ratto di Elena, allo scoppio della guerra di Troia, ricordando a tutti la litigiosità di Era, Atena e Afrodite che si contendevano la mela della più bella… e di come si siano presentate davanti a Paride, proponendo a lui di scegliere fra tre doni. La domanda posta è se i drammi di Serse e quelli degli individui, quei dolori che ognuno di noi ogni giorno si trova a fronteggiare proprio malgrado, siano dovuti alla nostra tracotanza o all’invidia degli dei. Per l’editrice, la verità forse sta a metà. Ma il senso più importante del volumetto, conclude la Fasolo, è un altro: Serse ci spinge all’autoconsapevolezza, all’assunzione di responsabilità, all’individuazione delle eventuali colpe nelle nostre azioni affinché vi si trovi non un alibi o una giustificazione a quanto commesso, ma affinché se ne faccia tesoro per evitare nuovi drammi, per quanto possibile.

A questo punto la parola è passata al Prof. Rando dell’Università degli Studi di Messina, il quale si è detto felice di avere scritto la prefazione al volume, definendo Carmelo Maimone un amico. Il professore ha sottolineato anche che dalla posizione nella quale si trova (vive a Messina), Barcellona viene vista come un vero centro culturale, ricca di fermenti. Tra l’altro, non è la prima volta che Rando presenta un volume a Barcellona: ha già presentato un volume di Giuseppe Messina, edito sempre per i tipi Smasher, e prossimamente presenterà quello di Maria Morganti Privitera (poetessa presente in sala insieme all’apprezzatissima Elvira Alberti). “Perché un professore di letteratura scrive una introduzione ad un saggio filosofico?” ha esclamato, continuando così: “Non credo al professore retore, oggi ci vuole un’apertura a 360 gradi con conoscenza della psicologia, della sociologia, della filosofia ecc. Uno dei pregi del libro di Maimone è l’estrema attualità in quanto è dedicato al dibattito odierno. Poi si tratta di un libro breve, leggibile, lontano dagli ermetismi del linguaggio filosofico e si potrebbe accostare a Nietzsche. Un altro dei meriti del libro è il linguaggio colloquiale, si potrebbe paragonare ai Dialoghi di Platone o al Leopardi stesso”.

Infine l’intervento più atteso quello dell’autore: Carmelo Maimone ha ringraziato tutto il pubblico presente in Auditorium così esordendo: “Ho cercato di mettere in chiaro alcuni punti: oltre al nichilismo che effettivamente ha un ruolo centrale in questo mio lavoro. Solo con la modestia della mente si può arrivare alla serenità dell’anima“. Ha quindi fatto riferimento al Leopardi dello Zibaldone definendolo “uno fra i più grandi filosofi”. Ricordiamo, anche, che Carmelo Maimone – cultore di filosofia – è molto legato al pensiero tedesco, ma non solo a esso, pulendolo da ogni riferimento politico, perché “il pensiero non sta né a destra né a sinistra, né al centro. Il pensiero è della verità”. Maimone si è concentrato sul concetto di dolore, della vita, della ineluttabilità della morte. Il dolore, per l’autore, è un volano alla comprensione. Qui i riferimenti a Zarathustra sono stati immediati e apprezzati dal pubblico attento nonostante l’ora ormai tarda. Carmelo Eduardo Maimone ha dichiarato, in conclusione, che Serse è la coscienza di ognuno di noi chi si interroga per avere risposte, il nichilismo è la perdita di valori, anche quando la risposta “Dio è morto” proviene da Zarathustra. “Oggi abbiamo perso la via dell’intelletto, siamo troppo materialisti”.

Ha ripreso la parola l’editrice, per i saluti finali. Ringraziando il pubblico partendo da due dediche presenti nel libro di Carmelo Maimone: una agli amati genitori, scomparsi da poco più di un anno; la seconda a Mariano Pietrini, amico fraterno non solo dell’autore, ma di tutta la città di Barcellona Pozzo di Gotto. Complimenti, dunque, alla Smasher per l’ottima scelta editoriale, ma soprattutto a Carmelo Eduardo Maimone che ha donato alla città di Barcellona Pozzo di Gotto (e non solo a essa) un’opera di così alto pregio.