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Sarà inaugurata alle ore 18,00 di sabato 24 febbraio a Milazzo, nella Chiesa di San Giacomo, la mostra “Numbers – Guardians of the secret”.

Si tratta dei lavori del Laboratorio Materico-Informale curato da Matt Dragà e tutte le opere sono state realizzate dai “piccoli artisti” nonché Ragazzi Speciali dell’Oratorio “Giovanni Paolo II” di Olivarella.

La mostra è organizzata dalla GALLERIA PROgetto CITTÀ di Andrea Cristelli e dallo stesso Oratorio, con il patrocinio del comune di Milazzo.

Come detto l’esposizione dei lavori avrà luogo in una location insolita per una mostra, ma volutamente scelta per unire un bene storico della città di Milazzo ad un progetto che non è solo artistico ma di integrazione sociale, senza limiti, dove ciascun ragazzo ha partecipato con interesse, con il desiderio di potersi esprimere, un modo per coinvolgerli nel fantastico mondo dell’astrattismo, nell’arte contemporanea che forse molti pensano sia incomprensibile, eppure quando c’è anima ed amore tutto prende forma.

Lo stesso artista che cura la mostra, Matt Dragà, ce la presenta così: “Si tratta di un progetto che non è solo artistico ma di integrazione sociale, senza limiti, dove ciascun ragazzo ha partecipato con interesse, con il desiderio di potersi esprimere; un modo per coinvolgerli nel fantastico mondo dell’astrattismo, nell’arte contemporanea che forse molti pensano sia incomprensibile, eppure quando c’è anima e amore tutto prende forma. Obiettivo della mostra sarà quello di spiegare le loro emozioni perché sono loro i custodi di segreti. Chi apprezza l’arte contemporanea cerca di guardarla dentro, come fanno i bambini quando rompono un gioco e si sforzano per vedere com’è stato costruito, usando la fantasia e non preoccupandosi dei principi meccanici che ci sono alla base.

Un grande artista come Pablo Picasso disse: ‘Perché due colori, messi uno accanto all’altro cantano? Si può davvero spiegare questo? No, così non si può mai imparare a dipingere.’

Voglio citare uno dei più grandi pittori del mondo, l’inventore dell’arte moderna, perché quando iniziò a dipingere aveva otto anni ed ha stupito tutti con la propria longevità creativa, lavorando infatti fino all’età di novantun anni. E’ vero anche che non si può avere la presunzione di saper dipingere o peggio quella di insegnare tecniche universali; più divertente usare il termine ‘laboratorio’ ed ancora più stimolante lavorare con i bambini per farsi travolgere dal loro mondo interiore, dalla loro genuina e spontanea libertà. Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo e spesso è madre dei suoi sentimenti: possiamo trovare ispirazione da principi estetici del passato ma per generare qualcosa di nuovo è indispensabile osservare ciò che la natura ci regala ogni mattina, andare per strada cercando colori e sfumature. Osservare le rocce, di qualsiasi tipo, sedimentarie, vulcaniche o metamorfiche e cogliere il dettaglio di fratture o striature: questa è la magia dell’informale che rimane sulla materia. Non ci siamo posti limiti nel movimento, traendo ispirazione e incoraggiamento da Jackson Pollock, il grande pittore che cercava spazi sempre più grandi per sperimentare, collocava la tela a terra e non si preoccupava di far vibrare il pennello, amava la libertà, si emozionava quando scuoteva la vernice sulla superficie orizzontale, partendo sempre da punti nuovi. Nonostante sia stato contestato da illustri critici dell’arte, i suoi sorprendenti risultati, intrisi del suo indisciplinato mondo interiore, vengono tuttora apprezzati e considerati riferimento di chi dipinge per esprimere movimenti, energie, sensazioni ancor prima della percezione della forma definita. Con velocità dipingeva, si fermava per far asciugare il colore, apportava modifiche e non si preoccupava di rovinare il quadro, perché esso aveva una sua propria vita fatta di istanti che nessuno poteva ripetere o imitare.

Il laboratorio mi ha permesso di vivere momenti di intensa libertà espressiva in cui ho visto occhi felici, ‘ascoltato’ silenzi in cui l’emozione del risultato cromatico ottenuto risuonava nell’ambiente in maniera molto più forte di quanto possano fare le parole: questa è la potenza dell’arte, restituisce ciò che vi è stato negato, vi permette di sognare e di esprimervi senza nessun limite. Nella pittura il vostro colore preferito crea la luce, sfuma le ombre di chi non riesce a comprendervi, per pigrizia o per semplice egoismo, e nei percorsi  creati non possiamo non pensare al mare come luogo ideale di serenità e pace per l’anima.”

Ricordiamo infine che la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 4 marzo tutti i giorni dalle ore 17,00 alle ore 20,00.