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“La gestione dei rifiuti è una questione centrale, per la vivibilità e per l’immagine di un territorio, per la difesa della legalità, ma anche per la sopravvivenza o lo sviluppo di interi settori economici.” Così afferma Carmelo Ceraolo a pochi giorni dal referendum per dire no all’inceneritore a cui sono chiamati i cittadini dei comuni di San Filippo del Mela Pace del Mela e Gualtieri Sicaminò .

Tra l’altro gli inceneritori non servono nemmeno a chiudere le discariche ma al contrario contribuiscono a nutrire le discariche con le loro scorie e con i sottoprodotti dei sistemi di filtraggio dei fumi tutti materiali altamente tossici.

Non bisogna dimenticare, anzi bisogna porre l’attenzione anche e soprattutto sul fatto che la Valle del Mela è considerata un’area ad alto rischio ambientale, è recente uno studio epidemiologico svolto dall’università di Messina sulla salute dei cittadini residenti in quella zona.

“Per sottolineare l’assoluta contrarietà alla realizzazione dell’inceneritore  Legambiente del Longano pone l’attenzione su alcuni studi recenti.

Uno studio epidemiologico recente in una coorte di soggetti che vivono nella contrada Gabbia  (Valle del Mela zona) ha dimostrato che il tasso di mortalità ed il numero di dimissioni ospedaliera record per il cancro si sono incrementati. In accordo con questi risultati, l’analisi dell’Osservatorio  Epidemiologico per i tumori specifici mostrano un  aumento statisticamente significativo nella percentuale di tumori del colon  e del retto e mieloma multiplo. Inoltre, tale analisi ha sottolineato che la popolazione femminile mostra un aumento di incidenza di cancro al seno, mentre la popolazione di sesso maschile ha avuto un aumento significativo dei tumori maligni della trachea, bronchi e polmoni, il sistema nervoso centrale, e della tiroide.

Le problematiche ambientali della zona che si ripercuotono pertanto sulla salute dei cittadini sono legate alle diverse e significative attività industriali presenti, altamente impattanti ed inquinanti: le caratterizzazioni eseguite hanno mostrato una diffusa contaminazione dovuta alla presenza di benzene, toluene, xilene, benzo(a)pirene, policlorobifenili (PBC), tetracloroetilene e metalli pesanti come nichel, cromo, piombo, cadmio rame e manganese.

Lo studio del Prof. Francesco Squadrito sul biomonitoraggio dell’area di Milazzo – Valle del Mela (Iniziativa per la tutela della salute e per la protezione delle popolazioni delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale esposte a “distruttori endocrini” quali i metalli pesanti: Area di Milazzo – Valle del Mela, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Messina ha analizzato i campioni biologici di 200 bambini tra 12 e i 14 anni della Valle del Mela, rilevando valori abbondantemente superiori al limite umano per alcuni metalli pesanti che potrebbero avere ripercussioni sul sistema endocrino e riproduttivo (nichel a San Filippo del Mela; cromo a San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela e Milazzo; cadmio a Santa Lucia del Mela, San Filippo del Mela, Milazzo, Gualtieri Sicaminò, San Pier Niceto, Pace del Mela).

I distruttori endocrini causano effetti negativi sulla salute di un organismo intatto o la sua progenie e sono molto pericolosi per via della loro azione a lungo termine sul sistema endocrino. Nella popolazione femminile causano l’incremento di rischio di aborti spontanei, la morte fetale intrauterina e parti pretermine, mentre nei maschi inducono oligospermia e riduzione della motilità degli spermatozoi.

L’idea di cambiamento e di modernità non può essere legato alle trivellazioni petrolifere, alle grandi opere inutili o agli inceneritori e alle fonti fossili; le sfide del futuro richiedono ben altro approccio, i rifiuti devono essere utilizzati non come una risorsa da “bruciare” ma da riutilizzare, recuperare, riciclare, secondo i principi dell’economia circolare, vanno oltre: la richiesta è anche quella di proporre piani che sostituiscano la tecnologia dell’incenerimento con le più moderne e sostenibili tecnologie a freddo, indirizzate prioritariamente al recupero di materia anche dai rifiuti residui.

È nostro dovere ridurre, gestire e smaltire i rifiuti attraverso una gestione integrata che tenga conto innanzi tutto e sopra tutto la salute delle persone e dell’ambiente che devono essere anteposti agli interessi economici dell’impresa di gestione dei rifiuti sia essa pubblica o privata.

Non possiamo rimanere inermi di fronte a questa drammatica realtà, possiamo e dobbiamo ancora cambiare rotta e restituire alla future generazioni un mondo ospitale”.