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Arriva nel pieno del dibattito, sulla riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela ed a pochi giorni dal referendum consultivo a cui sono chiamati ad esprimere il loro parere i cittadini dei comuni di San Filippo e Gualtieri Sicaminò, una vera e propria ‘doccia fredda’ dalla conferenza delle Regioni a Roma.

La proposta del governo Renzi riguardante il nuovo piano nazionale dei termovalorizzatori sarebbe stato approvato, attraverso il decreto che prevede la realizzazione di 8 nuovi inceneritori in tutta Italia di cui 2 in Sicilia. Sulla questione la tensione tra Palermo e Roma si è fatta altissima. Da parte sua la Regione ha sempre optato per realizzare 6 termovalorizzatori di piccole dimensioni rispetto al piano del governo che parla di 2 mega-impianti. Attacca la scellerata decisione del governo Renzi, il presidente siciliano Rosario Crocetta, che dichiara alle agenzie di stampa: “Il governo Renzi non imponga maxi termovalorizzatori, ci lasci stabilire in accordo con i comuni le dimensioni delle strutture, questo è un abuso assoluto da parte del governo nazionale”. Intanto si fa duro lo scontro all’interno del Partito Democratico siciliano tra gli schieramenti di renziani e crocettiani, ed anche questo aspro confronto, butta benzina sul fuoco di una calma apparente. Aspra e forte anche la reazione delle varie associazioni e movimenti ambientalisti regionali e locali.  

Al momento non c’è un piano su dove verranno impiantati i termovalorizzatori, anche se secondo forti indiscrezioni la centrale di San Filippo del Mela sarebbe uno dei siti quasi certi, in cui la A2A, importante azienda lombarda dell’energia, punterebbe a ‘riqualificare’ l’esistente centrale elettrica puntando sul CSS.

Sul tema, l’unico politico a volere gli inceneritori in Sicilia, sarebbe il sottosegretario di stato Davide Faraone che parla di: “Fine dell’immobilismo”, dichiarandosi da sempre favorevole alla realizzazione di questi impianti “ad alta tecnologia ed emissioni zero”. E lo scontro storico tra quest’ultimo e Crocetta che rimanda al mittente le accuse di immobilismo, diventa sempre più infuocato.

Inoltre il ritorno dei termovalorizzatori ha subito acceso le polemiche. Non solo Crocetta ha espresso il suo disappunto, ma anche Antonello Cracolici, assessore regionale e figura di riferimento del Pd siciliano: “Due termovalorizzatori proposti dal governo nazionale: è una proposta di chi non ha idea di cosa sia la Sicilia. Spero se ne rendano conto”.

Sulla questione, dubbi avanzati anche da un altro esponente del Pd, la presidente della commissione Ambiente dell’Ars Mariella Maggio, che invita piuttosto ad applicare la riforma e costituire le società di regolamentazione dei rifiuti per superare lo stallo.

Attaccano duramente tale scelta anche l’M5S dell’Ars, che pochi giorni fa accusavano il governo regionale di “perseguire obiettivi irraggiungibili per l’esecutivo: la verità è che si vuole creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori”.

Sule barricate, gli ambientalisti, con Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia, che dice: “Capisco che si vuole andare addosso a questo inconcludente governo regionale, ma non facciamo propaganda inutile annunciando che per risolvere il problema dei rifiuti si costruiranno gli inceneritori. E’ una scelta scellerata, obsoleta e vecchia”.

Infine l’assessore regionale all’energia e ambiente, Vania Contrafatto, vicina a Renzi, parla ancora di aumentare i numeri della raccolta differenziata. “La Contrafatto non è nemmeno a conoscenza di quello che c’è scritto nel piano regionale rifiuti. Gli inceneritori ci sono, questa è la posizione del Pd come testimoniato dalle dichiarazioni di Davide Faraone che dà degli irresponsabili a chi si oppone all’incenerimento. Ma a che titolo parla Faraone?”, dichiarano i grillini, Ignazio Corrao, Claudia Mannino, Angela Foti e Giampiero Trizzino che hanno diffidato la Contrafatto annunciando di agire per via giudiziaria.

In tale scenario assai convulso, nei prossimi giorni il governo nazionale mettere in atto il commissariamento per i rifiuti in Sicilia, dovuto alle continue emergenze per colpa di politiche regionali miope e scellerate in materia ambientale.

Nel durante in questi giorni, cittadini e movimenti che dicono No all’inceneritore affilano le armi, attraverso riunioni e cercando di informare ed invitare il più possibile la gente a partecipare al referendum per dichiarare il proprio dissenso riguardo ad un’impianto che potrebbe ulteriormente danneggiare lo stato ambientale e di salute della Valle del Mela.