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Sul presunto flop del concerto di Capodanno avvenuto al Teatro Mandanici, organizzato dal Comune in collaborazione con l’associazione Lions, nell’ottica della promozione della struttura e della beneficenza nei confronti dei soggetti svantaggiati, ha fatto tanto discutere un articolo pubblicato sulla ‘Gazzetta del Sud’ nella mattinata dello scorso sabato 12 marzo.

Il sindaco Roberto Materia non ha tardato a rispondere in merito alla questione, diffondendo nella giornata di ieri una nota stampa: “Ho avuto modo di leggere sulle pagine di un diffuso ed autorevole quotidiano edito nella nostra provincia un ampio articolo dal titolo enfatico – esordisce il primo cittadino – relativo ad un presunto flop del concerto di Capodanno 2015, organizzato – come qualcuno ricorderà – anche con l’obiettivo di raccogliere fondi da devolvere ad una Associazione che svolge meritoria opera d sostegno ai bambini autistici e alle loro famiglie. I contenuti di quell’articolo mi hanno particolamente colpito, – continua Materia – per cui nella stessa giornata ho inviato al Direttore di quella Testata una lettera in cui ho cercato di illustrare le ragioni del mio disagio a fronte di una informazione che reputo fuorviante, chiedendone anche la pubblicazione. Ad oggi, purtroppo, la lettera non ha ricevuto alcuno spazio, né alcuno di quella Testata ha dato conto del mio intervento ovvero ha ritenuto di sentirmi. Non mi resta, dunque, che rivolgermi agli Organi d’informazione indistintamente per cercare di dare pubblico conto della questione. E’ evidente che il concerto di Capodanno non ha registrato il sold out – nessuno, me per primo, se lo aspettava – ma è altrettanto indubbio che chiunque si appresta a giudicare l’iniziativa con animo sereno non può trascurare il fatto che 650 spettatori paganti– tanti, all’incirca sono stati quella sera – su 950 posti (sempre all’incirca) non possono certamente restituire il paradigma di un “flop”, bensì di un successo. Quanto affermo risulta ancora più vero, se abbiamo il buon senso di confrontare il dato relativo alle presenze del primo gennaio 2016 con quelli degli altri spettacoli analoghi che si sono tenuti al “Mandanici” in tutto l’anno precedente (50 abbonati). Se l’obiettivo dell’Amministrazione fosse stata la mera beneficenza, chiunque converrà che sarebbe stato molto più semplice e meno faticoso – anche per i soci del Lions, Associazione che ha promosso l’evento – devolvere un contributo: sarebbe stato più semplice ed anche più proficuo magari soltanto per ottenere un titolo favorevole sulla stampa. Ma non era questo il nostro obiettivo! L’idea – peraltro, come detto, avanzata dal Lions – è stata quella di legare l’immagine del Teatro “Mandanici”, che è il massimo simbolo del patrimonio culturale barcellonese, con i sentimenti di solidarietà della comunità cittadina: fare cultura per promuovere la solidarietà. L’idea – evidente a chiunque – è stata quella di creare un evento che promuovesse l’attenzione della comunità verso l’arte e la cultura, che si autofinanziasse e che consegnasse al contempo l’opportunità di aiutare chi ha più bisogno.  Se tali erano gli obiettivi e le premesse, mi pare indubbio che l’iniziativa, anche considerando l’intervento dell’Amministrazione, sia stata un successo, – spiega dal canto suo Materia – al di là dei calcoli pedanti richiamati nell’articolo circa i costi di organizzazione, i proventi conseguiti e le differenti strade che si sarebbe potuto percorrere per raggiungere l’obiettivo (“una percentuale certa dell’incasso”, però, sembra di capire, senza rifuggire alla copertura certa dei costi). Peraltro lo stesso Coro che ha tenuto il concerto ha rinunciato ad una parte del suo cachet. L’articolo in riferimento, così come impostato, a mio avviso feriva il concetto stesso di beneficenza. Per questo ho lamentato come un’attenzione analoga – soltanto per esemplificare il mio disagio e sempre con riferimento dalla conduzione del Teatro “Mandanici” – non sia mai stata rivolta ai risultati della precedente gestione, a quella stagione artistica costata alla comunità barcellonese circa 150.000 euro (a tanto ammontano, all’incirca, i costi che il Comune ha dovuto sostenere per la stagione 2014/15), mentre i ricavi sono migrati verso altri soggetti, sinora nell’interezza, posto che il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ancora non ha ricevuto dall’Ente Teatro di Messina le somme da esso dovutegli, peraltro soltanto 20.000 euro circa. Né alcuno si è curato di raccontare dei modesti numeri degli abbonamenti o delle elevate tariffe fissate dall’Ente Teatro di Messina per concedere l’uso del “Mandanici”. Non dimentico che il sostegno fornito all’arte e alla cultura resta sempre un investimento in favore di una positiva evoluzione delle dinamiche sociali, e dunque resta apprezzabile che il “Mandanici” abbia comunque funzionato, ma non posso sottacere di rimarcare che per la comunità barcellonese la vicenda sopra esemplificata in termini di “notizia” forse avrebbe meritato un qualche spazio, non fosse altro che per consentire ai cittadini di attribuire a talune scelte amministrative una chiave di lettura diversa da quella effettivamente veicolata. L’autorevolezza di una Testata nasce dall’oggettività dell’informazione, laddove con oggettività non intendo significare – si badi bene – “neutralità”, ma soltanto capacità di porgere la notizia nella sua esatta dimensione, assegnando, ove occorresse, spazi equivalenti a tutti gli eventi che disegnano la notizia e voce a tutti gli attori. Il dovere della Stampa di fornire informazione e di esercitare un sano diritto di critica é il sale della democrazia, stimolo per la politica e presupposto per una buona amministrazione. Ritengo che i giornali e i giornalisti siano legittimamente “parte” della realtà sociale e politica, – conclude  il sindaco – ma che su di essi, per il delicato ruolo esercitato, ricada tuttavia l’enorme responsabilità etica di raccontare la vicenda quotidiana con oggettività ed equilibrio e che ciò rappresenti il limite superato il quale l’informazione diventa “di parte” e non più “parte”! Questo ho lamentato nella citata lettera al direttore”.