Con riferimento alla nota dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela – ufficio dei beni culturali – del 15 marzo, PROT num 4799/XXX/203/2016 in risposta alla nostra segnalazione del 4 marzo 2016 , Legambiente del Longano rappresenta quanto segue.
“La situazione di estremo abbandono e di precarietà strutturale della Chiesa di S. Rocco di Milici risalente al XVII secolo desta rabbia e indignazione nei cittadini non solo della suddetta comunità parrocchiale ma in quanti vedono in Rodì Milici un tessuto culturale ricchissimo che caratterizza l’identità di questo paese.
Da quanto letto nella nota già citata tale edificio è di proprietà dell’ente ecclesiastico rappresentato dalla S. V. , dispiace far notare però che nel corso degli anni nessun intervento di messa in sicurezza è stato attuato, palesando un evidente disinteresse per un bene architettonico di tale entità.
Fa ben notare il Direttore dell’ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici Sac. Giuseppe Turrisi che la situazione poteva e può essere posta all’attenzione della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e i beni culturali in quanto tale bene per le sue caratteristiche poteva essere inserito tra gli edifici di interesse storico artistico per i quali poter chiedere un contributo economico pari al 50% della spesa complessiva per la messa in sicurezza e il successivo restauro .
In tale ottica risulta doveroso esplicitare il “Vademecum” per l’Amministrazione delle parrocchie, cui all’articolo 3 cita: “Il parroco è tenuto a curare diligentemente, come custode responsabile, gli immobili e gli arredi di pertinenza del complesso parrocchiale, anche se questo sia di proprietà di un ente diverso dalla parrocchia, in modo da evitarne il deperimento. Egli deve pertanto provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria di tali beni, non permettendo che eventuali trascuratezze nella manutenzione ordinaria rendano necessari costosi interventi di manutenzione straordinaria”
È evidente che l’avvio di tali procedure, risultavano doverose da parte sua, Reverendissimo Padre, affinchè questa testimonianza importante del nostro patrimonio storico, artistico, architettonico non venisse perso.
A tal fine come già evidenziato dalla lettera dell’Arcidiocesi le suggeriamo di adoperarsi con tempestività ad un programma di intervento di messa in sicurezza di concerto con la Soprintendenza di Messina .
Inoltre tra le opere d’arte conservate nel complesso spiccavano alcuni singolari capolavori dell’arte barocca, quali l’altare e i relativi arredi ecclesiastici, che da sopralluoghi effettuati risultano scomparsi. Sorgono d’obbligo pertanto delucidazioni, su dove risiedano adesso queste pregevoli opere, ostaggio di una totale incuria. Sono naturali le considerazioni secondo la quale ci si aspettasse di più, sia sotto il profilo della trasparenza che del dinamismo operoso”.
Con la presente pertanto, Legambiente del Longano intende porre all’attenzione e dar voce in alto loco a questo problema affinchè la chiesa non diventi un cumulo di macerie. Se ciò dovesse verificarsi, in primis lei Reverendissimo Padre, dovrà sentirsi responsabile per non aver avuto la volontà e la capacità di consegnare alle generazioni future le vestigia del nostro passato.
“I fedeli e i cultori della bellezza sperano nel suo interessamento per risanare stabilmente e architettonicamente la chiesa e poterla offrire anche al fine di concretizzare numerosi itinerari culturali e religiosi”.