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In merito alla continuità occupazionale, alla grave e drammatica situazione in cui versa il personale nel settore della Formazione Professionale in Sicilia, abbiamo intervistato  Danilo Gelsomino, componente il coordinamento regionale dello Snals Confsal organizzazione firmataria del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore formazione professionale.

Nei giorni scorsi si è acceso il dibattito in merito alla nuova programmazione per l’Anno Formativo 2016/2017, ci può spiegare più chiaramente di cosa si tratta?

Occorre precisare, preventivamente, che le attività formative nella Regione Siciliana sono terminate con la fine dell’Avviso n. 20/2011, ovvero il 7 giugno 2015. Da quasi un anno si attende il riavvio dei corsi o mediante nuovo avviso con oneri FSE, o mediante la legge regionale n. 24/76, o in cofinanziamento dei due strumenti: ad oggi nulla di tutto ciò!

L’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione ed alla Formazione Professionale ha prodotto l’Avviso del 14 agosto 2015, il quale è stato rimodulato più volte e poi adesso contestato da un ente davanti al Tar di Palermo. L’Assessore ha annunciato il suo ritiro per evitare ulteriori interruzioni e la ripresentazione di un nuovo avviso senza le criticità evidenziate in giudizio.

La pubblicazione di un nuovo avviso dovrebbe affrontare di nuovo lo stesso iter con un nuovo rischio di contestazioni della prima graduatoria degli ammissibili a valutazione, poi della graduatoria provvisoria, della graduatoria definitiva. Solo dopo gli uffici potranno emettere un numero enorme di decreti di spesa e mandarli alla Corte dei Conti per la registrazione, dopo il visto della Corte dei Conti (che è una valutazione formale e di merito), e poi si potranno produrre i decreti di finanziamento per ciascun ente! Insomma se saremo fortunati e nella più ottimistica delle possibilità a marzo 2017 si potranno avviare le attività formative. Altrimenti in presenza di altri ricorsi resteremo impantanati e si negherà il servizio pubblico per almeno un altro anno.

Voi cosa proponete?

“Noi proponiamo un sistema più immediato agile ed funzionale, sicuramente più legato alla domanda del territorio e dell’utenza. Ci riferiamo al sistema a catalogo a sportello, come quello previsto dalle procedure della Misura 2A degli Interventi Formativi di Garanzia Giovani nell’ambito del P.A.R. Sicilia. Quando l’utenza raggiunge il numero di 15 unità si può erogare il servizio, mediante comunicazione al Centro per l’Impiego, che entro 5 giorni può autorizzare il corso.

Il sistema a catalogo a sportello non deve essere confuso con il sistema dei voucher.Il sistema è più immediato, perché con questo sistema si potrebbe iniziare pure in pochi giorni.Il sistema è più agile, perché non ha bisogno di tutti i passaggi burocratici e di tutte le fasi di un avviso per svolgere le attività formative. Il sistema è più funzionale, perché rispetterebbe la domanda dell’utenza e del mercato del lavoro territoriale. Quindi anziché programmare i corsi a Palermo, si stabiliscono sul territorio in base all’effettiva domanda”.

Questa è la vostra idea di formazione regionale?

“Attenzione che noi lavoratori siamo affezionati alla legge regionale n. 24/76 e la nostra idea di formazione è che l’ARS deve coniugare la legge regionale con i finanziamenti europei, nazionali e regionali, quindi rendendo compatibili le rispettive normative, tuttavia dobbiamo prendere atto che oggi è offerto solo questo e non possiamo attendere i tempi di un nuovo avviso e/o del finanziamento della legge regionale.

Ritenete si possa fare la formazione ordinaria (900 ore) a catalogo a sportello e con quale modalità di erogazione degli acconti, quindi del pagamento del personale?

Il modello della formazione a catalogo a sportello è stato già sperimentato sia in Sicilia che nel resto d’Italia con ottimi risultati, dunque non è una novità. Tuttavia in Sicilia è stata svolta per corsi di 200 ore, quindi a risultato ed il servizio è stato pagato alla fine del corso dopo la rendicontazione. In molte parti del bando di Garanzia Giovani si fa riferimento alle procedure del Vademecum Po Fse ultima versione, dunque per le erogazioni (50-30-20) si potrebbe ovviare seguendo le modalità stabilite da questa normativa in quanto compatibili”.

Il personale come verrebbe scelto?

“Anche questo è un problema già affrontato nel precedente Avviso 20/2011, infatti si stabiliva la clausola di salvaguardia del personale con criterio premiale, ovvero si stabiliva che per la scelta del personale agli enti di formazione, che reclutano il personale dell’Albo degli Operatori della Formazione Professionale, viene assegnato un punteggio aggiuntivo e premiale.

Nei bandi europei sia essi ad avviso che a catalogo non si può aggiungere di più di questo. Inoltre si potrebbe espandere il valore della Direttiva della mobilità orizzontale n. 84904 del 7 novembre 2014, che è stata già applicata alla terza annualità dell’Avviso 20/2011″.

Cosa farebbe se lei fosse al posto dell’Assessore?

“Guardi, io non ci tengo proprio a prendere quel posto rovente. Tuttavia ritengo che se avessi io un problema ed avrei due opzioni di scelta, la prima (mediante Avviso) che mi fa risolvere il problema tra un anno con l’interruzione di un servizio pubblico, con il rischio di altri ricorsi giudiziali, del licenziamento di tutti i lavoratori e della chiusura delle sedi di tanti enti di formazione per mancanza di servizio attivo, dell’intasamento degli uffici dell’Assessorato regionale per svolgere le procedure de quo, e della perdita delle risorse economiche; la seconda (mediante Catalogo a sportello) con risoluzione della problematica immediata con l’avvio di un servizio, con l’impiego di risorse a rischio di restituzione, con la ricollocazione di 5.000 mila lavoratori: ovviamente e praticamente il sistema a Catalogo a Sportello è preferibile. Infine l’Assessore ricordi che, eventualmente non perseguisse l’idea di avviare immediatamente il personale al lavoro, dovrebbe trovare i fondi necessari per la copertura della CIGD e/o del fondo di garanzia regionale l.r. n. 4/03 e art. 132 e l.r. n. 10/11”.

Vuol mandare un appello all’Assessore?

“I lavoratori le chiedono di tornare a lavorare senza strumenti né artifici di cassa integrazione evanescente ed improbabile, né dilazione di tempi che produrrebbero un danno sociale incommensurabile!”