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A Falcone, in previsione delle elezioni amministrative, che dovrebbero tenersi la primavera prossima, cominciano a scaldarsi i motori sul fronte che si pone in alternativa all’amministrazione uscente.

A rompere gli indugi ed ufficializzare la sua disponibilità a correre per la carica di sindaco è Nino Genovese, 50 anni, sindacalista della Cgil, con una candidatura “che viene dalla gente e guarda ai bisogni della gente”. “Perché la politica torni ad essere servizio per i cittadini, per rendere Falcone un paese più vivibile e migliorare le condizioni di vita della nostra comunità, avendo come faro la legalità, lo sviluppo socio-economico del nostro territorio, il rispetto delle regole e la civile convivenza, oltre che per offrire un’alternativa credibile di governo ed un’occasione di reale pacificazione sociale: su queste basi – dichiara Genovese – ho deciso di mettere la mia persona a disposizione di un progetto di svolta, aperto al contributo di chiunque abbia voglia di spendersi e fare la propria parte per traguardare il nostro paese verso lidi più consoni alla propria storia e, soprattutto, all’invidiabile posizione geografica. La mia candidatura a primo cittadino, da anni sollecitata da tanti amici, è ormai diventata matura; adesso bisogna raccogliere i frutti, partendo dal coinvolgimento di una coalizione ampia, forte e coesa, che dovrà vedere impegnati uomini e donne, giovani e meno giovani, che sappiano condividere i toni che merita una politica che guarda esclusivamente al bene della collettività e ad un’idea di paese che vogliamo proporre ai nostri concittadini. Noi non abbiamo nemici da individuare e combattere, – sostiene Nino Genovese – ma dobbiamo riservare le nostre energie esclusivamente per proporre un programma credibile, serio e realizzabile, che punti a riqualificare Falcone e dargli una speranza per il futuro, con un occhio particolare alla sostenibilità ambientale, al recupero del patrimonio edilizio (superbonus 110% opportunità da cogliere) ed alla messa in sicurezza del territorio. Ovviamente gli aspetti programmatici saranno il frutto di un confronto con chi vorrà condividere questo percorso, ma alcune linee guida ritengo di doverle sottolineare: sogno, in particolare, un paese più vivibile, più moderno e con servizi più adeguati per i cittadini di ogni età, specialmente riguardo alle fasce sociali più fragili; sogno un paese pulito e decoroso 365 giorni l’anno; sogno un paese in cui il lavoro torni ad essere un diritto e non un favore o merce di scambio; sogno una politica locale che sappia favorire il percorso formativo di chi cerca lavoro e sostenere lo sviluppo delle attività economiche, artigianali e commerciali; sogno una politica più solidale, che non discrimini i propri cittadini e li consideri tutti alla stessa stregua, una politica che torni civile confronto su come affrontare e risolvere i problemi che interessano la collettività, coinvolgendola nelle scelte importanti; sogno un paese ed una classe politica che si rimbocchi le maniche e si adoperi con umiltà per misurarsi, con i propri limiti e con le proprie enormi potenzialità, per ottenere il massimo dei risultati possibili, senza inseguire altre realtà più o meno vicine. Sogni, non utopie, realizzabili con il lavoro serio, un po’ di buonsenso e le persone giuste al posto giusto”.