Condividi:

E’ stato riproposto all’Ars un disegno di legge che portava la firma nella scorsa legislatura dagli allora Onorevoli Nello Musumeci e Santi Formica e che riguarda gli incentivi da elargire a chi denunciando reati ambientali, si vede chiusa l’attività commerciale.

L’interruzione o la compromissione dell’attività imprenditoriale o aziendale, svolta anche nel territorio regionale, in conseguenza delle predette denunce o dichiarazioni, porta spesso alla perdita del posto di lavoro per licenziamento o per dimissioni necessitate da comportamenti antisindacali del datore di lavoro o da condotte dolose costituenti reato.

Il Presidente della Regione – secondo la norma proposta – è autorizzato a corrispondere indennizzi una tantum di importo variabile da un minimo di 50 mila euro ad un massimo di 300 mila euro.

L’indennizzo è concesso su istanza degli interessati con decreto del Presidente della Regione in relazione all’entità del pregiudizio subito e solo dopo accertamento di connessione.

“Chi spezza le catene dell’omertà e contribuisce a denunciare irregolarità per quel che riguarda la salute e l’ambiente dei cittadini, non può restare solo. Chi denuncia sa che può incorrere nel rischio di perdere il lavoro o subire minacce. Questo disegno di legge era stato formulato per estendere a chi denuncia i reati ambientali, i benefici previsti dalla legge regionale n. 20 del 1999 sulle vittime della mafia. Si tratta di riconoscere un indennizzo monetario per l’imprenditore o il lavoratore che, denunciando gravi reati ambientali, dovesse subire ritorsioni dai poteri forti, come la perdita di ordinazioni o, peggio, del posto di lavoro.” Ha concluso l’On. Antonio Catalfamo, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars.