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Ha preso il via alle 20.47 di ieri, martedì 05 febbraio 2019, il 69° Festival della Canzone Italiana che si svolge al Teatro Ariston di Sanremo.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi riguardo il ruolo di Ferdinando Salzano, uomo ombra del Festival che avrebbe piazzato nella manifestazione molti “cavalli della propria scuderia”, Baglioni compreso, si è aperta la vetrina (abolita la gara) fra ventiquattro “cosiddetti big” che saranno protagonisti di ben cinque serate.

Dal primo ascolto e dai risultati di fine puntata che hanno dato un primo parziale responso, confermano la loro popolarità “Il Volo”, fra i papabili per la vittoria finale insieme alla meravigliosa ed intima poesia di Simone Cristicchi. Molto apprezzate anche le canzoni di Irama e Ultimo, seguono Nek, Renga e la Bertè. La serata è apparsa un tantino piatta e non hanno convinto molto le gag dei tre presentatori Claudio Bisio, Virginia Raffaele (sicuramente preferibile nel suo ruolo di imitatrice) e Claudio Baglioni, Direttore Artistico di Sanremo per il secondo anno consecutivo.

“Voglio andar via“, noto pezzo del “Dirottatore Artistico” cantata dai tre presentatori, apre il Festival, quindi partono le esibizioni con Francesco Renga, che esegue un pezzo quasi sussurrato scritto da Bungaro e dedicato alla madre. Ci sono problemi tecnici poiché non si sente bene la voce dell’artista sovrastata dall’orchestra ed il problema si ripete nella esibizione praticamente incomprensibile del rapper napoletano Livio Cori che canta insieme ad un Nino D’Angelo che cerca di stargli dietro ma in modo forzato. Nek in versione elettropop non dispiace mentre gli Zen Circus presentano un testo di livello che probabilmente non verrà capito ed in effetti la canzone ha veramente poco di sanremese. C’è il tempo per accogliere l’ospite principale della prima serata del Festival Andrea Bocelli che canta da par suo prima con Baglioni poi con il giovane figlio Matteo: entrambi non sono al suo livello vocale.

L’applauso più forte della serata è per Il Volo, onesti i tre e con una vocalità che è una sicurezza anche se il loro brano non spicca certo per originalità. A seguire una Loredana Bertè molto rock nel pezzo e nell’abbigliamento che mette in mostra gambe perfette nonostante non sia più una ragazzina. Daniele Silvestri presenta un brano dal testo di forte impatto, in una sorta di dialogo col figlio (il rapper Rancore) che emoziona, mentre il duo Shade e Federica Carta, ha una canzone orecchiabile e romantica che piacerà al pubblico sanremese. Ultimo fa il Tiziano Ferro ed è un peccato perché il romano ha stoffa e avrebbe potuto puntare alla vittoria finale, sarà fra i primi. Elegante e sexy Paola Turci ma il suo pezzo è impalpabile mentre Motta sembra un pesce fuor d’acqua e il suo è un testo di denuncia dell’attuale situazione (politica?) italiana, lotterà per l’ultimo posto…

I Boomdabash saranno il tormentone di questo Sanremo edizione 2019 e narrano di un modo d’amare semplice e gioioso. Stendendo un velo pietoso sulla gaffe della Raffaele che saluta i Casamonica, poi scusandosi, fanno quasi tenerezza Patty Pravo e Briga, la canzone è elegante e si fa ascoltare. Segue il giusto omaggio di Baglioni all’indimenticato Fabrizio Frizzi, nel giorno del suo compleanno e quindi è il momento di Simone Cristicchi che emoziona sia l’Ariston che il pubblico che segue in tv da casa con una poesia intensa e delicata. Altra ospite attesissima Giorgia e la sua voce è una certezza, quindi si torna ai big (?) con Achille Lauro, più rock che trap, ma anche lui appare un pesce fuor d’acqua in questo contesto. Arisa è più vivace del solito e avrà riscontro nelle radio. Altri siparietti insulsi fra i presentatori e poi arrivano i Negrita anche loro politici parlano infatti di porti chiusi. Ospite Claudio Santamaria ma ne potevamo fare a meno, quindi Ghemon, Einar e gli Ex-Otago con esibizioni non memorabili, mentre la gente si addormenta ed anche un orchestrale viene inquadrato in fase rem. Anna Tatangelo non incide col suo pezzo ‘eccessivamente sanremese’ mentre Enrico Nigiotti, stupisce e va attenzionato. Chiusura con Mahmood ed era ora, è già l’una e francamente ci è sembrata una puntata troppo lunga.

Stasera la seconda serata ed ascolteremo dodici dei ventiquattro artisti cercando di cogliere ulteriori sfumature da ciascun brano presentato. Nel frattempo avremo saputo anche i dati auditel che nella serata d’esordio sono sempre molto alti, della serie “nessuno guarda il festival… tutti lo guardano”. Come dicevamo all’inizio il primo impatto è stato un po’ piatto ma col dipanarsi della serata sono arrivati anche i brani di qualità, da rivedere i presentatori, da accorciare la durata delle serate. Comunque sia… Buon Festival a tutti i nostri lettori!