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Quarto appuntamento con “Alemanna. Storie di cultura”. La rassegna promossa dal centro Progetto Suono di Messina, che ha ottenuto il cofinanziamento del Dipartimento alle politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che animerà la Chiesa di Santa Maria Alemanna con 18 mesi di eventi di arte, cultura, musica, teatro, questa volta sceglie un linguaggio nuovo per offrire soprattutto ai più giovani spunti di riflessione e tematiche nuove da esplorare. Si inaugurano sabato 15 maggio alle 20.30 gli “Incontri d’Autore” con la presentazione del libro di Carmen Foti, un romanzo che racconta la storia di una ragazza con dislessia e iperattività.

“Non posso, non voglio, devo” narra la vita di Gianna, che attraverso l’arte riesce a trovare il modo per liberare le sue emozioni. Arte che diventa porto sicuro in cui rifugiarsi e sentirsi libera da ingiustizie e incomprensioni che ogni giorno affronta a scuola e a casa. Solo così Gianna riuscirà a trovare la strada per avere consapevolezza di se stessa e delle sue capacità. Un romanzo che cerca di spiegare ai giovani, ma non solo, l’importanza della comunicazione delle emozioni attraverso la capacità di saper accogliere e aprirsi all’altro. Soprattutto quando sembra diverso.

Alla presentazione interverranno la pedagogista Angela Ceraolo e Massimo Colica, psicologo specializzato in psicoterapia funzionale corporea. Ha collaborato con il primo ambulatoria italiano (unico in Sicilia) di PNEI dello stress (Psico-neuro-endocrino-immunologia). Membro SIF (Società Italiana di Psicoterapia Funzionale) associazione nazionale di ricerca e collaborazione con istituti nazionali e internazionali.

A causa delle misure anti Covid, anche questo quarto appuntamento non sarà in presenza di pubblico. Sperando di poter tornare presto in presenza a condividere le emozioni del palco, di una performance dal vivo, degli applausi, in questo momento così difficile per il mondo dello spettacolo, “Alemanna. Storie di cultura” vuole far sentire forte la voglia di non fermarsi e prova così a portare cultura e arte fra la gente chiusa in casa. La difficoltà è diventata opportunità per sperimentare il potenziale straordinario del digitale, il linguaggio diventa online, è possibile raggiungere il pubblico ovunque. La parola d’ordine resta una: “Non fermiamo la cultura”.