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Parlare dell’amore e dell’odio e come analizzare l’evanescente confine tra l’eros e il thanatos e cioè tra l’istinto di vita e di morte del padre della psicoanalisi, l’ebreo Sigmund Freud.

Il confine che divide l’amore dall’odio è così sottile e spesso impercettibile, che facilmente questi due sentimenti possono coesistere, anche nella stessa persona. C’è chi dice che anche l’odio è, in qualche modo, una forma di amore. Un sentimento forte che indica un interesse. La passione diventa una forma quasi estrema di amore. E per questo può diventare malsana: una persona può essere travolta dalla passione fino a estreme conseguenze. Come si vede nella novella di Verga, “La Lupa”, dove il protagonista è accecato dalla passione che sente nei confronti della madre di sua moglie. Non vorrebbe lasciarsi travolgere, ma questo sentimento risulta troppo travolgente e difficile da allontanare. In questo senso la passione può diventare pericolosa e trascinare chiunque anche fino alla morte. La passione travolge anche Gertrude, la Monaca di Monza, che è costretta a vivere in una realtà che non ha scelto, in un destino che le è stato imposto e che vive come una privazione. Privazione dell’amore che vorrebbe essere libera di vivere. E l’unico modo per sopravvivere all’isolamento è proprio quello di cercare di affidarsi a qualcun’altro, che possa allontanarla da quel destino non voluto. E una parola, rivolta da uno sconosciuto, che rompe il silenzio, diventa difficile da rifiutare. E porterà Gertrude in un turbinio di eventi fino al dramma finale. Nell’opera di D’Annunzio diventa una passione violenta. Ippolita arriva a lasciare il marito per Giorgio, l’amante. Ma questo rapporto si concluderà tragicamente con un omicidio-suicidio. Prova del fatto che la passione incarnata dalla donna non è così invincibile come può sembrare, ma è destinata a scontrarsi con la realtà del mondo circostante. In Senilità, invece, l’amore diventa un qualcosa di incorporeo e idealizzato. Angiolina, la donna amata da Emilio, è oggetto di un amore puro, quasi etereo. Si sfocia quindi nell’incapacità di vivere l’amore nella sua totalità. Ma l’amore non è soltanto passione. Può trasformarsi anche in odio e degenerare come avviene nella passione più travolgente e malsana. Odio che porta spesso alla morte. Come nei Promessi Sposi, con l’omicidio della suora che aveva scoperto la relazione clandestina di Gertrude e aveva minacciato di rivelare a tutti la verità. O come nella novella di Verga, dove la morte diventa l’unico modo per porre fine alla passione malata. E se questi esempi, tratti dai meravigliosi brani di Dante, Verga e D’annunzio, non dovessero bastare a rappresentare le mille sfaccettature dell’amore e dell’odio, si può far ricorso alle immagini di alcuni importanti artisti, dagli amanti di Picasso, che tramite un tocco leggero delle mani, rappresentano tutta l’intensità del sentimento che li unisce; all’ultimo abbraccio tra Ettore e Andromaca, che viene rappresentato in un’atmosfera quasi sospesa nel tempo; fino ad arrivare al bacio rappresentato da Klimt, che rappresenta l’unione totale tra l’uomo e la donna. Il grande Dante Alighieri nell’Inferno descrive Paolo e Francesca travolti da un violento sentimento amoroso (“amor ch’a nullo amato amor perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona” – V Canto). Amare, invece, significa certamente infatuarsi di una persona ma implica, inoltre, accettarla con i suoi pregi e i suoi difetti, volerle bene incondizionatamente, “Sentire nel proprio silenzio il suo silenzio” (come afferma Cardarelli nel “Distacco”). In questo mondo industrializzato, ormai non si crede più nell’amore vero. Molte persone pensano che l’amore sia solo una malattia dell’anima e assistiamo a una devalorizzazione dei sentimenti. Sono in tanti a pensare che l’amore sia solo piacere fisico, effimero per la sua durata. Schopenhauer riteneva che l’amore fosse soltanto un’illusione. Lentamente muore chi non ama, vivere senza amare è morire. L’amore non è istinto proprio degli animali, ma è sentimento. In una società in cui la tecnologia avanza velocemente, in cui la ragione è dominatrice dell’uomo, dimenticare e cancellare l’amore è una follia. L’amore è un quid di diverso dalla bellezza fisica, esteriore, ormai divenuta un trauma tra gli adolescenti. Una specie di imperativo. Se non sei bello sei da buttare. Ma sentirsi orrendi è la condizione più ricorrente nell’adolescenza. Proprio perché è una condizione di trasformazione. E gli adolescenti non sanno come cambierà il corpo e se sarà uguale all’immagine stabilita dai giornali di moda, dalle riviste, dalle trasmissioni televisive, social, ecc. Domina la bellezza di superficie in questa società dei sacerdoti della dieta e della palestra. Questa società sta ossessionando l’adolescenza. Ma la bellezza è un’altra cosa. C’è la bellezza del modo di fare, del sorriso, dello sguardo… La bellezza interiore! Quindi per evitare che i ragazzi cadano nel circolo delle dipendenze, la prima cosa, è aiutarli parlando con loro della bellezza interiore. Discutere con loro su che cos’è essere belli. Altrimenti si corre il rischio di buttarsi via, e ci sono tanti modi per farlo: usando le sostanze per non sentirsi più brutti, ubriacarsi per sballarsi e così non sentirsi più preoccupati per il naso, altezza, ecc… Il secondo tema è il denaro, che è un vero problema per l’adolescente. Perché se non hai quei pochi spiccioli in tasca diventa una questione di vita o di morte, di morte sociale. Poi se non hai denaro e avverti la bruttezza è difficile andare in giro, uscire con gli amici… Ci sono persone brutte che vogliono morire e la droga s’inserisce in questo malessere per essere la maschera. Le droghe sono le maschere che gli adolescenti usano perché non si piacciono, con le droghe l’adolescente si percepisce diverso. Attenua il dolore. La terza parola è la morte. Non si parla mai di morte, la morte è un tabù. Eppure se parliamo di morte possiamo spiegare ai ragazzi che cosa significa essere in questo mondo, e che la vita è un’esperienza straordinaria, basta superare delle difficoltà e non credere che tutto sia legato al denaro. Dobbiamo dire della bellezza di vivere, raccontare la gioia di vivere. L’amore è una grande cosa e anche il corpo è una cosa meravigliosa, dobbiamo insegnare ai giovani ad amarsi con il corpo e con lo spirito. Il corpo l’ha dato Dio e anche lo spirito, dunque basta con questi tabù. Basta vederlo come qualcosa di osceno. Il corpo è un’espressione straordinaria, i genitori, gli educatori, i religiosi, gli opinionisti televisivi, i giornalisti, devono insegnare, ai loro ragazzi, la bellezza del corpo e il valore impagabile della persona in quanto tale e ciò a prescindere dall’essere figo o poco intelligente, sano o malato, nero o bianco, alto o basso, gay o etero, ecc… Perché non dire dell’umanità della straordinaria e bellissima storia d’essere amati e che se perdiamo – attraverso le sostanze – la sensazione della nostra fragilità queste cose non possiamo più ricordarcele? L’amore ci ricorda che non siamo solo persone fredde e calcolatrici ma caratterizzate da una tensione interiore che ci fa grandi. Occorre perciò credere fervidamente nell’amore. Esso è un sentimento naturale; un filosofo affermava che è un’erba spontanea e non una pianta da giardino. Viva l’amore!

Salvatore Bucolo