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Continua il successo internazionale del poeta barcellonese Antonio Catalfamo. Il giornale internazionale di Scienze sociali “Vizione”, avente sede della capitale della Macedonia, Skopje, a seguito della risonanza che la sua opera in versi e la sua attività di critico letterario hanno avuto nell’area dei Balcani, con centro d’irradiazione l’Università di Tirana, nell’ultimo numero (n. 39/2022), ha pubblicato un’ampia testimonianza che Catalfamo ha reso sulla sua poesia, a cura di Irena Lama (nella foto) e di Klodeta Dibra, entrambe professoresse proprio all’Università della capitale albanese. 

“Vizione” è una rivista diffusa soprattutto negli ambienti universitari, non solo dell’area balcanica (Macedonia, Albania, Bulgaria, Serbia, Kosovo), ma di altre parti del mondo: Russia, Canada, Turchia, Irlanda del Nord, ecc., come dimostra la provenienza degli illustri accademici che fanno parte del Comitato scientifico. Qualche mese fa Antonio Catalfamo aveva tenuto una conferenza molto apprezzata sulla sua opera letteraria all’Università di Tirana, seguita per via telematica da un numeroso pubblico di docenti universitari, autorità culturali e studenti.

Nella testimonianza ora resa alla rivista “Vizione”, Antonio Catalfamo ha cercato di dare una chiave di lettura della propria poesia, sottolineandone il legame con il territorio geografico di riferimento in cui egli è nato e cresciuto, costituito da quell’area ristretta della provincia di Messina che va da Barcellona Pozzo di Gotto a Milazzo, facendo perno intorno a Bafia, frazione del Comune di Castroreale dalla quale proviene la sua famiglia in linea paterna. Secondo i principi della “biogeografia culturale”, il territorio non è solo luogo geografico, in esso si stratificano tutte le civiltà che si sono succedute nel corso dei secoli, anzi dei millenni, con i valori, gli usi, i costumi, le tradizioni, di cui esse sono portatrici. Lo stesso fenomeno si verifica nella coscienza del poeta, s’egli si sente fortemente legato a quel territorio. Pertanto, si viene a determinare una “corrispondenza biunivoca” tra l’autore e il suo territorio di riferimento, in quanto questi riesce a “decriptare” i “messaggi” che da esso provengono e a tradurli in poesia.

In particolare, Antonio Catalfamo ha sottolineato come nella sua ultima raccolta di versi, “La rivolta dei demoni ballerini”, sia fortemente presente l’influenza della civiltà greca e del mito, di cui essa era impregnata, in una dimensione originale assunta nella Magna Grecia e, segnatamente, nell’area di Bafia, dalla quale il poeta proviene. Bafia deriva, per l’appunto, dal greco “bafeùs”, cioè “tintore di pelli”, e questo dimostra che i suoi antenati erano coloni greci dediti alla pastorizia e alla concia delle pelli. Nella trasfigurazione letteraria, questi antenati hanno assunto le sembianze di satiri, i quali, con la loro forza ipoctonia, hanno sprigionato una carica distruttiva del vecchio sistema feudale persistente in quell’area ancora nella seconda metà del Novecento, e, nel contempo, costruttiva, in funzione di una società di uomini liberi ed eguali.

Questo tentativo rivoluzionario ha fatto perno intorno alla Camera del Lavoro di Bafia, di cui il nonno del poeta era segretario, e alla sezione del Partito comunista, fondata dal padre e dal nonno dello stesso.  Nel suo slancio innovativo, il popolo si è impadronito del potere, occupando le istituzioni per lungo tempo. Ma, alla fine, la spinta propulsiva si è esaurita, in quanto le forze reazionarie del passato sono riemerse, come un fiume carsico, e, nel contempo, anche in seno al popolo ha ripreso il sopravvento l’anima conservatrice. Così l’esperimento rivoluzionario ha perso progressivamente vigore e, infine, è scemato.

Perciò la poesia di Antonio Catalfamo è dominata dal “mito”, nella sua doppia dimensione “progressiva, “prolettica”, e “regressiva”, ed è il risultato originale della fusione tra realtà e simbolo. La critica ha apprezzato ampiamente questa originalità tanto che sinora sono apparse numerose recensioni su riviste accademiche, firmate da autorevoli critici, e tante altre se ne preannunciano.