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Giungevano mercoledì scorso, da parte del presidente Renato Schifani, gli auguri di buon laboro agli appena eletti presidente della Commissione regionale d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, Antonello Cracolici, ai due vicepresidenti, Ismaele La Vardera e Riccardo Gennuso.  
Ma l’organo parlamentare deputato a portare avanti le indagini con spirito critico e imparzialità, come si conviene a un’istituzione super partes che dovrebbe agire per la legalità e il contrasto alle mafie è nuovamente oggetto di critiche.
Questa volta, arrivano dal suo neo vicepresidente La Vardera che, sebbene si dica garantista, punta il dito contro il suo collega Gennuso, il quale, secondo le sue osservazioni, non potrebbe opportunamente ricoprire quel ruolo che richiede il massimo di trasparenza. E lo spiega così: “Il vicepresidente dell’antimafia siciliana è a processo per estorsione, no non si tratta di una barzelletta.
Questa ve la devo raccontare, perché se qualcuno pensa che la mia carica sarà all’insegna del politicamente corretto si sbaglia, per questo ho deciso di rompere questo muro di silenzio, perché la questione morale non può essere trascurata, soprattutto da chi come me fa parte, di un organo che ritiene istituzionalmente sacro; la commissione antimafia.
In foto a destra Riccardo Gennuso, sorridente insieme al nuovo presidente dell’antimafia siciliana, fiero di essere stato nominato, insieme a me, vicepresidente della commissione.
Ebbene io credo che questa carica strida con le più elementari logiche del buonsenso politico, perché Riccardo è rinviato a giudizio per estorsione, si il vicepresidente dell’antimafia siciliana rinviato a giudizio per estorsione. Io non entro nel merito dell’accusa, perché non sarò mai giustizialista o manettaro, so che fino all’ultimo grado di giudizio Riccardo è innocente.
Però, non credo ci voglia tanto nel capire che in questo modo rischiamo di non essere un organo credibile a chi ci guarda da fuori. Io non mi capacito del perché la maggioranza abbia permesso possa accadere una roba simile votandolo vicepresidente.
Riccardo è figlio dell’ex deputato Pippo che non potendosi al momento candidare per una condanna in primo grado ha passato in eredità lo scettro al figlio, il Papà del vicepresidente nel 2018 è stato arrestato per voto di scambio politico Mafioso, anche se l’aggravante di mafia è caduta. Restano le parole di Francesco Giamblanco genero del boss Michele Crapula che definiscono Pippo, il papà del vicepresidente: ‘ il santo nostro’.
Le colpe dei padri non ricadano sui figli, mai. Però questo quadro avrebbe dovuto imporre al buonsenso di Riccardo, di chiarire le sue posizioni nei tribunali farsi eleggere pure capo della luna, ma evitare di diventare vicepresidente della commissione antimafia”.
Per queste motivazioni l’on. La Vardera chiede “un passo indietro – dell’on. Gennuso- legittimo, sacrosanto che non possa mettere in imbarazzo un organo che dovrebbe essere al di sopra di tutte le parti.”

Luigi Politi