Condividi:

Un bando del 2018 distribuiva 17 milioni di euro ai Comuni che avessero presentato i progetti migliori: «Messina al 43esimo e al 44esimo posto della graduatoria. Nonostante l’annuncio trionfale di Cateno De Luca di un anno fa, la città dello Stretto resta fuori. Una grande occasione persa».

Messina 07 Settembre 2020 – «Un avviso regionale del 2018 che mette a bando 17 milioni per i Comuni siciliani per la creazione e l’implementazione di nidi d’infanzia, poi il post trionfale di Cateno De Luca, che il 23 Agosto 2019 annunciò il finanziamento di due progetti per 500.000 euro. Oggi, infine, l’amara sorpresa: Messina non vedrà un euro di quei soldi a causa del basso punteggio riportato dai progetti presentati dall’amministrazione comunale». A scriverlo, in una nota, sono la deputata regionale Valentina Zafarana e la consigliera comunale del M5s Cristina Cannistrà.

«È una notizia triste – commenta Zafarana – che purtroppo conferma come questa amministrazione sia specializzata nell’annuncio di mirabolanti successi, spesso provando a prendersi meriti altrui, ma alla prova dei fatti si scioglie come neve al sole. I progetti presentati dall’assessore Carlotta Previti si sono piazzati rispettivamente al 43esimo e 44esimo posto della graduatoria, restando tagliati fuori dalla lista dei finanziati. Un’occasione persa per la città, con conseguenze che graveranno tutte sui cittadini».

Le fa eco la consigliera Cristina Cannistrà: «Con un’offerta di asili cittadini lontanissima dal soddisfare il fabbisogno minimo della popolazione, i soldi per aumentare il numero di posti disponibili avrebbero rappresentato una bella boccata d’ossigeno per l’intera città. Invece, mentre la Regione distribuisce 17 milioni di euro, Messina è costretta a restare a guardare, evidentemente a causa dell’inconsistenza dei progetti presentati», conclude, facendo riferimento al post “autocelebrativo” del sindaco De Luca, che poco più di 12 mesi fa diede per certo il finanziamento dei due progetti presentati, quando in realtà erano stati giudicati solo “ammissibili” e dovevano essere ancora giudicati dalla commissione valutatrice: «Ancora una volta abbiamo avuto conferma dell’interpretazione “fantasiosa” dei fatti da parte del primo cittadino».