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Si è svolta l’assemblea sindacale del SI.NA.L.P. per discutere e fare il quadro della condizione dei lavoratori precari impegnati negli enti locali della Sicilia. Condizione della quale riferivamo qui, nei giorni scorsi, relativamente alla tregiorni di agitazione, conclusa l’11 maggio.

Vertenza, quella conclusa, che ha visto lo sciopero dei lavoratori siciliani impiegati presso gli enti nelle c.d. attività di pubblica utilità (ASU), con la quale hanno reclamato, semplicemente, i loro diritti di lavoratori, da troppo tempo ignorati, al quale hanno aderito anche i 14 precari impiegati al Comune di Rometta, con la convinta solidarietà del loro sindaco, Nicola Merlino.

E’ di oggi la notizia che la energica protesta continua a produrre risultati ai piani alti del potere siciliano con probabili riverberi anche sul Governo.

Il Sindacato Nazionale Lavoratori e Pensionati (SI.NA.L.P.), che da diverso tempo affianca gli ASU  nelle loro rivendicazioni, con una nota, fa conoscere, infatti, che il Governo Musumeci, forte della certezza di aver agito nel rispetto delle attuali normative che regolamentano la necessità dell’eliminazione del precariato storico siciliano, ha riproposto il contenuto dell’art. 36 della passata legge finanziaria anche in questa nuova legge finanziaria, in corso di approvazione.

Ricordiamo che l’art. 36 della L.R. n. 9/2021, recante Norme in materia di stabilizzazione e fuoriuscita personale ASU, che stanziava più di 80 milioni per il triennio 2021-2023 e autorizzava gli enti ad avviare le procedure di stabilizzazione, veniva impugnato, il 3 marzo scorso, dal Consiglio dei Ministri davanti alla Consulta per illegittimità costituzionale, in quanto, a parere del Governo, non avrebbe indicato gli impegni finanziari della Regione per gli anni a seguire, essendo la stabilizzazione un provvedimento di natura definitiva.

La riproposizione nella nuova legge finanziaria regionale delle disposizioni di stabilizzazione, secondo il SI.NA.L.P., “costringerà il Governo Nazionale o ad impugnare nuovamente l’emendamento, dimostrando così la pervicace azione ideologica contraria ai lavoratori Siciliani ed alla Sicilia, o ad esprimere finalmente il proprio parere sul ricorso presentato dalla Regione Siciliana”.

Il sindacato invita i lavoratori ASU “a non arrendersi, incartandosi in sterili lamenti improduttivi e senza alcun risultato, e ad agire concretamente nelle aule dei tribunali contro le istituzioni che non decidono come il Governo Draghi, il SI.NA.L.P. sarà in prima linea con tutti loro”. Il Segretario Regionale SI.NA.L.P., Andrea Monteleone, da tempo –fanno conoscere- chiede al Governo Siciliano di aumentare la pressione sul Governo Nazionale affinchè tolga il veto sull’Art. 36 che stabilizza gli ASU, e che potrà essere ripetuto anche per tutti gli altri precari siciliani.

Dal canto suo, il dirigente Gaetano Bonura ha precisato che “il Governo Regionale aveva approvato la norma di stabilizzazione ed aveva anche accantonato i fondi necessari alla stabilizzazione. Il Governo Regionale, non potendo utilizzare i fondi stanziati per la stabilizzazione nell’anno 2021 a causa della posizione negativa e strumentale del Governo Nazionale, ha versato a tutti gli ASU un bonus di 1.000 euro in attesa di sbloccare questa benedetta ed agognata stabilizzazione. I fondi accantonati per la stabilizzazione e non utilizzati, rientrano nel Bilancio Regionale come <<Residui non Impegnati>>. Le normative che regolamentano la Contabilità Pubblica prevedono che i fondi non impegnati vadano redistribuiti in altri capitoli di spesa affinché non si creino residui di cassa non utilizzati. Questo –conclude Bonura- è quanto è successo ai fondi stanziati per gli ASU per l’anno 2021, e se il Governo Nazionale non sbloccherà l’art. 36 per l’anno 2022, anche i fondi già accantonati per quest’anno saranno diversamente contabilizzati per come prevede la normativa contabile degli enti pubblici, fermo restando l’impegno di spesa per gli anni successivi già previsto a favore degli ASU”.

Luigi Politi