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Nella seduta consiliare di lunedì sera, i gruppi di opposizione Avanti con Fiducia e Partito Democratico hanno chiesto le dimissioni del sindaco Roberto Materia, durante la trattazione della proposta di delibera riguardante la “salvaguardia degli equilibri per l’esercizio 2017 ai sensi degli artt. 175 comma 8 e 193 del D.Lgs. n. 267/2000”.

Secondo i consiglieri Bongiovanni, Campo, Cutugno, Gitto, Mami’, Novelli, Pino, Saija, emerge che uno dei maggiori elementi di criticità, incidente sugli equilibri di bilancio, è costituito dalle spese sostenute dall’Ente per le “forniture energetiche”.

In particolare, stando ai dati forniti dagli uffici, queste spese superano attualmente i 3,5 milioni di euro annui, con una ricaduta pesantissima sul bilancio comunale.

“Emergeva anche che da due anni a questa parte (maggio/giugno 2015) il comune di Barcellona P.G. – si legge nel documento redatto dai consiglieri – non provvede all’approvvigionamento di energia elettrica mediante “convenzioni Consip”, ma rientra nel cosiddetto “regime di salvaguardia”, pagando la fornitura ad un costo maggiorato variabile tra il 30% ed il 40% in più rispetto alle suddette convenzioni.

L’elevato numero di fatture annualmente – continuano – ricevute per tali forniture (circa 3000) ed alcuni problemi riscontrati in questi due anni nella registrazione e gestione delle stesse fatture, non consentono allo stato di calcolare l’esatta incidenza di tale situazione in termini di aggravamento dei costi, ma da un calcolo al ribasso – considerando un consumo ordinario di 3 milioni di euro annui ed un aumento di costo dovuto al “regime di salvaguardia” del 30% – può affermarsi che il comune di Barcellona P.G. negli ultimi 24 mesi ha speso per l’energia elettrica non meno di 1,8 milioni di euro in più del dovuto.

A prescindere da quelle che sono state le cause che hanno determinato nel 2015 il passaggio dell’ente al “regime di salvaguardia”, ciò che appare gravissimo è il mantenimento per un periodo così lungo di tale condizione, senza che si siano mai attivate da parte dell’amministrazione, le procedure, pur previste ed anzi imposte dalla legge, per porre fine ad un simile spreco di risorse pubbliche.

Lo spirito della normativa di settore (art. 1 comma 4 D.L. n. 73/2007), infatti, è quello di contemplare tale regime, solo quale soluzione temporanea e transitoria, al fine di assicurare la continuità nella erogazione di un servizio così importante quando – per ragioni diverse quali, ad esempio, l’impossibilità di aderire a convenzioni Consip o il ritardo nell’espletamento di una gara ad evidenza pubblica o, anche, la volontà di ricercare sul mercato condizioni migliorative rispetto a quelle presenti in Consip – l’Ente sia rimasto “senza fornitore di energia elettrica”.

Una norma di garanzia, quindi, e non una sorta di “sanzione permanente” quale la si è intesa al comune di Barcellona P.G.

Pertanto, seppure il comune sia stato escluso a maggio/giugno 2015 dalla convenzione Consip per pregresse morosità ed abbia avuto difficoltà ad aderirvi anche successivamente, è inaccettabile che in due anni non si sia dato corso a nessuna delle procedure alternative contemplate dall’art. 1 comma 7 del D.L. n. 95/2012, per la selezione di un fornitore a condizioni normali di mercato.

Sarebbe bastato, ad esempio, rivolgersi al mercato cosiddetto “libero”, con l’indizione di una procedura di gara, all’unica condizione di fissare una base d’asta inferiore del 3% rispetto ai prezzi ordinari praticati dalle convenzioni Consip.

La colposa inerzia dell’organo di direzione politica, – attaccano i consiglieri d’opposizione – che avrebbe avuto il dovere di attivare tutte le procedure finalizzate alla normalizzazione della situazione, oltre che causa di un enorme danno erariale, è indicativo di una non comune incapacità politico amministrativa, i cui costi verranno ora riversati sui cittadini barcellonesi, chiamati a ripianare l’enorme buco creato.

Prescindendo, quindi, dagli altri giudizi di carattere strettamente politico sulla inconsistenza dell’azione di governo portata avanti in questi due anni per la risoluzione dei numerosi problemi che affliggono la comunità cittadina, non è tollerabile che una amministrazione comunale arrivi, addirittura, a provocare con simili macroscopiche omissioni, un aggravamento di tali problematiche, rendendosi responsabile di un danno economico di simile portata.

Riteniamo, pertanto, – chiedono – che si imponga a questo punto una piena ed incondizionata assunzione di responsabilità da parte del Sindaco e, stante la gravità di quanto accaduto, rassegni le proprie irrevocabili dimissioni.

I Consiglieri comunali tutti e il Collegio dei Revisori dei conti, – conclude il documento – cui la presente è diretta per conoscenza, vorranno valutare le iniziative di propria competenza”.