Condividi:

Non si placano gli umori dopo il consiglio comunale dello scorso fine settimana che ha portato all’approvazione delle  nuove direttive per la revisione  del Prg della città del Longano. Sulla questione il Movimento Città Aperta esprime la propria contrarietà – sia sul metodo che nel merito – alla delibera, adottata dal Consiglio Comunale lo scorso 20 gennaio, che contiene le nuove direttive per la revisione del Piano regolatore generale.

“La delibera, infatti, è giunta in Consiglio monca, – si legge in una nota a firma del portavoce Gabriele Sidoti – di fatto priva di una relazione ampia e dettagliata; l’Amministrazione, inoltre, non ha ritenuto opportuno coinvolgere le parti sociali in decisioni tanto importanti per la città e i Consiglieri di maggioranza nulla hanno aggiunto alle scarne direttive date dall’esecutivo. Il nostro timore è che questo possa lasciare eccessiva discrezionalità ai progettisti, o peggio, esporli a future pressioni. La gestione politica del passato – sottolineano – ci ha consegnato una città ferita dall’abusivismo edilizio che è cresciuta urbanisticamente in maniera acritica, spesso senza rispettare criteri estetici ed ambientali. Questa sarebbe potuta essere, dopo un decennio, un’occasione per segnare finalmente una svolta, ma così non è stato. Dei 14 emendamenti presentati in aula, ben 13 sono stati dell’opposizione che, in maniera costruttiva, ha inteso dare il proprio apporto colmando le lacune più evidenti. Sono stati approvati 4 emendamenti proposti da Antonio Mamì, capogruppo di “Avanti con fiducia” ed ex portavoce di Città Aperta, in particolare quelli che riguardavano la revisione del piano di viabilità (per rimodulare o eliminare le strade poco utili o difficilmente realizzabili), l’individuazione di un’area per la realizzazione di un centro di compostaggio sovracomunale e nuove isole ecologiche; l’individuazione di un’area più idonea per la realizzazione di un rifugio sanitario pubblico per animali.

Respinto invece dalla quasi totalità dei Consiglieri, ad eccezione di quelli appartenenti all’area Collica, l’emendamento che proponeva il cambio di destinazione dei terreni di contrada Siena da parco commerciale a zona verde e attrezzata per lo sport. Riteniamo questa decisione miope e rischiosa per diverse ragioni. Dal punto di vista socio-economico la città non trarrà alcun beneficio da un secondo parco commerciale, visto che un’altra area era stata già di recente destinata a centro intermodale merci con annesso parco commerciale. Tale scelta non farà che penalizzare irrimediabilmente le attività commerciali del centro cittadino, come del resto è avvenuto nella vicina Milazzo. Una Politica lungimirante avrebbe dovuto invece incentivare e sostenere i Centri commerciali naturali, proprio per evitare che la nostra città possa trasformarsi in una città fantasma. È altresì risaputo che attorno ai parchi commerciali si addensano spesso gli interessi della criminalità organizzata o di grandi gruppi finanziari che mirano ai propri interessi economici senza preoccuparsi della qualità del lavoro offerto. In questo caso, poi, si aggiunge un ulteriore grave motivo che il Consiglio Comunale avrebbe dovuto tenere in ben altra considerazione. E’ fin troppo nota, infatti, la vicenda che ha riguardato i terreni di contrada Siena e l’esposto – sulla base del quale oggi è in corso un processo – che le associazioni “Città aperta” e “Rita Atria” hanno firmato nel gennaio 2011, in merito ad eventuali abusi inerenti l’approvazione del relativo piano particolareggiato. Tra l’altro, rispetto al 2009 – anno di approvazione del suddetto piano particolareggiato da parte del Consiglio Comunale dell’epoca – risultano oggi ancora più evidenti i motivi di opportunità politica, indipendentemente dall’esito del processo in atto, che avrebbero dovuto portare all’accoglimento dell’emendamento. Su questioni tanto delicate, – concludono –  infatti, la Politica, così come il cittadino, è chiamata a lanciare messaggi forti e chiari, deve essere lungimirante”.