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Un passo avanti nella sfida per il sociale a Barcellona Pozzo di Gotto, grazie all’inaugurazione della nuova Comunità Alloggio “liberamente” per ragazzi psicolabili, in via Garibaldi 682. L’associazione Liberamente e la presidente Carmelina Fugazzotto rendono possibile e concreto un progetto forte: l’accoglienza, la cura, la costruzione di una casa e di una vita spesso ostacolata da difficoltà e imprevisti.
La determinazione dei soci dell’associazione che, da molti anni, si occupa di soggetti con disagi mentali attraverso l’esperienza con gli internati dell’OPG, deriva dall’esempio del prof. Franco Basaglia, come la stessa presidente ha sottolineato nel discorso inaugurale, alla presenza delle autorità barcellonesi e del sindaco Roberto Materia. Per il Professore, infatti, “Il soggetto con disagio mentale è a tutti gli effetti una persona che ha la sua dignità, i suoi diritti, le sue qualità, le sue attitudini; è una persona che ha diritto a restare integrata nel tessuto sociale”. Tenendo bene a mente queste poche ma incisive parole, il lavoro della Comunità andrà proprio in questa direzione, applicando un principio fondamentale per l’umanità: il rispetto della persona in quanto tale. Ma andiamo per ordine.
La presidente Fugazzotto ha spiegato esaustivamente, in un’intervista, durante la giornata inaugurale dello scorso 26 Gennaio 2017, quali sono i punti cardine del progetto.
Presidente cos’è l’Associazione liberamente?
L’associazione Liberamente è stata istituita l’8 luglio 2015 ed opera nel settore dei servizi alla persona in ambito locale, regionale e nazionale a favore dei disabili psichici e si occuperà della gestione della Comunità Alloggio.
Com’è nata l’idea della comunità alloggio?
Si pensa al progetto Comunità alloggio subito dopo l’istanza di chiusura degli OPG, quindi nel marzo 2015 grazie all’apporto dell’Associazione Casa Don Pippo Insana che da sempre si occupava dei soggetti ricoverati presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, Associazione con cui anche noi promotori del progetto lavoravamo. Da qui è partita l’idea di creare un luogo di accoglienza, che potesse non solo sostituire l’OPG ma ospitare adeguatamente uomini e donne appartenenti alla categoria.
Quanti utenti potrà ospitare la Comunità e cosa significa vivere in Comunità?
Allora la Comunità potrà ospitare fino ad un massimo di 10 utenti, è regolarmente iscritta all’Albo Regionale e si propone di accogliere soggetti maggiorenni di ambo i sessi che saranno seguiti da personale qualificato nello svolgimento delle attività. La Comunità è, infatti, una casa vera e propria, un luogo per vivere la quotidianità della giornata insieme e imparare a svolgere quelle attività fondamentali per autonomia della persona.
Quali sono le modalità di inserimento?
Le modalità di inserimento sono diverse. La prima fonte è rappresentata dal lavoro dei Servizi sociali territoriali, ma sono importanti anche le iniziative private delle famiglie e gli stessi contatti di noi soci.
Presidente, grazie per la sua disponibilità e per il lavoro svolto, last ma non least, qual è l’obiettivo della Comunità?
Ogni “paziente” avrà un piano personalizzato e quindi tempi di soggiorno diversi, comunque, l’intenzione è quella di evitare che le C.A diventino posteggio e luogo di cronicizzazione. Convinti che il lavoro costituisca il punto di partenza nel percorso di riacquisizione di autonomia dell’individuo, sia in termini economici che personali, ci proponiamo come priorità l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro. Le politiche attive del lavoro in Italia hanno una legislazione specifica al riguardo; mediante la legge 381 del 91 è possibile, infatti, destinare quote di appalti di enti pubblici alle cooperative di tipo B, legge però disattesa in molti comuni della realtà siciliana attuale.
Francesca Benvenga