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L’I.I.S. “Enrico Medi” di Barcellona P. G., dopo varie rivendicazioni avvenute nell’arco di questo cinquantennio, ha ottenuto in concessione dall’ex-Provincia l’utilizzo dei locali del Palacultura “Bartolo Cattafi” per l’attività didattica.

Si consideri fin da subito la situazione di questo Istituto superiore, trovatosi dal principio a dover svolgere le lezioni in strutture non idonee e appartenenti ad enti privati, giunte al numero di plessi sette prima della suddetta concessione. Nessun plesso dei citati poteva garantire un’assemblea di Istituto secondo le norme di sicurezza.

Si intende perciò come adesso gli studenti chiedano sia rispettato il loro diritto di riunirsi unitamente in un proprio locale scolastico il Palacultura. “La ragione che ha indotto la presente Rappresentanza a denunciare tale situazione, è il contrasto sviluppatosi con la Dirigente della Scuola in questione Domenica Pipitò, per le presunte improprietà logistiche degli spazi in dotazione, secondo la quale sarebbe solo approvabile la formula delle assemblee parallele. Queste improprietà, assieme alla proposta di assemblee divise per i relativi plessi, si sono dimostrate essere incoerenti davanti alle corrispettive leggi addotte dalla Dirigenza, inconcludenti infatti secondo i punti di numero sette elencati nel documento consegnato addì 25 novembre 2016.

Nondimeno, la Dirigenza ha negato la richiesta degli studenti, per cause non chiare, che sembrerebbero più di natura preferenziale che altro. A sostegno degli studenti, si sono mobilitate le principali realtà sociali di associazione e le istituzioni locali afferenti: Rete Degli Studenti Medi, Consulta Comunale Giovanile di Barcellona P.G.

Prima di procedere all’analisi dell’inconsistenza delle ragioni addotte informalmente dalla Dirigenza, la presente rappresentanza di Istituto composta da Calderone Carmelo, Crea Mattia, Longo Samuele, Bucalo Giovanni Battista, insieme con la rappresentanza della Consulta composta da Calabrò Francesca, Maryem Nait Jra, e tutta la rappresentanza degli studenti delle classi, (adesioni convalidate dalle firme di tutti i rappresentanti di istituto ) esprime l’indignazione e l’incomprensione davanti alla superficialità con cui questa richiesta, nonostante tutto, così sentita dagli studenti, ci venga negata, obbligando l’Istituto a svolgere assemblea per plessi.

Gli studenti tutti intendono cosi pubblicamente manifestare la loro indignazione concentrandosi in sette punti :

  1. Impossibilità dei rappresentanti di Istituto di intervenire nelle assemblee parallele, vista la diversa locazione loro e visto il numero di plessi comunque superiore a quello dei rappresentanti.
  2. Nel caso di una nomina da parte dei rappresentanti, di referenti di plesso che gestiscano le assemblee parallele, non pare chiaro su quale criterio essi dovrebbero stabilire codesta nomina.
  3. Allorché si procedesse a una votazione ufficiale, con l’ausilio della Dirigenza, si vuole fin da subito notare come Essa abbia comunque tralasciato tali questioni di natura formale.
  4. E’ stata talvolta avanzata la proposta della Dirigenza, come risposta al bisogno dei rappresentanti di riunirsi con una parte delle varie referenze al termine delle dette assemblee parallele, di disporre i locali del plesso centrale (Liceo Valli). A cui evidentemente non si intende come dovrebbero pervenire parte delle referenze trovandosi addirittura in un altro Comune (Castroreale) e limitati di fatto dall’assenza di mezzi di trasporto tra i due comuni.
  1. Si badi all’incoerenza che verrebbe ad assumere la legge, (d. l. 297 1994 art. 12 comma 1: “Gli studenti della scuola secondaria superiore e i genitori degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado hanno diritto di riunirsi in assemblea nei locali della scuola” ed art. 13 comma 1 dove si parla di “partecipazione democratica” (e quindi finalizzata alla partecipazione del démos, sostantivo nato in Grecia, il cui significato più comune è “popolo” e pertanto tutta la componente studentesca insieme); per cui viene privandosi di significato l’elezione dei quattro rappresentanti di Istituto, quando più plessi vengono a ritrovarsi con rappresentanti non da loro votati o, di cui al punto 3, votati secondariamente.
  2. Si avverte altresì come taluna sezione della suddetta legge (art. 13 comma 3: “In relazione al numero degli alunni ed alla disponibilità dei locali l’assemblea di istituto può articolarsi in assemblea di classi parallele”) non sia persistente nel caso in questione vista la capienza del cortile del neoplesso del Palacultura per la popolazione scolastica di 958 persone insieme con la sua componente docente.
  3. Quanto affermato dalla Dirigenza, cioè l’inadeguatezza del plesso del Palacultura per lo svolgimento delle assemblee, ossia l’enorme affluenza della massa di studenti che dovrebbe ivi recarsi e delle problematiche di natura stradale, civile e penale, non sembrano persistere. In materia giurisprudenziale si fa solitamente ricorso al Regio Decreto n. 773 18 giugno 1931 (modificato e riapprovato nel 2013), ove in ambito di assembramenti di massa, si riferisce all’art. 18 come unica condizione per la fattibilità di un’affluenza di gente, comunicazione alla Questura tre giorni addietro (“I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore.”). Ciò peraltro è di inane importanza considerandosi il cortile del predetto plesso come proprietà scolastica e non propriamente demaniale. Si vuol citare pure, a onore del vero, il decreto legislativo del 30 aprile 1992 ove è scritto al Titolo V art. 190, comma 4 “È vietato ai pedoni sostare o indugiare sulla carreggiata, salvo i casi di necessità; è, altresì, vietato, sostando in gruppo sui marciapiedi, sulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni.”. Le ragioni riportate dalla Dirigenza, evidentemente, crollano.

Inoltre, data la grande affluenza, qualora si creda che la situazione in questione possa ancora recare danni al traffico urbano (come ad esempio l’afflusso di veicoli da disporre nei relativi parcheggi), si ricordi che a circa 70 mt. dalla sede in esame si dispone di una zona (Piazza Mercato) nelle condizioni di contenere la totalità dei mezzi in sosta”.