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Sabato 27 ottobre 2018 si è svolto a Barcellona Pozzo di Gotto il secondo appuntamento dell’iniziativa “Adotta un Vicolo”, curata dal Network delle Associazioni Culturali.

Dopo “U Strittu da Palumbedda”, protagonista lo scorso 15 settembre, ci si è spostati nell’antica Pozzo di Gotto dove in Via Teatro Vecchio è stata collocata la mattonella di argilla grezza realizzata dallo scultore Maurizio Calabrò con la scritta “A Strata di Quaranta”, adottata dall’editore Pierangelo Giambra, che del quartiere è originario. Sono intervenuti all’inaugurazione il Presidente del Network Bernardo Dell’Aglio, il quale si è complimentato con le varie realtà associative che continuano a lavorare in sinergia per rendere più bella la città. Ha sottolineato anche l’impegno della Dusty per ripulire le antiche viuzze.

A seguire vi sono stati gli indirizzi di saluto dell’Assessore alla Cultura Ilenia Torre, dell’Assessore responsabile della toponomastica cittadina Antonio Raimondo, di Felice Mancuso per l’Accademia Nino Pino Balotta, di Ilaria Cammaroto in rappresentanza della Fidapa BWP Italy sezione di Barcellona P.G., di Flaviana Gullì per la Pro Loco “Manganaro” e di Beppe Iacono dei Lions.

Scopertura della mattonella e quindi il via alle visite guidate nelle viuzze e nei vicoletti attorno alla Via Teatro Vecchio, curate dall’Associazione Culturale “Genius Loci” nelle persone degli Architetti Mimmarosa Barresi, Luigi Lo Giudice e Marcello Crinò. Le guide hanno effettuato il percorso nei vicoli nei quali per l’occasione erano presenti allestimenti che richiamavano la tradizione agricola e contadina, botti col vino, musica e offerta di pane caldo, narrando al numeroso pubblico accorso la storia della Via Teatro Vecchio incastonata nel quartiere certamente più antico della città e che fu chiamato così dal nome del messinese Nicola Goto.

Perché il nome popolare “A Strata di Quaranta”? Ci sono varie tesi: l’esistenza di quaranta osterie, la presenza di palmenti per la produzione del vino, le quaranta carte da gioco, la presenza di una famiglia composta da ben quaranta persone. Adesso si attendono ulteriori adozioni di un’iniziativa certamente meritevole che sta portando alla luce la microstoria della città del Longano, contribuendo anche a renderla più bella.