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Sulla visita del leader del Carroccio Matteo Salvini nella città del Longano, in cui non sono mancate proteste dei manifestanti e assembramenti da varie parti, interviene il Movimento Città Aperta.

“Ieri sera di fronte al Parco Urbano Maggiore La Rosa eravamo in tante e in tanti, – si legge nella nota – una protesta spontanea che ha accomunato persone anche diverse tra loro. La presenza, il dissenso, gli striscioni sono stati una testimonianza importante a maggior ragione dopo aver ascoltato le parole del leader della Lega e di chi lo ha preceduto. Gente sicuramente senza memoria o con una memoria “a convenienza” che esordisce con slogan di “salvezza” verso una terra che, a lungo e con convinzione, la stessa Lega ha dimostrato di non considerare degna di rispetto. Si sono autodichiarati uomini del fare, con soluzioni pronte a spronare l’economia dell’Isola. Uomini che hanno cambiato casacca pur di avere maggiore visibilità, come l’onorevole Antonio Catalfamo che con il suo approdo tra i leghisti ha permesso alla Lega di sedersi nel Parlamento siciliano. Noi la memoria la coltiviamo ogni giorno e non dimentichiamo gli insulti, ma soprattutto le politiche meschine e arraffatrici che hanno caratterizzato l’azione della Lega, al governo per moltissimi anni fin dalla prima era Berlusconi. Che non vengano dunque a parlare di novità, di concretezza, di svolte. Ma soprattutto che non si permetta ancora e ancora l’offesa verso tante donne e uomini che arrivano in Europa per costruire un futuro migliore. In un momento storico in cui l’Italia avrebbe davvero bisogno di nuove strategie, di ripensare il sistema economico, di garantire a tutte e tutti una speranza, Salvini non sa fare altro che tirare fuori i suoi beceri cavalli di battaglia: “turisti che non pagano” ha apostrofato alcuni dei ragazzi ospiti dello Sprar, invitando chi in piazza lo contestava a “portarsene tre a casa”. Una strategia comunicativa che ha un obiettivo ben chiaro: sostituire nel mirino dell’odio i meridionali di una volta con i migranti di oggi per unire il paese contro un nemico comune. Perché è solo così che si sentono “vincenti”, seminando odio contro chi non è come loro per camuffare inadeguatezza e ruberie. È proprio per questo che anche noi, ieri sera, eravamo in piazza. Mettendoci la faccia, senza violenze né agite né suggerite con codardia. Abbiamo sempre fatto politica per contrastare questo modo di fare e per questo siamo indignati per quanto ieri sera è stato permesso. In tempi di norme anti assembramento è stato autorizzato un pubblico comizio, con tanto di service allestito in piazza e vigili urbani ad interrompere il traffico per tutto il pomeriggio. Chi ha autorizzato la manifestazione? Con quali motivazioni? Evidentemente in questa città le regole valgono solo per alcuni ed è importante che anche di questo resti memoria oggi e sempre, anche quando alle urne bisognerà dimostrare che la Sicilia non si lega.”