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Il consigliere comunale del gruppo Azzurri Fabiana Bartolotta, insieme ai consiglieri di Forza Italia, presenta un interessante mozione in ottica di salute pubblica, al Sindaco e l’Amministrazione comunale, con lo scopo di avviare il progetto “Barcellona P.G. – Città cardio protetta”.

Si ritiene opportuno, secondo il consigliere Bartolotta, progettare una città cardio protetta con defibrillatori sul territorio a disposizione della collettività H24 e sensibilizzare la cittadinanza allo sviluppo di una cultura del soccorso.

“E’ vero che i defibrillatori vengono utilizzati dalle persone che hanno fatto il corso BLSD – spiega la Bartolotta – ma quelli posizionati ad uso pubblico possono essere usati quando sussistono le condizioni previste dell’art.54 del Codice Penale (stato di necessità) come strumenti salvavita. Il defibrillatore è uno strumento salvavita sicuro, guida il soccorritore stesso, permettendo la scarica solo se è effettivamente necessaria e quindi senza possibilità di pericolo alcuno.

La letteratura medica riconosce la defibrillazione precoce come unica terapia in grado di convertire le aritmie cardiache fatali e il mancato o tardivo intervento di soccorso in caso di arresto cardiaco come causa di prognosi infausta o conseguenze invalidanti a danno dei soggetti colpiti.

In definitiva il consigliere Azzurro, Fabiana Bartolotta invita l’Amministrazione comunale, “a voler prevedere a realizzare l’installazione di colonnine PAD (defibrillatori ad accesso pubblico) progettate specificatamente per l ‘uso in aree pubbliche, da collocare in modo equilibrato ed equo su tutto il territorio comunale dal centro alle periferie, in punti strategici dove si concentrano i maggiori afflussi di persone come la zona balneare (Calderà, Spinesante…).
Sul punto si evidenzia che in molte città italiane sono già stati avviati importanti progetti finalizzati alla collocazione sul territorio di postazioni PAD a seguito dei quali il tasso di sopravvivenza in caso di arresto cardiocircolatorio è passato da poco meno 5% a oltre 50%, il che significa aver ridotto di molte migliaia il numero di decessi all’anno sull’intero territorio italiano.
Infine, si ritiene utile coinvolgere la Protezione Civile o la Croce Rossa magari assegnando loro il controllo e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei dispositivi.

Alla luce del fatto che in Italia oltre 60.000 persone ogni anno – continua la Bartolotta – sono colpite da arresto cardiocircolatorio ed il dato preoccupante è che solo 5 persone su 100 che subiscono un arresto circolatorio al di fuori di un ospedale riescono a sopravvivere pertanto, possiamo asserire che l’arresto cardiaco è un problema sociale.
Il luogo di esordio dei sintomi nel 66% dei casi è la strada e l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie. Sono infatti pochissimi i pazienti che possono essere raggiunti dai servizi di soccorso entro il limite critico di 3/5 minuti per cui avere la possibilità di applicare una rianimazione immediata BLS ( basic life support) e la defibrillazione (DAE) potrebbe aumentare sensibilmente la possibilità di vita a patto che un maggior numero di profani (adulti e adolescenti) conoscesse la tecnica della rianimazione cardiopolmonare ed eventualmente fosse istruito anche nell’uso di un defibrillatore automatico esterno (DAE)”.