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Fibrillazioni all’interno del gruppo consiliare di Forza Italia della città del Longano, i segnali arrivano con la consigliera Angelita Pino che abbandona il progetto politico-amministrativo ‘forzista’ per passare al gruppo misto.  

“Nei giorni scorsi sono definitivamente maturate le condizioni – scrive in una nota appena diffusa Angelita Pino – per porre fine ad un rapporto nato già profondamente “viziato”, e poi proseguito senza convinzione alcuna da ambo le parti.

L’impossibilità (oggettiva e soggettiva) di gestire determinate situazioni, nonchè la consapevolezza di non poter esercitare controllo alcuno su persone che – per cultura, formazione e forma mentis – aborrono dall’essere controllate, indotte o indottrinate, ha fatto sì che si lasciasse alla sottoscritta il peso di decisioni scomode che – se prese da chi ne avrebbe dovuto assumere l’onere – sarebbero state fonte di grave imbarazzo.
Pertanto, lo strappo da “Forza Italia” è maturato in maniera assolutamente naturale, e di conseguenza è totalmente indolore.
Per questo auguro ai miei ex colleghi di partito un proficuo lavoro, – continua la Pino – auspicando momenti di sano e costruttivo confronto in seno all’Organo a ciò deputato, ossia il Consiglio comunale.
Aderirò al gruppo misto, in quanto la mia passata militanza in esso ha lasciato in me un bellissimo ricordo. Di spazi liberi e totale autonomia di pensiero. Quelli di cui – seppur per poco tempo “accantonati” – intendo interamente riappropriarmi, e di cui beneficerà, non tanto e non solo il mio, pur ampio, elettorato, ma – tale è il mio auspicio ed in questo senso tenderà il mio impegno – l’intera mia amata città.
Qualcuno racconterà (o meglio: si auto-racconterà) la storia “della volpe e dell’uva” (divenuta in poco tempo il vero e proprio leit motiv di questi primi mesi di legislatura), e ciò in quanto l’autoconvincimento (o autocompiacimento, che dir si voglia) è cosa ben più comoda rispetto ad un’analisi profonda ed obiettiva, che porterebbe a concludere che, forse, esistono casi in cui l’astuta volpe non si è sforzata un granchè per raggiungere quell’uva, avendo compreso – e da tempo – quanto acerba fosse”.