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Sul Consiglio straordinario svoltosi nei giorni scorsi, con al centro le questioni dell’Ospedale e l’emergenza sanitaria, esprime il suo parere sull’esito del dibattito  e la gestione dei lavori, il Movimento Città Aperta, rappresentato nel civico consesso da Antonio Mamì, Raffaella Campo e Gabriele Sidoti.

“Quando abbiamo chiesto un Consiglio Comunale Straordinario volevamo soltanto dar voce ai tanti cittadini preoccupati per i tanti disservizi subiti durante il periodo emergenziale, tali da far assurgere il nostro nosocomio alla ribalta dei TG nazionali. L’obiettivo che ci eravamo prefissati era duplice: da un lato si voleva fare chiarezza su quanto accaduto in merito ai posti di terapia intensiva mai attivati e dall’altro spronare i nostri rappresentanti istituzionali a compiere scelte decisive per potenziare e rendere pienamente funzionale il nostro ospedale.

Lo spettacolo a cui abbiamo assistito è stato invece davvero poco edificante: i deputati barcellonesi Calderone e Catalfamo, dopo aver tenuto i propri “comizi” conditi di retorica, hanno abbandonato l’aula senza partecipare al dibattito. L’on Galluzzo si è limitato a difendere le scelte del governo regionale, senza assumere alcun impegno. Ad aggravare la situazione, si è aggiunta la deprecabile conduzione dei lavori d’aula del Presidente del Consiglio, A. Paride Pino, il quale ha dapprima concesso ampio spazio ai rappresentati della sua parte politica e poi ostacolato gli interventi dei rappresentanti sindacali e dei consiglieri comunali.
Purtroppo alle importanti questioni sollevate non è stata data alcuna risposta.
Avremmo voluto sapere perché si era programmato un reparto di terapia intensiva sapendo già che l’ospedale era privo del personale necessario. Avremmo voluto sapere perché non si è fatto fronte per tempo alle carenze di personale dell’USCA e del Dipartimento di prevenzione, con le conseguenti carenze informative e ritardi nei risultati dei tamponi che hanno bloccato a casa tante famiglie. Avremmo voluto sapere qual è il piano regionale per le vaccinazioni della popolazione. Avremmo voluto sapere quali sono i programmi di investimento delle ingenti risorse finanziarie stanziate per far fronte all’emergenza sanitaria in Sicilia, si parla di circa 540 milioni di euro, che devono essere spesi per tutelare la salute di tutti i cittadini.
Riteniamo che la nostra Provincia, graziata dalla prima ondata, debba essere dotata di tutte le strutture e i protocolli necessari atti a limitare i contagi e curare i cittadini in maniera adeguata.
La politica non può tergiversare e mancare ai propri doveri, ripetendo errori già fatti in passato, ma anzi cogliere tutte le opportunità per riformare la sanità regionale con i fondi che arriveranno nell’ambito di Next Generation EU”.