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“I figli di un dio minore” sono stati gli assoluti protagonisti di un incontro tenutosi nel tardo pomeriggio di venerdì 10 settembre 2021 presso l’Auditorium del Parco Urbano “Maggiore La Rosa” a Barcellona Pozzo di Gotto.

Il Sen. Domenico Nania ha definito così la Destra barcellonese scegliendo di intitolare proprio “I figli di un dio minore” i suoi tre libri che ha pubblicato la casa editrice Edizioni Lombardo di Milazzo e che sono usciti nel corso degli ultimi anni, tre volumi per oltre 900 pagine che rappresentano una testimonianza storica di inestimabile valore in quanto esclusiva, nessuno infatti aveva prima d’ora mai descritto gli eventi accaduti fra gli anni ’60 e gli ’80 del secolo scorso riguardanti le vicende della Destra a Barcellona, nei centri limitrofi e all’Università degli Studi di Messina.

L’evento barcellonese non è stato una presentazione nel senso classico ma qualcosa di più in quanto Nania ha invitato a partecipare attivamente tanti personaggi politici di quegli anni che sono saliti sul palco nella seconda parte della serata a rispondere alle domande dell’autore, raccontando così episodi, aneddoti, non esclusivamente riguardanti la Destra ma anche l’allora Partito Comunista, il Partito Socialista, la Democrazia Cristiana di Santalco che all’epoca rappresentava il ‘dominus’ nel nostro territorio.

Perfetta organizzazione con l’auditorium con soli 40 posti occupati per via delle disposizioni anti Covid-19 e filodiffusione perché anche fuori dalla sala chi non era potuto entrare potesse ascoltare, nel suo lungo intervento Domenico Nania ha tracciato i punti salienti della sua attività di ricerca che resta comunque il suo personale punto di vista. “Ho intitolato la triloga ‘I figli di un dio minore’ perchè lo eravamo veramente. Nel 1968 non ci vedevano di buon occhio e quando ci domandavano cosa siete, noi rispondevamo  ‘politicamente di destra e socialmente di sinistra’. Per esistere la sinistra ci dev’essere la destra e viceversa. Chi è di destra porta avanti la patria, mentre chi è di sinistra l’internazionalismo. Noi andavamo alle riunioni dell’allora Partito Socialista cosa oggi impensabile.”

L’ex Senatore ha così continuato: “Quando si bruciò il vecchio Teatro Mandanici dissero che era colpa dei fascisti, ma in realtà col tempo si capì che era frutto di una speculazione edilizia. Nel 1956 Barcellona fu governata per 11 anni dalla sinistra, dove spiccava la figura di Nino Pino Balotta, dopo per ben 40 anni dominò Santalco. Con l’uccisione di Aldo Moro di cosa si sono liberati quelli di sinistra? Di un conflitto interno. Da qui nascono i Cinquestelle, la Lega, dal fatto che non c’è una sinistra all’altezza e una destra all’altezza.”

A questo punto ha preso avvio la seconda parte e sono saliti sul palco vari esponenti di quel periodo a partire dai rappresentanti della Sinistra, Paolo Genovese e Orazio Calamuneri, mentre fra il pubblico era presente anche Felice Mancuso. A Genovese Nania ha chiesto che fine abbia fatto la Sinistra a Barcellona Pozzo di Gotto e la risposta è stata eloquente: “Non c’era più la qualità, quella formata nelle lotte sociali. Si è perso il valore fondante della Sinistra. All’epoca l’errore fu il compromesso storico con la Democrazia Cristiana che portò a non smuovere le acque”.

Orazio Calamuneri, storico esponente della Cgil che fece tante lotte sindacali, ha ricordato l’amministrazione Pino, non Nino Pino Balotta ma il cugino. In tutta Italia in quegli anni si facevano lotte sociali, ma a Barcellona no, sembrava un’isola felice. Come mai questi gruppi dirigenti non si accorgevano di ciò? Il problema non eravate voi (la destra) ma questo nodo sociale che ha dato la possibilità a Santalco di prendere il potere. Quest’ultimo trionfò perchè socialisti e comunisti litigavamo. Io sono diventato un problema e mi hanno licenziato in tronco dalla Cgil provinciale.” A questo punto Nania ha invitato i presenti ad applaudire Calamuneri per tutte le battaglie sociali fatte.

A seguire l’intervento di Peppino Buzzanca, ex Presidente della Provincia ed ex Sindaco di Messina, che ha ricordato come il Prof. Ginebri fosse il più signore fra i docenti del Liceo Classico di Barcellona. Santalco puntava all’egemonia ma Ginebri si accaparò le simpatie dei giovani, ma non si candidò mai al Parlamento. Quindi ecco Pippo Giunta che, come ha ricordato Nania, ha scritto molto, fra l’altro anche articoli sul Teatro Mandanici: “All’epoca avevo 7 anni e appena vedemmo le fiamme mio padre mi disse ‘quelle sedie le hanno comprate da tuo nonno’. In effetti l’unico danno subito fu la copertura del tetto, poi tentarono di buttarlo giù con le ruspe e si resero conto che era difficile demolire una struttura del genere. Vi furono altre demolizioni come il carcere dei cappuccini e una chiesa con degli affreschi molto importanti.”

Intervento molto appassionato quello dell’editore Antonio Lombardo che ha ringraziato per l’invito dicendosi orgoglioso di essere l’editore del trittico firmato dal Senatore: “La regione e la città devono essere orgogliosi perchè lei sta lasciando un pezzo di storia. I politici nazionali cercano case editrici di comodo, lei avrebbe potuto pubblicare con chiunque e avrebbe trovato le porte aperte, sono orgoglioso che lei abbia scelto noi.” Quindi l’editore ha ricordato come sia stato lo stesso Nania ad impaginare i testi e nessun editore avrebbe fatto meglio. “In questi tre anni che la conosco ho avuto la certezza che vi siano tre categorie: i politicanti, i politici e gli statisti. Io ritengo che lei sia uno statista, una categoria rara. La ricchezza di un Paese la fanno persone come lei. Avere cariche pubbliche per sette legislature equivale a disporre di grandi capacità. Ho capito perchè prendeva quella valanga di voti, questi  non erano solo di destra, ma anche di sinistra e di centro. Spero che anche il prossimo libro sia pubblicato da noi.”

Le testimonianze sono proseguite fino a tarda ora e chiudiamo con quella di Franco Bonavita che ha ricordato episodi del suo vissuto di esponente della Sinistra, raccontando di quando partecipò a lezioni di politica insieme ad alcuni calabresi e fu fatta loro la proposta di quindici giorni di vacanze spesate in Cecoslovacchia dove avrebbero avuto l’occasione di imparare l’uso delle armi leggere e la preparazione degli esplosivi: “Vi fu silenzio, quindi un calabrese domandò ‘ma se ci succede qualcosa , il partito ce lo paga l’avvocato?’ La risposta eloquente fu ‘se vi succede qualcosa sarete espulsi e il partito vi disconoscerà, salvo poi quando prenderà il potere sarete ricompensati. Allora il calabrese che aveva posto la domanda si alzò e fece un gesto per invitarci a andare via. Ce ne andammo. Quella fu l’ultima volta che misi piede nella sede dell’allora Partito Comunista di Messina.”

In chiusura non possiamo che complimentarci con Domenico Nania che in questo suo incontro al Parco “Maggiore La Rosa”, ove ve ne fosse bisogno, ha ancora una volta confermato che la passione politica, la lotta per un Ideale, sono cose che non s’inventano: o le si hanno o non le si hanno. L’aver coinvolto amici dell’epoca, anche di schieramento opposto, in questa presentazione della propria trilogia, è indice di apertura, di confronto sano, anche acceso, ma nel rispetto dell’avversario di turno. Una sorta di lectio magistralis politica, quella di Nania, che avrebbero dovuto seguire molti ‘frequentatori attuali’ del panorama politico locale, regionale e nazionale per rendersi conto di cosa sia la Politica con la P maiuscola.

(Foto di M. Scolaro e F. Barca)