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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Padre Alfonso Bruno, parroco della chiesa di San Rocco a Calderà, frazione balneare della città del Longano.  

“Cari parrocchiani, la festa patronale del nostro San Rocco di Montpellier è ormai vicina.
La pandemia aveva fatto cancellare lo scorso anno le suggestive processioni a terra e a mare così come i fuochi pirotecnici e i concerti di piazza.
Quest’anno avremmo sperato in un totale ritorno alla normalità, ma per i grandi eventi perdurano le stesse restrizioni. Ci conforta la discesa della curva dei contagi e il decongestionamento degli ospedali, ma l’emergenza non è completamente cessata.
Ci è richiesto un ulteriore sacrificio e anche una risposta effettiva e più universale alle assennate disposizioni igienico-sanitarie a tutela della salute pubblica e non solo di quella individuale.
È questo l’atteggiamento di chi mette in pratica la carità cristiana e si libera da paure e irrazionali sospetti di complottismi, che i ricorsi storici rigurgitano nel presente, mortificando le coscienze, le intelligenze e l’autentica solidarietà.
Come dice il Papa, “la pandemia ci ha messo tutti in crisi. Da una crisi non si esce uguali. O usciamo migliori o usciamo peggiori”.
Come pastore di questa comunità avverto nuove e crescenti forme di disagio familiare e sociale innescate dai giorni del lockdown e dalla chiusura di tante attività.
Dopo la crisi, continueremo con questo sistema di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura della casa comune? Pensiamoci.
Esiste infatti un virus ben più subdolo e insidioso che è quello dell’indifferenza verso Dio e verso il prossimo.
Consapevoli del significato e del valore della parrocchia all’interno del tessuto sociale ed ecclesiale dove troviamo la nostra dimora, cogliamo l’opportunità di rinascita che ci viene proposta con la Festa di San Rocco.
Vista la situazione generale, viviamo dunque la nostra fede come dono gratuito, che si esprime anche nei gesti e nelle celebrazioni, a partire dall’Eucaristia, evento di grazia che va colto nella sua importanza.
Nella convocazione e nella partecipazione alla celebrazione si manifesta il nostro essere comunità, il nostro essere famiglia.
Del resto, è l’Eucaristia che fa di noi una comunità, una famiglia, perché – come dice san Paolo – noi che ci nutriamo di un unico pane siamo chiamati a formare un solo corpo (1Cor 10,17).
È nel memoriale della passione, ma anche della resurrezione del Signore che vivremo questa festa patronale, con la generosa opportunità di accostarci al sacramento di guarigione nella Riconciliazione sacramentale e di alimentarci con il pane della Parola e dell’Eucarestia che ci cristifica.
Alimentati presso queste fonti zampillanti di grazia soprannaturale, con la fine dell’estate e l’inizio di un nuovo anno pastorale sarà bello ripartire più carichi di idee costruttive ed energie da offrire con generosità. In questo mese di agosto, la Beata Vergine Maria, alla quale S. Rocco era particolarmente devoto, è celebrata soprattutto nei titoli che riguardano la sua glorificazione: assunzione e regalità. Proprio Maria, tuttavia, ci insegna la via della terra e della storia, la quotidianità fatta di cenere e di fango come via per il Cielo. Nel ringraziare quanti a vario titolo e spesso senza gratificante visibilità si prodigano nel servizio alla comunità parrocchiale, vi raccomando al nostro San Rocco con l’augurio di trovare in lui un modello ispiratore di umanità realizzata e di autentica spiritualità.

Vostro padre e fratello parroco”