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Un gravissimo episodio si è consumato nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto.  Così come spiega Antonino Donato, dirigente del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“E’ successo che un detenuto di nazionalità straniera di circa 35 anni del 3^ reparto, da circa un mese posto in isolamento precauzionale, si è reso responsabile in data odierna di aggressione ad un assistente capo coordinatore della polizia Penitenziaria, sfregiandolo al volto con un oggetto contundente al punto che si è reso necessario l’intervento del 118 ed è stato accompagnato al locale pronto soccorso dove in primis gli sono stati applicati dei punti di sutura e tutt’ora in osservazione in attesa di altri esami strumentali tra i quali anche una TAC. Il detenuto in questione è solito assumere certi atteggiamenti, in precedenza in altro istituto si è reso responsabile del ferimento di un sovrintendente procurandogli delle ferite da taglio al ventre. A Barcellona, invece, si è reso responsabile anche di sequestro di persona e minaccia nei confronti di un educatore e minaccia nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria in più occasioni. Piena vicinanza e solidarietà al collega coinvolto in data odierna nella vicenda e si comunica che verranno prese dei provvedimenti forti da parte del SAPPE, in prima l’interruzione di qualsiasi rapporto con l’amministrazione locale che sino adesso non ha saputo gestire determinate situazioni e si è mostrata insensibile alle continue segnalazioni provenienti da più parti. Chiederemo direttamente l’intervento del Prefetto e del Capo del Dipartimento e cercheremo di organizzare dei presidi permanenti dinnanzi la struttura barcellonese”.
Per il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece: “la situazione delle carceri siciliane è diventata insostenibile. Il SAPPE dice basta: i costanti e continui eventi critici che si verificano ogni giorno nelle carceri ne sono la più evidente dimostrazione. Poliziotti aggrediti, feriti, sequestrati, contusi, insultati e offesi. E quel che denuncia il SAPPE da tempo si sta clamorosamente confermando ogni giorno: ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza di personale – servono almeno 8.000 nuovi Agenti rispetto al previsto -, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento.