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È stato necessario adeguarsi alle nuove direttive governative affinché la tutela della salute sia prioritaria per tutte le persone. 

Questo il motivo per cui la sede del Centro Antiviolenza sito in via Dante Alighieri 31, per la prima volta da quando è stato istituito a Barcellona Pozzo di Gotto, chiude temporaneamente le sue porte. L’accoglienza telefonica però sarà garantita h24, affinché tutte le donne che già si sono rivolte o che intendono rivolgersi al Centro Antiviolenza possano trovare il sostegno di cui hanno bisogno chiamando il numero 327 9879516.

“È una decisione dolorosa – afferma la presidente Francesca Pantè – ma necessaria. Restare a casa è fondamentale, sia nel rispetto delle direttive governative, sia per tutelare la salute di tutte e tutti. È la prima volta, dalla sua apertura avvenuta ormai diversi anni fa, che il CAV chiude. Mai un giorno di chiusura nella nostra storia. Ma oggi più che mai dobbiamo mostrare vicinanza e solidarietà tra noi. Ci tengo a precisare che il nostro CAV chiude temporaneamente i locali, ma le nostre operatrici saranno contattabili h24 al numero di Frida Onlus 327 9879516”.

Abbiamo chiesto alla presidente come si comporterà Frida con le donne che già hanno intrapreso un percorso di fuoriuscita dalla violenza maschile. “In realtà, il percorso più importante è quello che ciascuna ha iniziato e porta avanti dentro di sé, nell’autodeterminazione delle piccole cose. Sentiranno la mancanza – come già ci hanno detto – dello spazio di libertà che settimanalmente, negli incontri concordati, vivevano e respiravano. Devono ricordare, e lo ricordiamo anche a noi stesse, che da sole non sono. Chi ha già iniziato un percorso riceverà supporto telefonico. Chi invece non lo ha intrapreso per qualsiasi ragione, potrà chiamarci ugualmente”.

Abbiamo chiesto alla presidente se a Frida possono rivolgersi soltanto le donne che subiscono violenza maschile.  “E’ possibile chiamare Frida – precisa la Pantè – anche per motivi differenti dal sostegno in situazioni violente, assolutamente. Le donne possono chiamarci anche per un consiglio, per parlare con noi, per confrontarci insieme su come ci sentiamo e su come possiamo affrontare questo periodo. La donna solo come vittima di violenza maschile è un’immagine lontana dal nostro modo di pensare. Mi spiego meglio: l’autodeterminazione di cui parliamo sempre non riguarda solo l’affrancamento da relazioni tossiche o da dinamiche violente, ma riguarda anche la vita di tutti i giorni, nel riappropriarci di diritti che sono nostri. Collettivizzare le nostre opinioni, le nostre speranze, le lotte per i nostri diritti e contro il patriarcato, l’autocoscienza, la riflessione sulla vita in generale è parte integrante della nostra rete. Anche di questo possiamo e dobbiamo parlare”.

La presidente conclude con un invito: “Chiamateci, per le necessità stringenti ed anche per chiederci un consiglio di lettura oppure per darlo a noi, per conoscere le risorse esistenti per vivere più serenamente questo periodo oppure per indicarle a noi. Stiamo insieme reciprocamente, con una chiamata, un video, un audio. Noi ci siamo e siamo con voi: registrate il nostro numero 327 9879516”.