Condividi:

È uscito nei giorni scorsi l’ultimo capolavoro del cantautore barcellonese Vincenzo Pante.

24 anni, 176 cm, per 73kg, un modello dal fisico palestrato e dal volto penetrante, con una voce simile a I Muse e per alcuni versi anche superiore. Diplomatosi in ragioneria presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Enrico Fermi” della città del Longano, Vincenzo Pantè lavora per realizzare il suo “Sogno” e cioè sfondare come cantautore. La sua passione per la musica nasce sin da piccolo: «Iniziai con una chitarra da battaglia che mi comprò mia nonna. Diciamo che sin da piccolo ho avuto questa mia vocazione. Ad un anno neanche parlavo e già cantavo le canzoni di Lucio Dalla, Renato Zero e Neck. Poi mia nonna mi diede l’input. Iniziai cercando di imparare alcune canzoni delle mie band preferite ma non avevo quella voglia di seguire tutorial o prendere lezioni private e cominciai ad imparare tutto ad orecchio. Piano piano, non so come e perché, ci riuscì. Avevo più o meno 14 anni e ascoltavo molta musica rock degli anni 2000. Diciamo che ero entrato in fissa con le band americane, canadesi e inglesi come i My Chemical Romance, Three Days Grace e Linkin Park. Ma anche band come I Muse, Green Day, Aerosmith, Negramaro e Le Vibrazioni». “Sogna lo stesso”, tratta un argomento che, ahimè, adesso è in voga. Un racconto che molti stanno vivendo sulla loro pelle. Non è altro che un dialogo di una Mamma che, pur in preda alla disperazione, cerca di lottare e incoraggiare la figlia che non sta bene. La mamma in preda alla disperazione lancia quasi una sfida a un “mondo isterico”, dove sembra un due per tre ma alla rovescia. Prendi due e paghi tre. Dove gli altri prendono e tu paghi le conseguenze. Sembra poi sfidare il tempo e la tempesta che si sta abbattendo “dentro” la sua amata figlia e che la sta travolgendo come uno tsunami. Grida di essere travolta al posto della giovane figlia e nel medesimo tempo placatasi si rivolge con determinazione e con, allo stesso tempo, dolcezza nei riguardi della sua fanciulla facendole capire che se la vita è un vortice bisogna affrontarla e addentrarsi per trovare il centro. Che Se lei vive la giornata contando i minuti, i secondi senza ridere deve comunque sapere che nulla le vieta di sognare e che soprattutto niente deve cambiarla, perché ancora ha troppo da dare. Infine, ribadisce che, fuori il mondo non cambierà, il tempo continuerà a scorrere ma potrà contare sempre su sua madre, perché sua madre una cosa la sa… Come la sa vostra madre, come la sa qualsiasi vostro caro. Anzi dico a te che stai leggendo… Loro, sanno anche chi ami di più e lo sai anche tu. Niente è perso… “SOGNA LO STESSO”!

di Salvatore Bucolo

YouTube player