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Nel tardo pomeriggio di domenica 7 luglio 2019, con l’inaugurazione di una lapide e con una passeggiata itinerante, è stato ricordato nella sua Barcellona Pozzo di Gotto lo scultore Turillo Sindoni. Nei tre punti del percorso della passeggiata sono state esposte copie di documenti relativi alla vita e alle opere di Sindoni, attaccate sulle pareti degli edifici interessati.

L’evento è stato organizzato dalla Corda Fratres presieduta dall’Arch. Marcello Crinò con la collaborazione del Dott. Massimo Sindoni, in rappresentanza della famiglia del celebre artista. Celebre ma purtroppo dimenticato per troppo tempo dalla sua città, che non seppe coccolarlo nemmeno quand’era ancora in vita anzi… lo trattò a pesci in faccia come è stato narrato dal critico d’arte Andrea Italiano nella terza tappa della passeggiata.

Ma andiamo con ordine: come dicevamo è stata inaugurata una lapide dedicata allo scultore “Salvadore Sindoni proprio all’inizio di Vico San Paolino e donata dalla famiglia. È intervenuto Massimo Sindoni il quale ha illustrato le motivazioni di questa iniziativa ovvero ricordare Turillo Sindoni a 150 anni dalla sua nascita (24 dicembre 1868) e già commemorato con un convegno nel dicembre scorso. Tra l’altro lo stesso Massimo Sindoni pubblicherà a breve un libro sulla storia del celebre parente, scritto insieme a Simone Cardullo e ad Andrea Italiano.

Lo scultore Sindoni realizzò ben centoventiquattro opere documentate, ma delle quali ben cinquantadue risultano non rintracciabili o scomparse. Fu autore di tanti Monumenti ai caduti per molti Comuni italiani ma non nella sua città natale, a causa di polemiche per l’aumento del costo pattuito inizialmente con il Comitato promotore.  Polemiche culminate con il telegramma inviato da Roma nel 1920 dove comunicava la sospensione dei lavori. Turillo Sindoni si sposò a Roma con la nobildonna Anna Elisabetta Maria Maddalena Rainati, nipote del papa Pio X. Morì nella capitale nel 1941 e fu seppellito inizialmente nel cimitero del Verano, da dove fu poi esumato e spostato in una piccola cella.

Dopo l’intervento dell’Assessore Antonio Raimondo, che ha curato la parte amministrativa riguardo la collocazione della lapide, ci si è spostati verso la seconda tappa della passeggiata itinerante ovvero la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso,  dove è intervenuto il Presidente della Corda Fratres Crinò il quale ha ricordato che Sindoni cominciò a studiare disegno e scultura proprio nella Scuola serale di questa Società, per poi proseguire a Messina e all’Accademia di  Roma. Fu Presidente Onorario della Società Operaia e anche Presidente della Lega-Difesa Artistica-Internazionale.  La Società Operaia ha aperto le sue porte ai visitatori, mostrando documenti relativi alla sua storia e alla presenza di Sindoni.

L’ultima tappa, Palazzo Fazio di Piazza San Sebastiano oggi sede di un istituto bancario, all’epoca il Circolo dei Nobili dove Turillo Sindoni non fu fatto entrare perché non nobile, come ha raccontato Andrea Italiano aggiungendo che lo scultore rispose che la sua nobiltà era nella sua arte, riconosciuta dalla Regina d’Italia che gli aveva donato una spilla d’oro con la “M” della Regina Margherita. Da allora Turillo Sindoni non tornò più nella città del Longano e avendo avuto certamente un carattere particolare, che non le mandava a dire, non si aggregò mai ai movimenti artistici dei suoi tempi e per questo artisticamente cadde nel dimenticatoio.