Condividi:

Nella giornata di oggi da Palazzo Longano giunge il saluto di commiato ai cittadini del Sindaco Dr. Roberto Materia, che ha recentemente inoltrato al Consiglio Comunale in occasione della scadenza del mandato amministrativo. Nella lunga lettera il primo cittadino propone anche una relazione sui cinque anni del suo mandato.

“Sigg.re Consigliere e Sigg.ri Consiglieri,
Care Concittadine e cari Concittadini,
cinque anni abbondanti sono passati dal giorno – era il 18 giugno 2015 – in cui fui formalmente proclamato sindaco di questa città.
Le prossime elezioni amministrative sono ormai alle porte e la fascia tricolore, emblema della comunità a cui appartengo e della quale sono orgoglioso, sarà consegnata a chi verrà.
E’ dunque giunto il momento che mi congedi da voi, ma è mio desiderio che queste poche righe siano un ringraziamento piuttosto che un saluto.
Con esse, comunque, intendo rispondere anche a quell’obbligo di riferire al Consiglio Comunale sullo stato di attuazione del programma amministrativo introdotto nell’ordinamento dall’art. 17 della L.R. 26 agosto 1992, n. 7, obbligo tuttavia che ho sempre inteso come “etico” prima ancora che giuridico e che sintetizza un duplice rapporto, quello che unisce il sindaco ai cittadini e quello tra il Consiglio Comunale e, sempre, i cittadini, sublimando in modo mediato l’obbligazione “politica” che corre tra gli eletti e gli elettori.
Comunque sia, quel 18 giugno 2015 ho iniziato a percorrere un sentiero che sapevo già sarebbe stato stretto e impervio, un percorso tutto in salita, condizionato da fattori esterni ineludibili, prima tra tutte la situazione macroeconomica.
Le incertezze economiche prodotte dalla crisi che in questi anni ha investito il mondo occidentale e il nostro Paese si sono fatte sentire anche a Barcellona Pozzo di Gotto, hanno reso più precaria la quotidianità e condizionato le prospettive dei nostri figli.
Sono stati dunque anni difficili, accompagnati da momenti di crisi e – perché non riconoscerlo – anche da errori, da scelte che col senno del dopo sarebbero state diverse; ma sono stati anche anni sempre attraversati con entusiasmo e passione civile, con amore per la comunità, che hanno rappresentato il momento più significativo e bello di un’esperienza politica che avevo intrapreso ormai alcuni decenni addietro.
L’elemento che più di ogni altro ha contribuito a rendere questa strada ancora più disagevole certamente è stato la situazione finanziaria del Comune.
Ricordo a me stesso prima che agli altri come concludevo la mia relazione d’inizio mandato:
“Si riporta in allegato il verbale n. 3 (Alleg. 3) a firma del Responsabile del Servizio Finanziario dell’Ente, asseverato dal Collegio dei Revisori dei Conti, che evidenzia situazione di criticità economico-finanziaria. …
La valutazione degli effetti di tali iniziative suggerisce il rinvio a momento successivo delle determinazioni conclusive in ordine alla sussistenza o meno di una condizione strutturale di squilibrio finanziario tale da richiedere l’avvio delle procedure di riequilibrio, la cui attuazione tuttavia potrebbe risultare necessitata in tempi più brevi dall’attuazione di procedure esecutive da parte di soggetti titolari di posizioni debitorie per debiti fuori bilancio”. Queste parole le scrivevo nel 2015, poco dopo il mio insediamento nella carica. La crisi economica generale, che ha vulnerato la capacità di ciascuno di contribuire alla spesa pubblica, le costanti riduzioni ai trasferimenti statali e regionali, lo stock di debito accumulato in anni precedenti hanno agito con una negativa sinergia a limitare le possibilità finanziarie dei Comuni in uno scenario a cui non sfugge neanche il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Questo è stato lo scenario in cui ha agito la mia Giunta, uno scenario condizionato da risorse finanziarie costantemente decrescenti e da esigenze specularmente crescenti.

A fronte di ciò abbiamo agito cercando di attivare politiche virtuose utili a mantenere i servizi locali, a sostenere il tessuto sociale ed economico, a migliorare la qualità della vita urbana e a consegnare ai nostri giovani prospettive più favorevoli.

L’azione della mia Giunta ha dunque spaziato nei diversi settori dell’amministrazione, dalle opere pubbliche ai servizi sociali, passando per lo sviluppo economico senza trascurare le politiche culturali.
In questi cinque anni abbiamo realizzato opere – comprese quelle avviate in precedenza – approntato progetti e programmato interventi (da
lasciare a chi verrà) in materia di edilizia pubblica e scolastica, di viabilità, di reti fognarie e di distribuzione idrica, di tutela dell’assetto idrogeologico e di prevenzione dell’erosione costiera.
Non è mancata l’attenzione alle periferie e alle frazioni.
Stiamo parlando, soltanto per fare qualche esempio, della riqualificazione della piazza di Gala e della piazza e dell’anfiteatro di San Paolo, della riqualificazione di Piazza Gerone nell’antico quartiere Marsalini e del quartiere Immacolata, senza trascurare l’intervento di rigenerazione urbana sulla piazza di Portosalvo, concluso recentemente. E poi le Ville comunali “Primo Levi” e “Milite Ignoto”.
Nel settore dell’edilizia scolastica ricordiamo gli interventi presso la scuole “G. Verga” e “Bastiano Genovese”, cui possiamo aggiungere i lavori di recupero degli asili nido comunali (S. Antonino e Panteini) e, sempre con riferimento alle attenzioni rivolte al mondo giovanile, quelli del Centro Giovanile “Cairoli”. L’attenzione non è mancata neanche al mondo dello sport, posto che dopo tanti anni sono stati eseguiti radicali interventi di ristrutturazione su diversi impianti sportivi: dallo stadio comunale “D’Alcontres-Barone” – dove sono stati riqualificati gli spogliatoi e la pista di atletica – al palazzetto dello sport di Aia Scarpaci, ma anche ad impianti “minori” ma non meno importanti perché fondamentali per l’avvio alla pratica sportiva delle giovani generazioni, come i campi di calcio di Zigari e di Fondaconuovo.

E dopo tanti anni, poi, è stata questa la Giunta che ha fatto finalmente partire i lavori di sistemazione dell’impianto polivalente di C.da Manno. Sul piano delle reti di servizi, rammento l’apertura di nuovi pozzi (Praga, S. Andrea e Cappa), l’ammodernamento di diverse sezioni delle reti idriche e fognarie – a causa della loro vetustà fonti perenni di disagio per i cittadini e l’Ente – tra le quali mi piace rimarcare la nuova rete idrica di Acquacalda e quella di S. Venera-Due Mulini, che hanno rimosso in via definitiva la “sete” di quelle zone del territorio cittadino.

Neanche la rete viaria è stata trascurata, e ad essa abbiamo guardato
soprattutto in funzione prospettica, consapevoli che la densità della circolazione veicolare e l’intasamento dei flussi di traffico nel centro urbano impongono l’adozione di misure di regolamentazione e, allo stesso tempo, la creazione di nuovi percorsi. A questa esigenza abbiamo cercato di rispondere completando la progettazione della bretella che, correndo lungo il tracciato ferroviario dismesso, collegherà la Via Ugo S. Onofrioa alla Via Camarda: quest’opera è già in gara e dunque i lavori potranno partire in tempi ragionevolmente brevi.

Al contempo abbiamo acquistato da RFI S.p.A. l’ulteriore tratto di tracciato che dalla Via S. Andrea giunge a Via dello Stadio, in modo che su di esso si possa sviluppare la prosecuzione della bretella già esistente per costituirne il naturale completamento: quando anche quest’opera sarà stata realizzata, la nostra città finalmente disporrà di un collegamento stradale sulla direttrice est-ovest e viceversa che non attraversa direttamente il centro urbano.
Dopo tanti anni, abbiamo rimesso in sicurezza e riaperto al traffico la strada che da Pozzo di Gotto conduce al Santuario del Carmine. E per finire con le opere pubbliche non si può non ricordare che sono alla vigilia del completamento i lavori di ampliamento del Cimitero di C.da Zigari – un’opera che la nostra città aspettava da circa trent’anni e che questa Amministrazione è riuscita ad avviare materialmente – i quali, una volta completati, consegneranno ai cittadini oltre 4.000 nuovi loculi, così consentendo di superare definitivamente quella carenza di sepolture che per anni è stato “il problema” che ha accompagnato, per così dire, il dolore dei barcellonesi di fronte alla perdita dei propri cari.
Un’Amministrazione che guardasse allo sviluppo della comunità soltanto in termini materiali, di lavori e opere pubbliche, tuttavia sarebbe miope.

Sviluppo, infatti, è benessere complessivo, qualità della vita, e risulta dall’equilibrata combinazione di una serie di fattori a cui non sono estranei quelli economici e culturali.
I servizi sociali, dunque le azioni mirate al contenimento del disagio sociale, al sostegno rivolto a chi è rimasto indietro, a fornire aiuto a chi si trova in difficoltà, per malattia o altro, hanno costituito in ogni momento il centro d’interesse di questa Amministrazione. Emblematico, a tal proposito, il fatto che tale competenza non sia stata delegata.
Grazie all’impegno degli uffici, nonostante le gravi difficoltà finanziarie, in questi anni, attingendo alle diverse opportunità di finanziamento offerte dallo Stato o dalla Regione, ovvero attraverso il Distretto socio-sanitario 28, siamo riusciti a mantenere, se non addirittura ad incrementare, lo standard dei servizi. Con questi strumenti abbiamo affrontato i diversi temi in cui si declina il disagio sociale: le povertà vecchie e nuove, il disagio familiare e quello giovanile, la condizione degli anziani e le problematiche susseguenti alle condizioni patologiche gravi.
Tra le misure attuate si annoverano:
1. Il Centro disabili educativo-riabilitativo di c.da Oreto,
2. Il Centro distrettuale di socializzazione per anziani,
3. Il rafforzamento del Servizio Sociale Professionale,
4. Le “Borse Lavoro”,
5. Lo spazio di ascolto, consulenza e orientamento, con personale  specializzato, in favore di cittadini che abbisognino di sostegno dedicato,
6. L’assistenza igienica personale per gli alunni disabili nelle scuole cittadine,
7. I voucher di trasporto in favore di giovani affetti da disabilità,
8. Le attività integrative presso la locale Casa Circondariale,
9. Gli interventi una tantum finalizzati di contrasto alla povertà,
10.Il servizio di assistenza domiciliare integrata,
11.Il servizio di assistenza domiciliare in favore dei disabili gravissimi,
12.Il lido di libero accesso per i cittadini disabili e i loro familiari.
Da quest’elenco, certamente non esaustivo, ho volutamente lasciato fuori un’iniziativa, così da ricordarla separatamente e consegnarle la visibilità che merita: dopo circa un decennio, infatti, il Servizio Civile Nazionale è finalmente tornato a Barcellona Pozzo di Gotto. Il Servizio Civile Nazionale permette ai nostri giovani di dedicare una piccola parte della propria vita al servizio del Paese e rappresenta per loro un’esperienza di grande valore formativo e civile impegnandoli in attività a beneficio della collettività: esso torna nella nostra Città col progetto “Un anziano per amico”, attivato recentemente, che impiega 8 volontari in attività a favore della popolazione anziana, e costituisce uno dei motivi di maggiore soddisfazione per l’Amministrazione.

Una soddisfazione ancora maggiore tuttavia ci viene regalata poi dalla riconquistata autonomia dell’ospedale “Cutroni Zodda”, frutto di una battaglia, sociale più che politica, durata anni, che non è stata una battaglia della sola Amministrazione, ma di tutti i cittadini di Barcellona Pozzo di Gotto e del suo comprensorio.
E’ stato un percorso duro, intessuto di una dialettica talvolta anche aspra, in cui i cittadini sono stati accompagnati dai sindaci, ma anche dalla deputazione locale all’A.R.S. e dalle Forze Politiche e Sociali, e che si è potuto concludere positivamente soltanto grazie alla capacità di ascolto manifestata dall’attuale Governo Regionale.
Al di là delle polemiche che ci sono state anche recentemente e del fatto che comunque la strada da percorrere affinché il “Cutroni Zodda” torni a livelli di efficienza di piena soddisfazione per la comunità è ancora tanta, resta il fatto indiscusso che esso ha riacquistato la dignità persa negli anni scorsi, la quale è presupposto indispensabile per ulteriori sviluppi positivi.
Restano da ricordare due vicende, due obiettivi fondamentali dell’Amministrazione, entrambi oggetto di tante discussioni e di critiche anche feroci, di tanti se e di altrettanti ma: il ponte di Calderà e il Teatro Mandanici.

Non è il momento delle discussioni, ma quello soltanto di tirare le somme, per cui mi limito semplicemente a ricordare che sin qui non ha visto la luce nessuna – dico nessuna – di quelle iniziative estranee all’attività del Comune, dalla quale secondo taluni sarebbero dovuti
arrivare i finanziamenti per il ponte.
Per essere ancora più chiari parlo della progettazione e dei finanziamenti post alluvione 2011 della Protezione Civile o delle risorse del Patto per il Sud: ad oggi di queste misure o di questi finanziamenti non si ha notizia alcuna notizia certa.
L’iniziativa dell’Amministrazione, invece, che ha scelto di finanziare l’opera direttamente (la quale, ricordiamolo, non è del Comune ma della Città Metropolitana di Messina, l’ex provincia), ha determinato che i lavori di ricostruzione oggi siano in fase avanzata, nonostante tutto.
A breve, se non a brevissimo, quella ferita sul nostro territorio sarà finalmente rimarginata.
E per chi ancora non lo sapesse, mi sento di rammentare che il tempo passato tra la decisione di fare da soli (settembre 2015) e l’aggiudicazione dei lavori (giugno 2018) sono passati meno di tre anni, un tempo altrove forse non breve, ma alle nostre latitudini certamente non frequente nel campo dell’affidamento delle opere pubbliche.
In mezzo ci stanno la procedura per la destinazione del finanziamento, la progettazione dell’opera, l’approvazione da parte di tutti i soggetti competenti, la pubblicazione del bando di gara e la gara medesima.
Ci sono state, poi, altre vicende per arrivare sino ad oggi, ma quelle sfuggono alla competenza del Comune.
Il fatto certo è che ad aspettare altri, oggi del ponte non ci sarebbe stata neppure la progettazione.
Fino al 2015 il Teatro Mandanici, un pezzo importante della storia e del patrimonio culturale di Barcellona Pozzo di Gotto, rialzatosi dalle ceneri dopo quasi mezzo secolo grazie all’opera di ricostruzione dell’Amministrazione Nania, vivacchiava all’ombra della gestione degli amministratori del Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
Decidemmo di emanciparlo da questa situazione che da opportunità era diventata giogo: il teatro di Barcellona Pozzo di Gotto in quel momento, oscuro palcoscenico di provincia, viveva soltanto delle produzioni che a Messina si decideva di “passargli”; a Messina, anzi sono andati tutti i ricavi, pur modesti, mentre a noi sono rimaste le spese. Non poteva continuare così, sebbene la collaborazione tra i “luoghi” della nostra cultura sia sempre auspicabile.
Non posso dimenticare gli attacchi che su questo tema abbiamo ricevuto, ma il Teatro “Placido Mandanici”, il Teatro di Barcellona Pozzo di Gotto, pur con le sue difficoltà (e chi non ne ha, soprattutto oggi, è soprattutto nel campo della produzione culturale), è riconosciuto come uno dei compendi teatrali più noti ed apprezzati nel panorama artistico quantomeno regionale.
Il Teatro Mandanici, che oggi vive di luce propria, è per la nostra comunità il grimaldello per aprire e scardinare quella porta che da “paese” di provincia la conduce al ruolo di realtà territoriale di primo piano, culturalmente dinamica e socialmente evoluta.
Infine, e chiudo qui un excurcus che potrebbe diventare noioso, il 27 dicembre del 2019 153 precari del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, 153 madri e padri di famiglia, dopo circa 30 anni ed in qualche caso in età prossima al pensionamento, hanno finalmente firmato il contratto di lavoro di lavoro che consegna loro la garanzia occupazionale e la dignità di lavoratori.
E’ un risultato di grande soddisfazione e che comunque non completa il quadro, perché dev’essere accompagnato dalla stabilizzazione anche del personale L.S.U. – iniziativa già avviata ma ancora non conclusa – per assorbire definitivamente il bacino del precariato, e dalla riqualificazione del personale già di ruolo.
Esordivo in questa mia nota richiamando le conclusioni della relazione d’inizio mandato nella quale rimarcavo la grave situazione di criticità economico-finanziaria versava il Comune, che naturalmente si opponeva a qualsiasi iniziativa.

Questo quadro economico-finanziario di assoluta precarietà ha condizionato ogni momento dell’azione amministrativa.
Ad esso abbiamo reagito con scelte improntate ad una pragmatica ragionevolezza che comunque guardano alle prospettive future della città e adottando le misure che abbiamo giudicato più adeguate ad assicurare gli equilibri finanziari dell’Ente.
E’ stata proprio l’Amministrazione Materia ad assumersi davanti ai cittadini la responsabilità “politica” di mettere a nudo le reali condizioni del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto nel momento in cui – con un deliberato proprio, della Giunta Municipale medesima – ha proposto al Consiglio Comunale di adottare quel piano di riequilibrio finanziario pluriennale ai sensi dell’articolo 243 bis del T.U.E.L. approvato con la delibera consiliare n. 29/2018 che risulta l’unico strumento adeguato a prevenire il dissesto dell’Ente.
Al di là dei contenuti propri del piano, il percorso di risanamento intrapreso è stato accompagnato e corroborato da ulteriori iniziative, tra le quali rammento le numerose definizioni transattive (per i debiti extra piano) chiuse con i creditori, che hanno ridotto l’esposizione verso terzi per cifre significative (alcuni milioni di euro) e la rinegoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, grazie alla quale si è potuto ampliare per un quindicennio circa il periodo di ammortamento di diversi mutui in  essere, peraltro a tassi d’interesse abbattuti rispetto a quelli originari, liberando nei bilanci annuali quote apprezzabili di risorse.
Quindi l’anticipazione di liquidità, richiesta e ottenuta secondo le previsioni del Decreto Rilancio, grazie alla quale sono stati finanziati debiti commerciali già scaduti – dunque legittimamente esigibili dai creditori – per oltre 10.500.000 euro, i quali sono stati “spalmati” in un arco temporale trentennale, anche in questo caso con evidenti ricadute positive per i bilanci annuali.
Ed allora diventa ancora maggiore la soddisfazione per le risposte che in questi anni abbiamo fornito, nei limiti in cui abbiamo potuto, alle esigenze manifestate dai cittadini e che in quale caso – come in quello dell’ampliamento del Cimitero – aspettavano soddisfazione da decenni.
In verità neppure la sorte ci ha tanto aiutato se soltanto teniamo a mente che in questi cinque anni abbiamo avuto modo di affrontare, tanto per non farci mancare nulla, anche l’alluvione di Caldà dell’ottobre 2015 è in ultimo l’emergenza da COVID-19, l’ormai “celebre” coronavirus.
E sempre, e nonostante tutto, ne siamo usciti brillantemente, credo di poter dire, grazie all’azione delle Istituzioni e alla collaborazione dei cittadini.
Esemplare in particolare, come sempre accaduto in ogni circostanza eccezionale, la risposta che la comunità barcellonese ha saputo fornire a fronte dell’emergenza pandemica; esemplare a livello individuale, con tutti i cittadini – compreso il tessuto imprenditoriale, sulle cui spalle sono precipitate all’improvviso difficoltà enormi di ordine economico e finanziario – che hanno rispettato gli obblighi del lockdown con grande rigore, esemplare nella risposta che ha fornito il mondo associativo e del volontariato, la cui collaborazione è stata fondamentale per assicurare la massima efficienza e capillarità agli interventi gestiti dagli uffici comunali – con l’infaticabile ed encomiabile impegno del personale dei Servizi Sociali – per dare esecuzione alle misure di sostegno approntate dal Governo nazionale e da quello regionale.
Una risposta esemplare i barcellonesi l’hanno fornita anche in occasione dell’alluvione che si è abbattuta nella zona ovest del nostro territorio (S. Antonio, Fondaconuovo, Portosalvo) lo scorso 8 agosto 2020 (tanto per non farsi mancare nulla e chiudere in bellezza, verrebbe da dire con amara ironia), esemplare nella capacità di sopportazione dei cittadini e nella risposta dell’apparato pubblico e del volontariato di soccorso e di assistenza, che una volta ancora, e nonostante le difficoltà operative che ha
dovuto affrontare “sul campo”, è stato in grado di superare la fase di prima emergenza in tempi oltremodo rapidi, con alta professionalità ed elevata efficienza.
Alla luce di queste esperienze – che nessuno vorrebbe vivere, in qualsiasi ruolo, e che segnano la vita lasciando un ricordo indelebile nella memoria di ciascuno – è d’obbligo manifestare agli operatori dell’apparato di emergenza, a quelli “professionali” delle Istituzioni e della Forze dell’Ordine, ma anche, e forse soprattutto, a quelli del volontariato, componenti a pieno titolo del modello di protezione civile disegnato dalla legge n. 225/92 e ribadito dal D.Lgs. n. 1/2018, un grazie infinito per quello che sempre hanno saputo fare, nelle occasioni che richiamato ma anche in tutte le altre emergenze che negli anni si sono abbattute sul territorio e sulla comunità nazionali, per soccorrere ed assistere le
popolazioni colpite.
Per tornare a Barcellona Pozzo di Gotto e alle cose che resta da fare, quest’ultima vicenda alluvionale ribadisce una volta ancora la necessità che si provveda con urgenza a realizzare le opere idrauliche necessarie a contenere gli effetti di queste devastanti “bombe” meteo che con frequenza sempre maggiore si abbattono sul nostro territorio; un territorio, peraltro, che presenta peculiari e – da questo punto di vista – non favorevoli caratteristiche orografiche ed è ferito da interventi urbanistici che affondano le loro radici in tempi lontani che ne aggravano la
situazione.
Occorre, dunque, mettere mano con urgenza alle opere di prevenzione, prima tra tutta quella “vasca di espansione” per il torrente Longano a monte del centro urbano promessa dalla Protezione Civile regionale all’indomani dell’alluvione del 2011 e di cui ancora oggi, e a dispetto di tutti gli sforzi che in questi anni abbiamo profuso come Amministrazione comunale, ancora non si hanno notizie concrete. E quindi tutte le altre opere di sistemazione e manutenzione che non è qui il caso di richiamare, ma che ormai tutti conosciamo.

E poi il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza dei movimenti franosi nelle frazioni collinari. Senza trascurare, infine, il fenomeno dell’erosione costiera che ha raggiunto ormai dimensioni preoccupanti e di carattere emergenziale e che occorre venga affrontato con immediatezza: in questo senso, al di là delle iniziative programmate, ci siamo mossi nei confronti degli Organi regionali proprio in occasione dell’alluvione dell’8 agosto 2020, che come sappiamo ha messo alle corde anche la viabilità litoranea a Cantoni, per sollecitarne ogni possibile intervento, posto che il Comune non ha la capacità economica immediata, né la competenza, sarebbe da aggiungere, per affrontare in maniera organica la questione.
Sono interventi ed opere indispensabili per la nostra sicurezza e per l’integrità del nostro territorio e del nostro patrimonio infrastrutturale e immobiliare, per realizzare le quali, dunque, siamo chiamati tutti, Istituzioni, Forze Politiche, Associazioni, ma anche ciascuno di noi, anche come semplici cittadini, ciascuno nel proprio ruolo, a programmare, a progettare, a cercare finanziamenti, a sollecitare e stimolare senza tentennamenti ed incessantemente l’azione di chi deve, ma anche a sostenere con convinzione e sentimenti unitari di comunità le iniziative che potranno essere avviate per addivenire a questi obiettivi.
Saranno indispensabili anche comportamenti individuali virtuosi e rispettosi del territorio e dell’ambiente. Un unico grande cruccio mi resta al termine di questo quinquennio, un cruccio che da solo, nonostante tutto, sovrasta ogni se ed ogni ma: non essere riuscito – a dispetto di ogni sforzo – a condurre il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti ad un livello di efficienza in grado di assicurare ai cittadini un tessuto urbano pulito e decoroso. E’ un cruccio che nasce dall’amara constatazione che al di là dell’evidente carenza del modello organizzativo che ci è stato consegnato, dell’inefficienza funzionale del sistema regionale, delle carenze altrettanto palesi che in questi anno hanno manifestato tutti gli attori del ciclo dei rifiuti – senza esclusione alcuna, compresa la macchina del Comune – l’insuccesso deriva dall’irresponsabilità, dall’assenza di sentimenti di coesione sociale, in buona sostanza dall’inciviltà, di quelle persone che, abbandonando robusti quantitativi di rifiuti sul territorio comunale, hanno vanificato gli sforzi di quei concittadini – per fortuna la maggior parte – che con senso di responsabilità, rispetto per il prossimo, sensibilità per l’ambiente e il decoro della città, in questi anni hanno conferito i rifiuti seguendo una corretta differenziazione e permesso di raggiungere i risultati che comunque sono stati conseguiti.

Sono stati, in ogni caso, cinque anni attraversati con senso di responsabilità, sostenuto dalla fiducia che i miei concittadini mi hanno consegnato in quel 2015 ed ai quali rivolgo ringraziamenti di vero cuore, assicurando loro che mai, in ogni momento del mio mandato, ho perso di vista l’obiettivo del bene comune, pur condizionato dal quadro generale e dalla carenza di risorse, cercando di fare il massimo ed il meglio possibile con gli strumenti a disposizione.
Prima di congedarmi desidero tuttavia porgere i miei ringraziamenti anche a tutti coloro che in questi anni mi hanno accompagnato, nei rispettivi ruoli, in questa esperienza.
Grazie dunque innanzitutto agli Assessori, che nel corso di questi anni mi sono stati costantemente accanto nell’azione condotta per attuare il programma.
Grazie a tutti i Consiglieri Comunali che nella sede istituzionale simbolo primo della comunità locale hanno contribuito attivamente alla vita politica di questo mandato, con il consenso ma anche esprimendo il loro dissenso rispetto all’azione condotta dall’Amministrazione, perché dalla critica – talvolta forse soverchiamente aspra ed ingenerosa, mi sia concesso di fare quest’affermazione – ho comunque sempre cercato di trarre spunto per crescere e migliorare.

E grazie alle Forze Politiche, della maggioranza come della minoranza, alle quali manifesto i medesimi sentimenti che ho espresso ai Consiglieri Comunali.
Grazie anche ai dirigenti e a tutti i dipendenti del Comune che, ciascuno nel proprio ruolo e con le propria responsabilità, hanno reso possibile che gli obiettivi prefissati diventassero realtà.
Grazie, infine, a tutti coloro che nel corso di questi anni di mandato, hanno collaborato attivamente alla vita amministrativa del Comune: le Organizzazioni sindacali e di categoria, le Associazioni e tutti i gruppi organizzati, il mondo della scuola e dello sport, le Parrocchia e, soprattutto, a tutti volontari che sono la parte migliore della nostra società e che, con tanta passione civile ed impegno sociale, hanno dedicato il proprio tempo, le proprie esperienze, la propria professionalità al bene comune, soprattutto in quelle circostanze drammatiche che si sono verificate in questi anni e che ho menzionato prima.
Grazie a tutti!
La ricchezza di quest’esperienza mi ripaga comunque di tutto l’impegno di questi anni, per tutti i sacrifici ed anche per tutte le amarezze; sono stati anni che ho intensamente dedicato a Barcellona Pozzo di Gotto e alla sua comunità, che prima di tutto è la “mia”
comunità.

In questi anni ho cercato di dare ai miei concittadini una Città consapevole ed orgogliosa delle sue radici, allo stesso tempo viva e dinamica, attenta al cambiamento e capace di proiettarsi in un futuro di progresso.
Il futuro che abbiamo innanzi a noi non sembra tuttavia consegnare un orizzonte sgombro e sereno, condizionato com’è da numerosi fattori sistemici negativi: la crisi economica generale che si trascina da anni, le instabilità di ordine sociale e politico in diverse aree del mondo, prima tra tutte quelle dei Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo e che riguardano più direttamente il nostro Paese, i timori per un’eventuale ripresa della pandemia – le cui avvisaglie purtroppo si intravedono nel momento in cui scrivo queste note – e comunque le sue ricadute su un tessuto economico già in affanno.
Sono grandi questioni che per lo più presentano carattere nazionale o sovranazionale ma che in ogni caso interessano tutti e che trovano soluzioni che interessano anche una più ristretta comunità locale. Ad esse dobbiamo aggiungere il cronico gap infrastrutturale e tecnologico delle regioni meridionali e la “fuga dei cervelli”, che diventa forse la più grande ferita nel corpo della nostra terra e ne condiziona fortemente le prospettive.
A questi fenomeni siamo chiamati a rispondere, senza timori e fiduciosi nelle nostre capacità e nel nostro patrimonio perché siamo figli di una terra bellissima con un patrimonio millenario di storia e di cultura che sempre ha saputo affrontare e superare, con determinazione, coraggio ed anche saggezza, ogni prova che la storia le ha parato innanzi.
Auguro a tutti i candidati che sono in corsa per la carica di Sindaco e di Consigliere Comunale una serena campagna elettorale e quindi un confronto altrettanto sereno e proficuo nelle sedi istituzionali nell’interesse della comunità.
Viva Barcellona Pozzo di Gotto e buona vita a tutti”.
Roberto Materia