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Nell’ambito del primo e storico evento nazionale che ha visto la visita contemporanea di 19 delle carceri italiane, oggi l’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) ha visitato anche l’istituto penitenziario di Barcellona Pozzo di Gotto, la Casa Circondariale “Vittorio Madia”.

Gli avvocati Giuseppe Irrera, membro di Giunta nazionale e componente del Direttivo Nazionale del neo costituito Osservatorio sulle carceri dell’Aiga O.N.A.C., Cristian Mazzeo, membro del Consiglio direttivo e referente territoriale dell’O.N.A.C. della sezione barcellonese AIGA e Gianfranco Briguglio, referente territoriale dell’O.N.A.C. della sezione messinese AIGA, sono stati accolti questa mattina dalla direttrice dell’istituto, dott.ssa Romina Taiani e dal Comandante della Polizia penitenziaria, dott. Antonino Rizzo.
“Questa mattina, i membri del nostro Osservatorio nazionale hanno potuto accedere in diciannove istituti penitenziari dislocati sull’intero territorio nazionale, tra cui la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, struttura sorta nel 1925 come manicomio criminale, poi divenuta Ospedale Psichiatrico Giudiziario e, oggi, trasformata in una realtà particolarmente complessa con una sezione di reclusione, un reparto articolazione per la Tutela della Salute Mentale maschile e femminile, una Casa di Lavoro e, a breve, anche una Colonia Agricola. Tale articolazione – dichiara l’avv. Giuseppe Irrera, membro del direttivo nazionale O.N.A.C. – comporta notevoli difficoltà legate alla diversificazione trattamentale da adottare per la variegata popolazione di detenuti ospitata in un edificio strutturalmente inadatto a ciò. Malgrado ciò, grazie al lavoro svolto dalla dott.ssa Taiani, direttore della casa circondariale, dagli agenti di polizia penitenziaria guidati dal dott. Antonino Rizzo, dagli educatori e dalle risorse umane della società civile che, volontariamente, collaborano con le istituzioni, abbiamo trovato ambienti rispettosi della normativa penitenziaria, oltre che ordinati e puliti. Non mancano le criticità per la carenza del personale di polizia penitenziaria, inferiore a quello previsto, e anche per la carenza di personale sanitario che sarebbe opportuno inserire in una struttura che si caratterizza per la presenza di un reparto articolazione per la Tutela della Salute Mentale maschile e femminile. A tal proposito, si registra l’assenza di personale medico specialistico e di personale OSA. Quello della salute mentale rappresenta uno dei problemi di maggiore complessità nel mondo carcerario che merita di essere affrontato con le necessarie competenze e le dovute attenzioni da parte del mondo politico.”
“La gentilissima dott.ssa Taiani ci ha consentito di fare una visita approfondita dell’istituto, durante la quale abbiamo potuto toccare con mano una realtà inusuale e spesso dimenticata dall’opinione pubblica. – ha raccontato l’avv. Cristian Mazzeo – Visitare le carceri è sempre un’ottima occasione di crescita, farlo con un occhio poco più esperto e dedito alla giustizia è invece un’esperienza formativa. Abbiamo avuto modo di visitare i vari reparti della casa circondariale, che si caratterizzano per la varietà degli ambienti e dei detenuti che ospitano: reparto femminile, detenuti con problemi psicofisici, reparto di sicurezza, reparto dedicato alle varie attività come casa-lavoro e colonia. Sono tutti ambienti estremamente diversi tra loro e che necessitano attenzioni diverse. Ciò che, purtroppo, è evidente in maniera esemplare è la carenza di personale e l’appurare che l’unico personale è quello della polizia penitenziaria”. Uno spaccato di realtà, quello raccontato dagli avvocati Mazzeo, Briguglio e Irrera che deve fare i conti anche con quanto esternato dalla direttrice. Esiste un’alta componente di volontariato che fortunatamente si dedica ai detenuti e l’80% di questi frequentano le ore dedicate alla didattica, durante le quali anche i professori che insegnano lo fanno pro bono. Il disegno della casa circondariale, però, deve fare i conti anche con un altro tipo di carenza: non esiste personale medico e para-medico dedicato. Sono solo gli agenti penitenziari le uniche persone con cui i detenuti interagiscono, oltre a volontari e professori anche se le persone con problemi psico-fisici avrebbero bisogno di ben altre professionalità.
Durante la visita, gli avvocati hanno partecipato tra l’altro alla Santa Messa in suffragio della detenuta che si è tolta la vita pochi giorni addietro e ad un evento ricreativo ideato in occasione della Pasqua. La Direttrice ha, poi, omaggiato l’AIGA con dei calendari realizzati dai detenuti e un dolce pasquale cucinato sempre da loro.
Con questa visita, anche da Barcellona Pozzo di Gotto sono emerse luci e ombre di una realtà non alla portata di tutti, che balza agli onori della cronaca per vicissitudini legate a episodi di violenza o suicidi dei detenuti. Un trend che sembra essersi mantenuto in tutta Italia, come anche annunciato dall’AIGA nazionale tramite social e tramite comunicato stampa.
“Per noi giovani avvocati le occasioni di crescita che ci consente di vivere AIGA sono davvero tante e oggi, con la possibilità di visita alle carceri, sono particolarmente orgoglioso di farne parte e di rappresentare la sezione barcellonese. – ha dichiarato l’avv. Andrea Ravidà, presidente della sezione AIGA Barcellona P.G. – Sapere, inoltre, di aver avuto occhi tramite il collega Cristian Mazzeo mi fa ben sperare per tutte le azioni e le proposte che AIGA può mettere in campo nel futuro. Speriamo di poter portare luce e annientare qualche ombra che il sistema stenta ancora a vedere, migliorando la qualità di vita dei detenuti e consentendo loro quella funzione riabilitativa sociale che gli spetta”. Per la delegazione palermitana, invece, hanno fatto visita al carcere Pagliarelli i colleghi Mario Di Trapani, Claudia Di Gati e Riccardo Lo Bue. Grazie all’autorizzazione ottenuta dal DAP e dal Ministero della Giustizia, la giovane avvocatura è stata protagonista della storica iniziativa nelle carceri di Pescara, Melfi, Reggio Calabria Arghillà, Santa Maria Capua Vetere, Bologna, Udine, Regina Coeli – Roma, Cassino, Casa Circondariale femminile Pontedecimo Genova, Milano Bollate, Ancona, Campobasso, Torino, Bolzano, Spoleto, Venezia, Barcellona Pozzo di Gotto, Palermo e Foggia. “Abbiamo avuto l’opportunità di accedere contemporaneamente in tutte le regioni d’Italia all’interno degli istituti penitenziari – ha dichiarato il presidente AIGA nazionale avv. Francesco Paolo Perchinunno – l’O.N.A.C. è il primo osservatorio a vantare 130 sedi in tutto il territorio nazionale, questa è la nostra peculiarità ed il nostro punto di forza in quanto ci permetterà di garantire una reale e concreta mappatura di tutti gli istituti penitenziari. Il nostro obiettivo – continua Perchinunno – è quello di sensibilizzare opinione pubblica e legislatore sull’importanza per il nostro Paese di avviare un serio dibattito sulla riforma dell’ordinamento penitenziario, per dare effettività al principio costituzione di rieducazione della pena, per la dignità di detenuti e del personale di polizia penitenziaria e per la sicurezza del nostro Paese”. A coadiuvare l’attività dell’Osservatorio, accanto ai referenti territoriali e ai componenti del Direttivo Nazionale, è stato nominato un comitato tecnico – scientifico composto dai membri del Direttivo nazionale e da illustri esponenti del mondo accademico, della classe politica e della società civile. Il Prof. Giovanni Fiandaca, il Prof. Alessandro Diddi, la Prof.ssa Donatella Curtotti, il Prof. Pasquale Bronzo, il Prof. Carlo Fiorio, la Prof.ssa Antonella Marandola, il Dott. Massimo Bradimarte, il Dott. Davide Varì, il Sen. Luciano D’Alfonso, l’On. Carolina Varchi, l’On. Jacopo Morrone e l’Arch. Domenico De Rossi hanno accettato con entusiasmo di dare il loro prezioso contributo e così di impreziosire il progetto.