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A Palazzo Longano davanti alla consapevolezza che lo stallo nel processo di stabilizzazione per i lavoratori ASU determina iniquità e disparità di trattamento con gli altri dipendenti titolari di un contratto a tempo determinato e genera situazioni critiche in tutti gli Enti Locali dove essi continuano a svolgere servizi essenziali, la Giunta Municipale ha esitato stamattina una delibera, la n. 24/2019, ad oggetto “Sollecito ai Governi nazionale e regionale ad approvare una normativa che consenta agli Enti Locali l’avvio di procedure di stabilizzazione del personale ASU”.

Con tale delibera si intende richiamare l’attenzione collettiva sulla situazione di questi lavoratori e sollecitare i Governi nazionali e regionali ad approvare con urgenza i provvedimenti legislativi necessari per garantire al personale ASU parità di trattamento con il personale “contrattista”, dando la possibilità ai Comuni di attivare percorsi di stabilizzazione anche per questi lavoratori, nel rispetto della loro dignità e con il riconoscimento dell’importanza e dell’essenzialità del loro contributo all’espletamento di attività essenziali per la collettività.

“Nel susseguirsi di provvedimenti normativi in cui la più parte dei Governi che nel corso di questi anni si sono succeduti alla guida della Nazione o della Regione si è esercitata per dare soluzione al problema del precariato nella pubblica amministrazione, per consegnare stabilità occupazionale a tanti lavoratori e serenità ad altrettante famiglie – in ultimo il D.Lgs. n. 75/2017, la famosa “legge Madia” – un’ampia fetta di lavoratori è rimasta sempre collocata in secondo piano e non ha mai trovato attenzioni pari a quelle destinate ad altri.
Gli strumenti normativi sin qui approntati non sono risultati sufficienti a consentire un percorso di stabilizzazione in favore di questi lavoratori che fosse realmente praticabile, soprattutto sul piano finanziario.
Stiamo parlando dei cosiddetti lavoratori “ASU”, dei lavoratori impegnati in Attività Socialmente Utili, i quali, a differenza della più nota categoria dei “contrattisti”, a tutt’oggi non sono destinatari di uno stipendio, ma soltanto di un assegno erogato con mera finalità assistenziale, e che restano privi di una copertura previdenziale.
Sono “figli di un dio minore” in un bacino di lavoratori che già vive una situazione di grave disagio e che ancora non trovano prospettive di “stabilizzazione”!
Consegnare stabilità occupazionale a questi lavoratori, 49 dei quali sono utilizzati da anni dal Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, è un obbligo etico prima ancora che giuridico”.