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Riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente una Lettera Aperta del Prof. Paolo Pirri, docente barcellonese che va in pensione e che desidera salutare e ringraziare il mondo che gravita attorno all’istituzione scolastica, ed in modo particolare gli studenti. Un messaggio intenso e commovente.

Prima di andare in pensione, avrei voluto abbracciare i miei studenti, i miei colleghi, amici e conoscenti incontrati nel corso della mia carriera scolastica ma, non potendolo fare in presenza a causa del Covid19, lo farò con una lettera.

Carissimi,

Con un colpo al cuore e grande emozione, mi hanno già congedato dall’applicazione noipa “ultimo cedolino” ed ho dovuto scaricare l’applicazione Inps. Dopo più di quarant’anni anni di servizio, anche per me è arrivato il momento di chiudere la mia attività lavorativa e professionale. Appena laureato, avrei potuto fare altre scelte molto più remunerative, credetemi, ma io ho scelto, consapevolmente, di fare l’insegnante. Con forte determinazione, ho realizzato il mio sogno e non mi sono mai pentito, né ho avuto rimpianti per altri più cospicui salari ai quali ho rinunciato, perché ancora oggi, dopo tantissimi anni, penso che insegnare sia il mestiere più bello, più prestigioso al mondo.

Quando, dopo cinque anni di collaborazione con le edizioni straniere, il responsabile della De Agostini di Lugano, dott. Boroli, mi vide rifiutare ben 4000 Franchi Svizzeri e un contratto a tempo indeterminato, mi disse: “Non capirò mai cosa frulla nella testa di voi Siciliani”. Gli risposi che, per capirlo, bisogna essere Siciliani. Lasciai quel lavoro e quello stipendio per un incarico in una scuola di Varese per il quale percepivo 500 mila lire al mese quando ne pagavo 600 mila di solo affitto.

Dal 1980 ho sempre vissuto e combattuto in prima linea, al fianco dei miei studenti e dei miei colleghi, con l’intento di migliorare la scuola e potenziare la nostra professionalità. Feci parte dei Gruppi di Studio Provinciali a Varese e poi del Consiglio Scolastico Provinciale a Messina. Ho imparato molto dalle esperienze vissute durante i miei continui viaggi all’estero nel ruolo di leader di gruppi di studenti, per oltre un ventennio, da persone come il prof. Gianporcaro, il prof. Amato dell’Anils, il Provveditore Gustavo Ricevuto, i presidi Speciale, Sindoni, Casella, il direttore Di Paola, Francesco Parisi, Bartolo Speranza, Mirella Genovese, Saverio Castanotto e tanti altri uomini e donne incontrati nella mia lunga e dinamica carriera scolastica.

Il pensionamento segna un cambiamento radicale nella vita di ciascun individuo, generando un certo grado di incertezza. Io chiudo questa mia vita lavorativa con una certa nostalgia e dispiacere, ma con la serenità che deriva dalla consapevolezza di aver dedicato alla scuola il meglio di me stesso, di aver operato sempre con entusiasmo, con amore e con il sorriso sulle labbra al cospetto dei miei studenti, anche quando i problemi personali avrebbero potuto impedirmi di farlo. Ringrazio tutti i colleghi che in questi anni mi hanno supportato e sopportato. Ringrazio anche coloro che non hanno ancora compreso che essere “costruttivamente critici” è importante per il bene della scuola, per analizzare le problematiche che si incontrano sempre in un mondo dinamico e complesso come quello della scuola e trovare insieme la soluzione più consona.

Ai miei colleghi, soprattutto ai più giovani, raccomando: “Non siate sempre accondiscendenti, siate critici, se occorre, ma contribuite sempre in modo costruttivo con un apporto di idee che abbiano come unico scopo quello di migliorare la scuola e la vita degli studenti. Dopo aver fatto sempre il vostro dovere, lottate instancabilmente e senza paura per i vostri diritti, difendeteli sempre nei luoghi preposti e al momento giusto. L’accettazione passiva di imposizioni non giustificate e torti non meritati non paga mai e non porta alla crescita di una comunità come la nostra.

Ringrazio i presidi con i quali ho lavorato, per avermi dato fiducia accogliendomi nel loro staff.

Il pensiero più affettuoso va a tutti gli alunni che sono stati sempre al centro dei miei pensieri: mi sono innamorato dei miei allievi e penso che questo sentimento sia stato pienamente corrisposto.

Gliel’ho detto tante volte e glielo ripeto ancora: “Coltivate le vostre intelligenze, i vostri talenti, i vostri punti di forza, i vostri sogni, nutrite la gioia di vivere e superate le vostre insicurezze e le vostre fragilità con lo studio e la cultura, che sarà sempre il “piccone” con cui spianare le vostre carriere lavorative.

Ho cercato sempre di farvi diventare adulti, pronti ad affrontare il mondo, evidenziando insieme le positività e le negatività della nostra società.

Il mio compito e il mio sogno non li ho mai traditi.

Vi ho accompagnati con il mio affetto e con la mia azione educativa per farvi volare: dare radici e ali nello stesso tempo è il compito di un educatore. Le ali ho cercato di darvele aiutandovi a crescere e a credere in voi stessi. Ho fatto del mio meglio sempre col cuore. Perché? Perché vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre. Cosa vuol dire vi voglio bene? Vuol dire voglio il vostro bene. Ed è vero. Voglio che siate felici. E vi saluto, nella speranza che i momenti trascorsi insieme e le nostre comuni esperienze rimangano ricordi che condivideremo per sempre. Voi crescerete e io sarò diversamente giovane, voi mi chiamerete ed io sarò felice di incontrarvi come professionisti seri in qualsiasi settore della nostra società: anche un operatore ecologico, se vuole, può essere un professionista serio, vi dicevo, ricordate?”

Del Medi, la mia ultima scuola, serberò sempre un vivo ed affettuoso ricordo che porterò sempre con me. Mi mancava solo quest’ultima esperienza della DAD: inimmaginabile fino al 4 marzo. Non ho amato la solitudine davanti ad uno schermo ma, come tutte le cose che appartengono al passato, seppur recente, adesso posso dire che non la ricorderò come l’avevo giudicata nello stadio iniziale perché, in fondo, ha permesso ai docenti di continuare ad essere utili e costruttivi incontrando gli studenti, i quali non si sono mai sentiti abbandonati a loro stessi.

Ritengo, però, che la didattica a distanza non possa mai e poi mai sostituire la didattica in presenza e mi auguro che si ritorni presto in classe perché la compresenza in un’aula crea un’atmosfera pregna di socialità, reciprocità, mutualità, è un tabernacolo di emozioni, nonché un ricettacolo di caldi sentimenti, di comunione di affetti. Nella classe, tanto nella normalità quanto ad ogni occasione festosa o luttuosa, tutti i giorni, tutte le ore, tutti i momenti, si ricevono mute lezioni di vita che restano impresse definitivamente nel cuore.

Mi auguro anche che, in futuro, coloro che hanno la responsabilità di trovare soluzioni efficaci per il mondo della scuola, considerino gruppi classe con non più di 16 studenti, affinché si possa garantire la massima attenzione a ciascun componente, sia dal punto di vista umano, che professionale.

So che resterò un insegnante per tutta la mia vita perché un insegnante è per sempre, ancor più dei diamanti.

Un abbraccio a tutti i miei studenti avuti nel corso degli anni, ai miei colleghi, amici e conoscenti incontrati durante la mia carriera scolastica, al personale di segreteria, ai collaboratori scolastici.

Auguro a tutti voi ogni bene. All the best. Ad maiora semper.

La Redazione e lo Staff di OraWebTv  si complimentano con il Prof. Paolo Pirri per la brillante carriera scolastica ed augurano un futuro ricco di ulteriori soddisfazioni al Pirri neo-pensionato ma per sempre Professore nel Cuore.