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Si è chiusa ieri, venerdì 24 novembre, nel nome di Giulia Cecchettin, l’intensa settimana dedicata presso l’Istituto Comprensivo “Foscolo” ad approfondimenti vari sulla “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebra oggi, 25 novembre 2023, in tutto il mondo.

È stata una mattinata ricca di gesti simbolici e condivisione quella che, nell’ambito del progetto ‘Pari Opportunità’ coordinato dalla prof.ssa Lara Alesci, ha coinvolto alunni e docenti della scuola secondaria di 1° grado – tutti con un tratto rosso sul volto per sentirsi accomunati nella condanna di ogni violenza sul genere femminile – in una coinvolgente performance musicale, coreografica e artistica dal titolo “Nessun possesso… ma rispetto”. Si è trattato di un momento condiviso e inclusivo poiché, alla presenza attenta della Dirigente prof.ssa Felicia Maria Oliveri, a raccontare o esprimere pensieri ed emozioni partendo da storie dolorose come quella della giornalista palestinese Rula Jebreal o delle numerose vittime di femminicidi, sono state anche le note di quattro canzoni significative eseguite dalle voci toccanti delle docenti Stefania Mirabile e Salvina Scolaro con l’accompagnamento musicale del prof. Giovanni Squatrito.

Da un lato la canzone “Donna” di Mia Martini, a cui poi ha fatto seguito la straziante “Renaissance” di Paolo Buonvino & Skin, entrambe cantate dalla prof.ssa Mirabile, hanno voluto esprimere la donna vittima, spesso straziata e ripudiata, malvista e giudicata, emarginata e allontanata dalla società nonostante vittima; dall’altra hanno invece voluto aprire alla speranza le note de “La donna cannone” di De Gregori, cantata dalla prof.ssa Scolaro, in cui la donna è elogiata da un uomo per la sua forza, bellezza, autenticità, la sua semplice complessità, il suo essere “donatrice di vita”, perchè gli uomini non sempre sono carnefici e sono anche capaci di amore “sano”, non “tossico”, non “malato”, gli uomini innamorati di cui si parla ne “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini.

Dal punto di vista artistico, inoltre, lo stesso passaggio dal buio alla luce, dal male al bene, è espresso nel dipinto “RISPETTAMI” che l’artista barcellonese Fabiana Lualdi ha gentilmente esposto per l’occasione presso l’Istituto e che capeggiava sulla scena. La performance ha visto così docenti e alunni alternarsi in dialoghi, coreografie, riflessioni, poesie, tra cui quella della poetessa e attivista peruviana Cristina Torres Caceres “Se non torno distruggi tutto”, diventata virale sui social in questi giorni dopo la morte di Giulia per mano di chi diceva di amarla. Perché, come è stato ribadito, “Giulia oggi è ogni ragazza, ogni donna, sorella, figlia, madre, cugina, amica, collega” a noi vicina, la sua morte è inaccettabile e davvero l’augurio è nel cambiamento affidato alle giovani generazioni, nel superamento di stereotipi e di un distorto concetto di amore che si nutre di possesso e non di rispetto.

Ma facciamo un passo indietro, poiché gli eventi dedicati alle donne vittime di violenza tenuti presso la Secondaria di Primo Grado “Foscolo” sono stati vari, spalmati nell’arco di tutta questa settimana. Si era partiti nella mattinata di martedì 21 novembre, quando presso la palestra auditorium della scuola, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione sulla tematica coordinate dalla referente prof.ssa Lara Alesci,  si sono tenuti due distinti momenti di incontro tra gli alunni delle classi prime e terze con la dott.ssa Giulia Carmen Fasolo, autrice della fiaba “Io sono Martina”, e le operatrici del Centro Antiviolenza Frida Onlus, Anna Pantè, Veronica Gringeri e Lucia Crisafulli.

Grazie alla professionalità e alla capacità di coinvolgimento dimostrate dalle ospiti nel rapportarsi con ascoltatori molto giovani, sicuramente la mattinata si è rivelata per tutti le ragazze e ragazzi presenti un’importante occasione educativa per riflettere sul triste fenomeno e per imparare a riconoscere e allontanare un “amore malato”. Tante le domande poste sul tema e sull’attività del locale centro Antiviolenza, oltre che numerosi e variegati i prodotti realizzati dagli alunni a testimonianza di un processo di interizzazione della tematica. Alle ore 11.00, poi, come accaduto in molte scuole d’Italia, l’invito ministeriale al minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di brutalità, si è trasformato per tutti in un minuto di “rumore”, affinché Giulia possa essere, se non l’ultima, una delle ultime donne uccise da chi diceva di amarle.

Altro partecipato appuntamento quello del pomeriggio di mercoledì 22 novembre: gli alunni delle classi seconde hanno incontrato i docenti Flaviana Gullì e Gaetano Mercadante, coautori del libro “Una rosa bianca”, testo liberamente ispirato alla storia di Graziella Recupero, studentessa barcellonese vittima di femminicidio e pertanto simbolo senza tempo di tutte le donne, come oggi Giulia Cecchettin, uccise per mano di chi sosteneva di amarle. La vicenda di Graziella, tra l’altro, pur essendo accaduta nel lontano 1956, ha molti punti in comune con l’attualità anche per ciò che riguarda una certa cultura patriarcale e maschilista che, allora come ora, tende a condannare la donna anche se vittima, trova le attenuanti ai carnefici, ne invoca l’infermità mentale, giudica la donna comunque per la sua intelligenza o desiderio di libertà.

Come chiaramente spiegato dagli autori, sollecitati anche dalle numerose domande poste dagli alunni, l’intento da cui è nato il libro è stato quindi principalmente quello di ridare dignità alla memoria di Graziella, a suo tempo dimenticata o giudicata nonostante la sua morte violenta. Le parole della prof.ssa Gullì, che ha curato la parte narrativa, e del prof. Mercadante, che ha avuto il compito di raccogliere le testimonianze su questo fatto di cronaca per lungo tempo finito nell’oblio in una città provincialotta come Barcellona Pozzo di Gotto, hanno perciò affascinato i ragazzi e li hanno spinti, oltre che a chiedere ulteriori dettagli, anche a esporre le proprie riflessioni sulla vicenda in sè e persino raccontare curiosità apprese interrogando parenti anziani che Graziella avevano conosciuto o di cui avevano conosciuto la storia. Anche grazie a loro, perciò, e all’interesse suscitato da questo incontro, si spera che sia sempre più forte nei nostri alunni la consapevolezza che alla base della violenza di genere, che talvolta culmina nel femminicidio, c’è proprio una distorta visione dei rapporti affettivi e l’incapacità di gestire le frustrazioni.

Chiudiamo evidenziando come quest’anno sia stato scelto l’hastag #nessunpossessomarispetto, un messaggio da gridare e ripetere “facendo rumore” in memoria di tutte le Giulia che ancora sono vittime di uomini, così come hanno simbolicamente fatto alunni, docenti e dirigente a chiusura dell’intenso momento di riflessione collettiva.