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Era appena da qualche ora che quel tragico 15 giugno 1969 si era affacciato sul balcone della storia ed osservava Barcellona Pozzo di Gotto che riposava nella quiete di una tiepida notte di fine primavera.

Percorrendo la variante alla statale S. Antonino che da ovest segna l’ingresso a Barcellona Pozzo di Gotto, almeno una volta avremo osservato quell’anonima e buia galleria che corre parallela al percorso stradale attraversata dal tracciato ferroviario dismesso da qualche anno e che di lì a poco giunge alla vecchia stazione, oggi parco urbano intitolato alla memoria di Giuseppe La Rosa, un altro grande barcellonese.
A distanza di cinquant’anni possiamo soltanto immaginare come risuonava in quella notte quieta il rumore metallico di due treni – icona di modernità tecnologica che annulla le distanze – che correvano su quei binari in direzione opposta, andando inconsapevolmente incontro ad un tragico destino che li aspettata proprio in mezzo a quella galleria: la galleria nel quartiere S. Antonio.
Erano passate da qualche minuto le tre del mattino, fu un boato e la terra tremò, poi fu il silenzio, poi furono le urla e i lamenti dei feriti e dei sopravvissuti. E fu sangue, fu dolore, fu terrore. Furono vite stroncate e famiglie distrutte.
Furono decine i feriti e otto i morti: i più fortunati morirono subito, quelli meno fortunati dopo una lunga agonia e indicibili sofferenze nel buio di quella galleria.
Alla fine, il fuoco distrusse quei treni, mentre si cercava di estrali, ormai ridotti ad un ammasso di ferraglia. Quella notte morirono Biagio Bonifacio, Francesco Cardile, Filadelfio Di Leo, Francesco Di Salvo, Claudio Fisauli, Pasquale Pugliatti, Salvatore Santamaria e Antonino Saglimbeni.
A distanza di 50 anni il vivo ricordo dell’Amministrazione comunale nei confronti delle vittime e familiari: “Ad essi e alle loro famiglie è rivolto il pensiero e il commosso omaggio – si legge nella nota di Palazzo Longano – di tutta la comunità di Barcellona Pozzo di Gotto.
Ma come sempre è accaduto nei momenti più importanti della sua storia – prima e dopo di quella notte – Barcellona Pozzo di Gotto seppe dimostrare il suo grande cuore, il suo coraggio, la sua passione civile.
In questi cinquant’anni la memoria di quel disastro si è affievolita sempre di più e rimane impressa nella mente soltanto di alcuni concittadini che portano una chioma canuta, mentre probabilmente è ormai sconosciuta ai più, soprattutto ai ragazzi.
Eppure in occasione di quel disastro Barcellona Pozzo di Gotto seppe scrivere una delle pagine più belle della sua storia, seppe rendere onore a quelle virtù e ai quei sentimenti – la solidarietà, il senso di appartenenza, l’abnegazione, l’intraprendenza e il coraggio – che sono impressi nei suoi geni e che tutti le hanno sempre riconosciuto, al di là di ogni cosa.
Furono numerosi i cittadini che nel buio di quella notte accorsero immediatamente presso la galleria per prestare i primi soccorsi – tra questi Fortunato Sindoni, che oggi si è fatto promotore di un’iniziativa per ricordare quel disastro, e suo fratello – e tutte le famiglie di S. Antonio aprirono le porte delle loro case per accogliere e assistere i feriti e i soccorritori.
Tanti dei protagonisti, loro malgrado, di quella tragica notte oggi, a distanza di tanti anni, non sono più tra noi, quelli che restano, ormai anziani signori, certamente portano ancora dentro di sé, ormai addolcito dal tempo, il ricordo indelebile di quella notte e di quelle persone.

E furono sempre barcellonesi – di nascita o di elezione – quelli che si distinsero nell’azione di soccorso.
Il DR. V.O. La Rosa, all’epoca giovane medico presso l’ospedale “Cutroni Zodda”, facendosi forte della sua esile e agile corporatura, con grande rischio personale, coraggio e altissimo spirito di sacrificio, riuscì ad insinuarsi tra le lamiere contorte, dove restò per ore infinite in mezzo ai fumi e ai gas, per soccorrere i feriti e per cercare di estrarli dalla morsa che li teneva imprigionati, ma anche, purtroppo, per assistere fino all’ultimo respiro coloro che tra quelle lamiere morirono senza poter essere liberati.
Per il suo gesto, al Dr. La Rosa venne conferita la medaglia di bronzo al valor civile.
Insieme a lui furono Domenico Cautela, allora giovane Capitano dei Vigili Urbani, e due funzionari del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, l’Ing. Antonino Fugazzotto e il Geom. Carmelo Perdichizzi, tutti insigniti di solenne pubblica benemerenza al valor civile.
Con loro anche due consorelle di un istituto religioso cittadino, Suor I. Longi e Suor G. Spezzano, esse pure instancabili nel portare soccorso e conforto e anch’esse destinatarie di pubblica benemerenza al valore.
La Città di Barcellona Pozzo di Gotto fu insignita della medaglia d’argento che porta appuntata al suo gonfalone.
Dopo cinquant’anni il tempo ha parzialmente colmato il senso di vuoto che s’insinua nei familiari innanzi alla morte così improvvisa e crudele dei propri congiunti, il dolore si è affievolito e il ricordo si è ammantato di quella malinconica dolcezza che soltanto il tempo sa consegnare.
Oggi di quella tragedia resta un monito che sovrasta ogni cosa, il monito rivolto a tutti a fare sempre di più e sempre con urgenza in direzione della sicurezza: sicurezza stradale, sicurezza sul lavoro e sicurezza, anche, nelle case.
È questo probabilmente il miglior modo in cui la nostra società può onorare le vittime di quello come degli altri disastri che hanno colpito il nostro Paese, con un impegno sempre maggiore, di ciascuno e di tutti insieme, per dare maggiore sicurezza al nostro quotidiano.
Ecco, il nostro impegno, lo sforzo collettivo e individuale, deve essere costantemente rivolto a cancellare quel “se”, a cercare di spazzare via l’imponderabile dalla strada della sicurezza!
È l’omaggio più concreto e rispettoso che possiamo fare alle vittime di ogni tragedia, più di ogni fiore o di qualunque altra cosa.
L’amministrazione comunale ha già avviato i lavori di restauro della lapide in marmo posta all’ingresso della galleria luogo del disastro, nel mese di settembre si terrà una cerimonia di commemorazione e di ricollocazione della lapide restaurata alla presenza delle autorità civili e militari”.

In giornata anche il coordinatore della Lega Barcellona Santi Lepro ha ricordato il dramma ferroviario che colpì 50’ anni fa Barcellona Pozzo di Gotto e i residenti di S. Antonio.

“Questa tragedia la scopri per caso e precisamente la sera del 13 giugno 2019 alla festa di Sant’Antonino per onorare il Santo tra i più venerati nella città del Longano. Chiacchierando con gli anziani del posto che mi raccontarono le loro storie, fui colpito anzi direi “investito” da una tragedia avvenuta tanti anni fa, precisamente, il 15 giugno 1969.
Come riportato anche in alcune notizie del web. Quella maledetta notte, nella galleria ferroviaria S. Antonio della linea a binario unico, nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto, si scontrarono due treni, un passeggeri proveniente da Palermo, con trenta viaggiatori, e un merci proveniente da Messina.
Nello scontro morirono otto persone e molte altre rimasero ferite. A distanza di anni la tragica vicenda fu dimenticata da tutti, io come coordinatore del gruppo Lega vorrei onorare la memoria dei tragico fatto avvenuto nel 69’”.