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L’associazione culturale Genius Loci, presieduta dal dott. Bernardo Dell’Aglio, nel quadro delle iniziative riguardanti il patrimonio culturale cittadino, il 21 settembre prossimo, alle ore 20,00, inaugurerà un nuovo pannello informativo, della serie “Itinerari Barcellonesi”, dedicato questa volta ad un bene culturale scomparso.

Si tratta della chiesa di San Filippo Neri, della quale rimane soltanto una traccia, una lesena con un capitello, iniziata a costruire lungo la via Umberto I nella prima metà del XIX secolo, completata nel 1860 e demolita, perché in stato di abbandono, nel 1963. Il pannello si andrà così ad aggiungere agli altri venti già realizzati, dedicati a beni culturali esistenti, beni scomparsi, e personaggi illustri della città.
L’inaugurazione si inserisce nell’ambito degli eventi della “Notte di fine estate” promossa dall’amministrazione comunale, dove la Genius Loci, oltre all’inaugurazione del pannello, avrà altri suoi momenti culturali in Piazza Duomo e in Piazza San Sebastiano.

Ecco una breve nota storica sulla chiesa di San Filippo Neri: “Nonostante tutte le fonti storiche indichino il XVII secolo come epoca di fondazione della chiesa di San Filippo Neri, con annesso oratorio, in realtà questa fu costruita a partire dal 1830 e completata nel 1860, come risulta da documenti d’archivio, e come attesta lo storico Filippo Rossitto.
La chiesa era a navata unica, e inglobata nella cortina edilizia di via Umberto I. Sembra che l’architetto messinese Leone Savoja (1814-1885) abbia avuto un ruolo nella costruzione della chiesa, come progettista o direttore dei lavori.
Chiusa al culto alla fine dell’Ottocento, fu demolita nel 1963, dopo essere stata utilizzata come deposito delle carrozze che giornalmente stazionavano lungo la retrostante via San Filippo Neri. In realtà non fu demolita del tutto, perché osservando bene tra i tetti delle case circostanti, emerge tuttora il tamburo ottagonale che sorreggeva il tiburio.
Il prospetto, di sapore neoclassico, come si evince da poche e rare fotografie, era caratterizzato da un frontone sostenuto da lesene con capitelli corinzi. Una di queste lesene superstiti è ancora visibile lungo la via Umberto I. La copertura della chiesa era realizzata con un tetto a due falde e con un tiburio ottagonale coperto da tegole”.