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Nell’acceso dibattito sull’Ospedale Cutroni Zodda e il conseguente Consiglio comunale straordinario che ha registrato le assenze dei dirigenti ASP, interviene anche Carmen Bruno, dell’Aps Aria Nuova, associazione che ha aderito al Comitato per l’Ospedale. 

“L’assenza dei dirigenti dell’ASP al consiglio comunale straordinario convocato per l’ospedale, ancorchè prevedibile, – si legge in una nota – evidenzia ulteriormente la sprezzante tracotanza e la mancanza di riguardo nei confronti dei cittadini, costretti a subire inermi la disarticolazione, pezzo dopo pezzo, dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto. Meno prevedibile ma non meno grave. Invece, è il disinteresse manifestato con la loro assenza da diversi consiglieri comunali e assessori.

Le dichiarazioni rilasciate dai dirigenti ASP alla stampa sono state disarmanti, cancellando di fatto ogni speranza per la sopravvivenza dell’ospedale: mancano i medici, mancano gli infermieri, mancano i fondi alla sanità pubblica. Il quadro pertanto è ormai completo, e conferma quanto da noi evidenziato qualche settimana addietro: il Covid è stato l’alibi perfetto e al momento giusto per smantellare l’ospedale con la tecnica della rana bollita, con buona pace delle reiterate promesse e delle mendaci rassicurazioni dei politici nostrani. Peccato che tale piano sia stato reso palese soltanto dopo le elezioni.

Tuttavia, nonostante le dichiarazioni a discolpa, appaiono evidenti le gravi responsabilità dei dirigenti ASP, che non solo non hanno dato attuazione al decreto assessoriale n. 6 dell’8 febbraio 2019, con il quale venivano assegnati 110 posti letto, suddivisi nei vari reparti, e non adeguando – unico caso in Sicilia – la dotazione organica, ma non hanno mai rispettato il cronoprogramma stabilito dall’assessorato regionale per la creazione delle cosiddette “bolle Covid”, in modo da restituire l’ospedale alle sue ordinarie funzioni.

Ora ci si appiglia alla carenza di medici e di fondi, ma ci si chiede dove sia andata a finire la pioggia di soldi stanziati per adeguare l’ospedale alle esigenze necessarie per fronteggiare la cosiddetta “seconda ondata”. Di certo una parte furono buttati via per il noleggio dei letti (inutilizzati) di quelle che vennero definite “terapie intensive fantasma” e che portarono Barcellona ai dis-onori della cronaca.

Certo i tagli alla Sanità ormai sono un dato di fatto nazionale, se è vero come è vero che negli ultimi 10 anni (dal 2010 al 2019) sono stati tagliati 37 miliardi di euro e che per i prossimi 3 anni sono previsti ulteriori tagli per 4,6 miliardi, portando il rapporto Spesa Sanitaria – PIL al 6,1%, ossia allo stesso livello della povera Grecia (In Germania è pari all’11%, in Francia al 10%). Ma i soldi non crescono sugli alberi, ed è pertanto evidente che i governi di qualsiasi colore spingono a velocità folle verso la destrutturazione della Sanità pubblica in favore di quella privata, sul sistema americano. Ma se è così dovrebbero avere l’onestà di dirlo chiaramente.

Quanto alla carenza di medici, basterebbe eliminare il sistema del numero chiuso nelle università, da sempre sfruttato dai cosiddetti “baroni” delle università per “sistemare la progenie.

Tornando al nostro nosocomio, non rimane che fare affidamento sulla lotta e sulle pressioni che i sindaci del comprensorio, le associazioni e i cittadini tutti vorranno portare avanti con fermezza e decisione”.