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Il responsabile aziendale area medica Uil Fpl Paolo Calabro’, denuncia  in una nota, la condizione di rischio cui sono sottoposti negli spostamenti in ambulanza pazienti non affetto da covid-19, inviati da altri ospedali dove non vengono accettati. 

In sintesi: “Un paziente trasportato a Barcellona impropriamente per sospetto covid 19 rischia di venirne infettato”.

“Al P. S. di Barcellona P. G. si è lavorato finora più per i non covid che per i covid. Purtroppo, per l’ennesima volta, si verificano da parte del 118 accessi impropri.

Basta che un paziente riferisca 37,1 di febbre, indipendente da altra sintomatologia, il 118 od anche gli altri PS. non accettano il paziente, rischiando anche il codice penale, e lo inviano impropriamente al PS. di Barcellona. E così in un Ospedale covid si fa diagnosi di infarto del miocardio, embolia polmonare, addome acuto, colca renale ed altro.

Ovviamente con difficoltà al successivo trasferimento – spiega il responsabile Uil  Paolo Calabro’ – sia perché questi pazienti non vengono accettati da altre strutture se non sottoposti a tampone, il cui risultato sarà pronto dopo almeno 6 ore (se di sera tardi o di notte il giorno successivo) sia per frequente indisponibilità di posti letto.

Praticamente il paziente clinicamente non covid rischia di diventare covid. Pertanto si sollecita ancora una volta chi di competenza ad intervenire con fermezza ed a fare rispettare regole e protocolli. Non è pensabile che ogni operatore si inventi protocolli propri pur di non accettare il paziente”.